• Posted by Schiavolc on Dicembre 30, 2021 at 11:10 pm

    Mi ricordo ancora di Ana, una bella ragazza romena che era venuta in Italia per tentare la fortuna come modella.
    Era alta, mora e snella. Aveva un fisico slanciato che la faceva sembrare un fiorellino che stava sbocciando nei suoi anni migliori.
    La conobbi una sera in discoteca quasi per caso e ben presto divenne mia amica nell’umiliazione dei maschietti.
    A lei piacevano più la donne, ma forse proprio per questa ragione godeva nel vedere i maschi maltrattati e sottomessi.
    In quelle serate in discoteca conoscemmo un giovane ragazzo di nome Alessio.
    Era ancora imberbe e timido e quella sera cercava di abbordare la mia amica.
    “Mi continui a fissare”, gli disse ad un certo punto Ana con un tono veramente alto mentre ci trovavamo proprio al centro della pista da ballo.
    Si sentiva poco e lui abbassò gli occhi per un attimo e poi le rispose:
    “Scusa, ma sei così bella..”.
    Ana lo squadrò con gli occhi dipinti di disgusto, quasi la stesse molestando.
    Intervenni io per calmare le acque.
    “Su, non fare così, voleva essere gentile”, dissi ad Ana sorridendo mentre le accarezzavo una guancia.
    Lei era molto sensibile alle mie gentilezze, ma lo era ancora di più di fronte alla possibilità di umiliare un maschietto.
    Quel ragazzo era la preda perfetta per noi due.
    E infatti Ana non perse un attimo.
    “Senti moretto, vieni a sederti con noi. Diciamo che per farti perdonare ci offri un drink!”.
    Lui ci seguì come un cagnolino segue la sua Padrona nella speranza di poter avere il biscottino quotidiano.
    Questa volta avrebbe fatto un’esperienza veramente inusuale per lui.
    “Senti bello, io e la mia amica vorremmo conoscerti, ma non qui …” gli disse Ana con un tono strafottente mentre eravamo seduti nel nostro divanetto.
    Lui ci guardava un po’ confuso e non proferiva parola.
    “Domani vieni … a casa mia …”, continuò Ana, mentre io la guardavo sbigottita da tanta grinta e determinazione.
    Se lo stava mangiando in un boccone e mi fece riflettere su come sono fragili i maschi al giorno d’oggi. Sono sempre così impauriti di fronte ad una ragazza determinata e sicura di sé.
    Il giorno successivo io ed Ana pensammo molto a quale umiliazione sottoporre il ragazzetto, finché ci venne in testa un’idea.
    Quella sera lui arrivò puntuale.
    “La mammina ti ha lasciato uscire?” gli disse accogliendolo, sardonica, la mia amica Ana con quel suo usuale ghigno beffardo.
    Lui non rispose, tanto era già imbarazzato dalla situazione.
    “Su vieni”.
    Lo fece accomodare in sala, sulla poltronai.
    Noi due eravamo sedute sul divano a goderci, almeno per quanto mi riguarda, i muscoli di quel giovanotto.
    Me lo stavo mangiando con gli occhi, un po’ imbarazzata anche per la notevole differenza di età rispetto a me, decisamente più matura di quel giovincello.
    “Senti caro, a noi piace giocare”, intervenni per spiegargli cosa avevamo in mente.
    “Mi dica Signora”, mi rispose sempre più goffo e imbarazzato di fronte a quella situazione.
    Sorrisi per come mi aveva chiamato. Mi faceva sentire un po’ vecchia ed in realtà per lui lo ero anche.
    “Vedi bello, io e la mia amica vogliamo che tu ti spogli e fai quello che ti diciamo”, gli disse maliziosa e aggressiva Ana.
    Alessio non sapeva come comportarsi e quasi non parlava di fronte alle nostre richieste.
    “E voi?”, chiese imbarazzatissimo.
    “Noi ti usiamo !”, gli rispose Ana.
    Si svestì, come si fa con uno spogliarello, mentre Ana aveva messo Hot Stuff, la mitica canzone di Donna Summer sottofondo degli spogliarelli di Full Monthy.
    “Su bello, facci godere !” gli gridava smargiassa.
    “E’ proprio un bel pezzo di carne !”, dicevo io mentre lui continuava il suo spogliarello quasi come un professionista.
    Pareva che ce l’avesse nell’anima questa indole esibizionista.
    Era il nostro maschio oggetto, pronto a soddisfare le nostre fantasie di sesso e di potere.
    Era nudo completamente davanti a noi, ma soprattutto – e questo ciò che più ci piaceva – era confuso sul da farsi.
    ”Su vieni …”, gli dissi facendogli cenno di avvicinarsi.
    ”Ma guarda che bel cazzo!” esclamai mentre gli prendevo in mano il suo membro grosso e turgido.
    Lui se ne stava in silenzio perché in fondo era quello che doveva fare come maschio oggetto.
    “Ora, bello mio, siamo le tue padrone … e così dovrai rivolgerti a noi … Hai capito ?”, gli disse Ana.
    “Sì Padrona”, rispose il giovanotto quasi fosse naturale per lui sottomettersi a delle donne.
    “Tesoro, ora vogliamo un caffè. Vaccelo a preparare !”, gli ordinai.
    “Sì Padrona”.
    Dopo che Ana gli mostrò la macchinetta del caffè e noi ci sedemmo ad aspettarlo, lui arrivò con i due caffè pronti e caldi.
    “Ma che bravo che sei tesoro”, gli dissi mentre lui sorrideva per l’apprezzamento ricevuto.
    Dopo aver bevuto li caffé io ed Ana incominciammo a leccarci e baciarci ancora rigorosamente vestite.
    Lui era nudo ed immobile avanti a noi.
    Il giochetto più perverso era quello di farlo sentire così indifeso senza neanche più la copertura dei suoi abiti.
    Nudo completamente, era in totale balia di due sadiche donne.
    Lasciammo che ci guardasse, senza però dargli la possibilità di toccarsi.
    Poi mentre io cominciavo a leccare la passerina della mia amica decisi di coinvolgerlo.
    “Inginocchiati e leccamela”, gli ordinai mentre ormai mi stavo eccitando.
    Forse era la prima volta per lui con una donna in quanto lo vedevo un po’ grezzo nei suoi movimenti.
    Ma feci in modo che non si perdesse d’animo indirizzando la sua testa con la mano.
    Venimmo entrambe, Ana grazie alle mie carezze saffiche, io anche attraverso il leccare del ragazzino.
    Lo feci rialzare e lui incominciò a toccarsi.
    ”No, no … non puoi giovanotto. Tu sei il nostro giocattolo. Non l’avevi capito ?”
    Si interruppe immediatamente scusandosi.
    “Il piacere è solo nostro, tu sei il nostro maschio oggetto”.
    Lo feci girare mentre io andavo dietro a palpargli il sedere.
    “E’ bello sodo Ana, non ti pare?”.
    “Si cara.. veramente ben messo …”
    Ana sorrideva come al solito, con un ghigno decisamente sadico e beffardo.
    Gli palpeggiavo il culo senza nessun ritegno e ridacchiavo nel vedere il suo membro sempre più turgido.
    ”Se farai il bravo un’altra volta ti faremo venire … forse … ma ricordati … il piacere è solo nostro !”.
    Concludemmo così quella sera.
    Alessio era diventato il nostro maschio trofeo con cui divertirsi e giocare.
    Ma comunque le regole del gioco le facevamo, e le avremmo fatte, sempre e solo noi !

    Schiavolc replied 2 years, 11 months ago 1 Member · 0 Replies
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