• Degradazione ed umiliazione del marito cuck

    Posted by Schiavolc on Dicembre 30, 2021 at 11:15 pm

    I
    – Stasera farò tardi, non mi aspettare per cena.
    Si stava vestendo e si era truccata con cura.
    – Posso chiedere dove vai, tesoro? Una cena con delle amiche?
    – Non sono affari tuoi e non voglio sentirti ripetere sempre le stesse cose.
    – Era solo per chiedere…
    gli disse di venire da lei e di guardarla bene negli occhi.
    – Mi pare che tu non abbia capito bene; da ora in avanti faccio quello che voglio e quando voglio. Se voglio cercarmi un uomo, lo faccio e tu non devi interferire.
    – Mah…
    – Puoi accettarlo e trovare il tuo posto oppure rifiutarlo, nel qual caso ti mollo e mi rifaccio una vita.
    – No, questo no, cara. Io ti amo e non posso pensare di passare la vita senza di te. E’ solo che vorrei far parte della tua vita come un tempo.
    – Non mi seccare con i tuoi desideri. Da oggi contano solo i miei.
    – Ti prego, amore, non possiamo parlarne? Posso fare qualcosa per farti cambiare idea? Dimmi cosa e lo farò.
    – Con questa tua insistenza mi hai proprio rotto e te la farò pagare.
    Finì di rivestirsi e sbattè la porta uscendo.
    Il pomeriggio passò lento al lavoro e lei ricevette decine di messaggi dal marito, che la supplicavano e le manifestavano il suo amore.
    Li ignorò e si concentrò sull’incontro.
    Lo aveva conosciuto tramite un contatto virtuale ed avevano avuto un fitto rapporto di mail e messaggi.
    Era venuto il momento di incontrarsi.
    Sembrava una persona particolare, dalla mente aperta e perversa.
    Venne il momento ed i due si incontrarono in un bar nel centro città.
    Le venne incontro un uomo ben vestito, dall’aria sicura, fisico asciutto e sguardo penetrante.
    Si sentiva come una ragazzina e godeva della situazione e dell’iniziativa che aveva preso.
    Non aveva ancora capito cosa sarebbe successo con il marito, ma non le importava affatto.
    Chiacchierarono di parecchie cose e poi si guardarono negli occhi.
    Lui allungò una mano per stringere la sua e fu come una scarica elettrica.
    Mezz’ora dopo erano avvinghiati come due polipi in un letto di un hotel accogliente.
    Fecero sesso animalesco per ore, finché si concessero una pausa.
    – Dimmi come l’ha presa tuo marito di questo tuo cambiamento. Sei ancora convinta di volerlo coinvolgere e di sottometterlo ai tuoi e nostri voleri?
    – Mi supplica e piagnucola, mi vuole tenere abbracciata a lui e più lo fa e più mi allontano e mi arrabbio. Sono determinata a farlo soffrire per il mio piacere.
    Andarono avanti a chiacchierare e poi si attorcigliarono di nuovo, passando ore interminabili di puro piacere.
    Gli incontri si susseguirono nei giorni successivi, finché non decisero che era ora di incontrarsi tutti e tre.
    Il nuovo uomo era una persona molto perversa ed aperta di mente e lei si sentiva elettrizzata a fare coppia con lui, immaginando solo in parte cosa sarebbe realmente successo.
    Verso le sei di un venerdì pomeriggio, lui si presentò con una borsa all’indirizzo e lei gli venne ad aprire.
    – Accomodati caro.
    E gli diede un lungo appassionato bacio.
    I due entrarono in casa dove li attendeva il marito, vestito di tutto punto che accolse l’ospite tendendogli la mano.
    Lui non la strinse e lo guardò con un sorriso uguale solo alla sua durezza.
    – Io non sono in visita e non sono un tuo amico e forse è meglio che mi presenti subito.
    – Spogliati e fai in fretta.
    – Ma non capisco. Cosa dici? Arrivi qui, non mi saluti e mi chiedi di spogliarmi? Cara, ma cosa vuole questo?
    Lei guardava divertita la scena e decise di non intervenire.
    – Ascolta, cornuto, si può fare in due modi: o fai quello che ti dico e che ti diciamo con le buone o lo fai con le cattive. Spogliati e non farmelo ripetere la terza volta.
    – Ma non capisco…
    L’uomo gli diede uno schiaffo in pieno viso, senza grande forza, ma solo per spregio.
    – Adesso hai capito?
    – Ma come ti permetti? Cara cosa intendi fare? Questo è un pazzo. Vieni qui e insidi mia moglie, ma questo…
    – Ascoltami bene – disse la moglie.
    – Ci volevo andare piano, ma mi costringi tu ad andarci pesante. Ora fai esattamente quello che ti dice lui e io e non fiati se non per dire di sì. Se non lo fai con me hai chiuso per sempre.
    – No, aspetta cara. Dobbiamo per forza discuterne davanti a questo? Non possiamo parlarne da soli?
    L’uomo gli diede un altro schiaffo in pieno viso e la moglie lo guardò in silenzio.
    – Non mi lasciare, ti prego, non posso stare senza di te; farò tutto quello che vuoi. Vuoi che mi umili dicendolo avanti a lui? Lo faccio, ma non mi far trattare male da lui. Sono tuo marito.
    – Ahahahaha. E’ vero sei mio marito, ma le cose possono cambiare. E ora smettila di piagnucolare che abbiamo voglia di divertirci.
    Il cornuto si accasciò sul divano e si prese la faccia tra le mani.
    – Ascoltami, te lo ripeto per la terza volta e non lo dirò più: spogliati o ti spoglio io.
    L’uomo sembrava ipnotizzato ed incominciò piano a spogliarsi.
    I due amanti si gustavano la scena, mentre i loro corpi si avvinghiavano in un abbraccio bollente.
    Il cornuto rimase in slip, che erano rosse come la sua faccia.
    – Ti sei deciso. Ho capito perché non volevi, ti vergognavi di farmi vedere che indossi slip da troia. Poi me la paghi, ma adesso vediamo cosa c’è sotto.
    Con uno strattone l’uomo gli tolse gli slip, che fecero fuoriuscire una bella gabbietta rosa.
    – Ahahahahah, lo sapevo che eri una troietta, ingabbiata e tutta bella depilata.
    – Dovevi proprio fargliela vedere, cara? Non bastava che tu sapessi che l’avevo e che mi hai obbligato a metterla?
    – Guarda che ti sbagli, coglione, gliel’ho chiesto io di mettertela e mi sono fatto dare la chiave: guarda.
    L’uomo si sbottonò la camicia e tirò fuori una catenella con appesa una piccola chiave.
    – Ora basta parlare, brindiamo come si deve a questo primo incontro. Mettiti i vestiti che trovi in questo sacchetto e vai a preparare l’aperitivo.
    Ormai era succube della coppia e si dovette infilare un grembiulino di pizzo, dei guanti ed una cuffietta da cameriera, oltre che collant autoreggenti ed un paio di scarpe con tacco alto.
    – Ricordati che devi portare due flutes di champagne, che spero tu abbia comprato buono, e venire qua con un flute vuoto.
    Mentre la serva preparava dei vassoi con salatini e stuzzichini, nella sala l’atmosfera si stava riscaldando.
    L’uomo aveva iniziato a spogliare la donna.
    Le mordicchiava i capezzoli, strappandole gridolini soffusi.
    Gli slip volarono via e anche l’uomo venne spogliato dalle mani avide della donna.
    Quando giunse la cameriera, lei gli stava leccando il cazzo, con calma.
    Il cornuto spalancò gli occhi ed aveva la faccia come un peperone, in uno stato di grande agitazione che stava quasi per fargli cadere il vassoio.
    – Era ora, coglione. Prepara e mettiti in ginocchio davanti a noi.
    Mentre i due continuavano a scaldarsi, comparvero i bicchieri sul tavolo.
    – Tu devi brindare con noi, perché fai parte della coppia: tua moglie e io siamo la coppia e tu sei la serva. Ma non temere, dopo il brindisi sarai molto di più, avrai un nome ed un ruolo ben preciso.
    – Ora ti preparo io l’aperitivo.
    L’uomo prese il calice vuoto e vi mise dentro il cazzo; poi si concentrò perché con il cazzo duro non riusciva ad orinare e dopo che si ammollò un poco, iniziò a riempire il calice.
    – Dopo ce ne sarà dell’altro, ma intanto facciamo un brindisi – e gli porse il calice.
    La serva voleva protestare nuovamente, ma decise di stare zitta, rifiutandosi tuttavia di prendere il calice.
    L’uomo, infastidito, si alzò e gli si avvicinò con la faccia dura.
    – Con queste tue proteste ti sei guadagnato già 20 frustate e se continui di questo passo, non ti potrai sedere per un mese. Ora fatti un regalo: non parlare, ma esegui. Altrimenti, come sai, tua moglie ti molla e si fa pagare tanti alimenti che ti mandano sul lastrico.
    L’uomo chinò il capo e tentò di turarsi il naso con le dita.
    – Ma che fai, cretino, devi assaporarlo bene e con calma.
    La serva bevve, come le era stato ordinato, cercando di nascondere il disgusto agli occhi dei suoi nuovi padroni, che si gustavano la scena e bevevano divertiti il loro champagne.
    – Riempici i calici, serva, anzi ti sei meritata un bel nome; ti chiameremo Samantha, un bel nome da troia. Naturalmente anche serva o altri nomignoli appropriati vanno bene per te.
    Samantha riempì di nuovo i bicchieri e dovette bere anche lei dal calice di nuovo riempito dalla pioggia dorata dell’uomo.
    – Vai a prendere la valigetta rossa in camera da letto, serva.
    Samantha ubbidì e riportò alla moglie la valigetta.
    – Nei giorni scorsi ho comprato dei bellissimi plug ed ora ne proviamo subito uno; quello più piccolo per ora.
    Fece mettere la serva a quattro zampe e introdusse il plug leggermente lubrificato, senza toccare con le dita l’ano della sottomessa.
    Lei fece un sobbalzo e si irrigidì.
    – Per così poco sobbalzi? Ahahahahah
    – Tu non hai ancora capito cosa ti succederà, cara la mia Samantha – la derise l’uomo.
    I due le legarono le mani dietro alla schiena e lei si avvicinò con uno sguardo beffardo.
    – Volevamo metterti una gag, ma penso che un bavaglio più adatto a te sia questo, quello che un vero uomo porta durante il giorno.
    Gli fece aprire la bocca e gli mise dentro a forza gli slip del suo uomo, quelli che aveva usato per tutto il giorno.
    – Ti piacciono? Secondo me sì e comunque ti ci devi abituare alla loro presenza ed al sapore.
    Lasciata Samantha in un angolo da dove poteva gustarsi la scienza, i due tornarono ad abbracciarsi.
    La donna aveva ripreso a succhiare il cazzo dell’uomo, che si indurì in pochi secondi, e si contorceva dalla voglia.
    L’uomo la mise sul letto e le leccò la fica che era già un lago.
    Gridolini e sospiri riempivano l’aria.
    – Guarda quello che facciamo quasi tutti i giorni, Samantha.
    L’uomo entrò nella lagofica d’un sol colpo ed iniziò a stantuffarla con ritmo, infilando il cazzo fino in fondo.
    La donna guardava il marito legato in in angolo, con gli slip del suo uomo in bocca e venne in pochi secondi.
    – Veeengggoooo… siii, ahahahah…
    – Guarda troia cornuta, guarda, come mi scopa un vero uomo. Ahahaha. Ecco .. sì.
    Sembrava un serpente che cerca di divincolarsi ed ebbe un orgasmo squassante.
    Ma l’uomo non si fermò e continuò ad affondare il cazzo con colpi lenti e profondi.
    Le entravano nel cervello e la donna non riusciva a trattenersi dal venire.
    Venne quattro volte, prima che l’uomo si fermasse un attimo.
    I due si guardarono intensamente e si baciarono con passione.
    La donna si avvicinò a Samantha.
    – Hai visto che scopa un uomo? Non quei quattro colpetti che mi davi e venivi subito. Lui non è ancora venuto e ti accorgerai presto che mantiene il cazzo duro a lungo.
    – Ora ci divertiamo.
    – Intanto dobbiamo farti pagare tutti le intemperanze di prima e direi che 25 colpi di frusta vanno bene – disse la moglie.
    – Facciamo 40 – disse lui.
    Samantha ebbe un fremito e cercò di dire qualcosa, ma naturalmente non poteva.
    – Ti tolgo il bavaglio perché voglio sentirti urlare e supplicare, ma sappi che se rompi troppo i coglioni, le frustate diventano 50, 60 o di più.
    L’uomo fece posizionare Samantha a quattro zampe con il culo rivolto in su e prese un frustino di cuoio rosso, da cavallerizzo.
    Si posizionò dietro all’uomo e diede il primo colpo.
    Sciaff.
    Samantha si era aspettata un dolore maggiore e si mosse un poco, senza lamentarsi.
    Sciaff.
    Sciaff.
    Samantha sentiva i colpi, ma non provava grande dolore e decise di sopportarli in silenzio, nella speranza che finisse presto il supplizio.
    Terminati i 40 colpi, Samantha aveva comunque il culo tutto rosso e segnato, ma non troppo dolorante.
    Comunque era tutta sudata.
    – Ascoltami bene, troia – disse l’uomo.
    – Il motivo per cui sei stata frustata in modo molto leggero è perché voleva essere un test eccitante per noi e tua moglie a momenti veniva mentre ti colpivo; inoltre volevo umiliarti e farti capire che, se ti impegni, puoi resistere a varie cose. Ma proprio questo fatto ti fa capire molto bene che ormai sei diventata una schiava, che accetta di subire e stare zitta.
    – Ma io …– tentò di dire Samantha.
    L’uomo le diede un colpo di frusta forte che la lasciò senza fiato.
    – Me ne avete già date abbastanza… questa ha fatto molto male.
    Un altro colpo forte.
    – Aiaaaaaa, Basta ti prego. Basta.
    – Se continui a parlare senza permesso te ne do altri. Ora taci.
    Samantha stava quasi per piagnucolare e si zittì.
    La moglie prese il cellulare e scattò diverse fotografie di quello che era stato suo marito e gli si avvicinò.
    – Quello che hai subito è solo l’antipasto, cara la mia Samantha.
    Si mise a ridere e si avvicinò all’uomo per succhiargli di nuovo il cazzo.
    Quanto ritornò duro, l’uomo si avvicinò a Samantha e le disse.
    – Apri la bocca e lecca il cazzo di un vero uomo, quello che si scopa tua moglie.
    Samantha stava per dire qualcosa, ma quando vide lo sguardo della moglie, che era pronta a prenderla a schiaffi, chiuse gli occhi ed aprì la bocca.
    – Non è che abbiamo dovuto convincerla molto, vero cara?
    – Apri bene la bocca e non fare la timida. Ti piacerà. Il mio cazzo piace sempre.
    Samantha aprì la bocca e prende il cazzo dell’uomo, lo fece entrare per la prima volta nella sua bocca ed assaporò il gusto di un vero maschio.
    – Tu pensavi di avere un marito così troia? Lecca con un certo gusto.
    – Ahahahaha. Hai ragione. Lecca abbastanza bene. Dovremo insegnarle meglio, ma come inizio può andare.
    Samantha continuò a leccare e il cazzo entrava ed usciva dalla sua bocca; a volte le veniva tolto e le si diceva di leccare la cappella e l’asta.
    – Forza, prendilo fino in fondo e prova a leccarmi le palle mentre hai tutto il cazzo dentro fino in gola.
    Samantha si impegnava davvero nel compito, perché stava realizzando che tutto sommato non le dispiaceva farlo.
    E poi una leccatina non sarà la fine del mondo. Poi l’uomo si scoperà ancora sua moglie e poi se ne andrà, pensava Samantha.
    – Guarda come succhia bene, sta troia. Sembra che ci metta convinzione. Le sta piacendo.
    – Sembra anche a me. Chi lo avrebbe detto, eh Samantha?
    – Cosa, cosa? Guarda un po’? Mentre mi sta succhiando il cazzo, sta puttanella si sta scaldando; guarda come cola dalla cb…
    La donna guardava il marito e vedeva che effettivamente dal cazzetto bloccato dalla cb usciva un continuo rivolo di precum, che stava bagnando il lenzuolo.
    – Ma come ti permetti? Noi ti vogliamo sottomettere, umiliare e degradare e tu ci godi? Brutto stronzo, mi stai togliendo tutto il divertimento.
    – Ci volevo andare leggera e farti succhiare un po’ il suo cazzo prima di farmi scopare di nuovo, ma aveva ragione lui. Con una come te bisogna chiarire subito e bene tutto ed andarci giù molto pesante.
    A quelle parole Samantha si bloccò disorientata.
    – Ma ho fatto tutto quello che avete chiesto e sto addirittura succhiando, anche se non mi piace affatto. Non sono gay. Sto facendo tutto per te, amore, per farti felice, nella speranza che questo sia un rito di passaggio e che tutto rientri. Ti amo e lo sai.
    Quelle parole furono come un pugno nello stomaco della donna.
    Intanto l’uomo se la rideva divertito.
    – Cosa hai detto, brutto pezzo di merda? Tutto tornerà come prima? Tu sei diventato un completo deficiente.
    – Tu non hai capito ancora niente. Adesso te lo do io il rito di passaggio.
    La donna si recò nell’altra stanza tornando con un tubetto in mano.
    Si mise davanti al marito e lo guardò dritto negli occhi.
    -Ascoltami bene, brutta merda. Adesso ti faccio inculare da un vero uomo e ti posso assicurare che non sarà una cosa né breve né delicata. Se sei più intelligente di quello che penso ti lubrifichi il culo con questo gel, altrimenti te lo fa a secco.
    Detto questo gli lanciò il tubetto di lube e lo lasciò a lamentarsi andando dal suo uomo.
    Aveva una grande voglia di farsi sbattere e si mise subito a cavalcioni del suo magnifico cazzo.
    Iniziò una cavalcata forsennata che si concluse in pochissimo tempo con un orgasmo squassante.
    L’uomo non intendeva certo terminare di scoparla e la prese con grande forza e la mise sul letto a gambe aperte.
    Prima di infilarla, guardò Samantha, che li guardava umiliata ed inebetita, con il tubetto in mano.
    – Guarda, troia, il cazzo che tra poco ti sfonderà, guarda come fa godere la mia donna; perché ricorda che lei è la mia donna, non la tua. Lei rimane tua moglie e tu la dovrai riverire e trattare come una regina.
    – Lascia stare quel deficiente e scopami. Sarà un gran divertimento vedere come te lo inculi.
    L’uomo spinse il cazzo dentro la lagofica ed iniziò a pompare con ritmo lento e cadenzato.
    Ad ogni colpo affondava in lei fino in fondo e la faceva sobbalzare.
    Andava avanti con colpi poderosi e lenti.
    Questo modo di sbatterla la faceva impazzire e lui lo sapeva bene.
    La portò ad altri due orgasmi e poi le disse di girarsi.
    – A tua moglie piace che la inculi; puoi vedere come faccio, così poi sai come comportarti.
    A quelle parole Samantha sembrò risvegliarsi ed iniziò a piagnucolare.
    – Cara, perché mi fai questo. Non voglio. Non voglio che mi penetri. Farò tutto quello che vuoi e glielo lecco ancora se vuoi, ma non farmi penetrare. Ti prego.
    Lei lo guardò con una smorfia dura in volto e si aprì le chiappe per accogliere il cazzo del suo uomo, che non si fece scrupolo ad infilarlo.
    La inculava tutte le volte che si incontravano ed ormai il suo cazzo entrava bene dentro di lei.
    Era stata la prima volta per lei, ma ricordava come l’avesse penetrata con delicatezza e calma e come non avesse affatto sofferto.
    Sentì il cazzo che entrava in lei e diede un ultima occhiata al marito, prima di lasciarsi andare alle sensazioni di essere sfondata.
    – Dai inculami a fondo, sbattimi.
    L’uomo la stava penetrando in profondità e lei sospirava ad ogni movimento del cazzo nel suo culetto.
    Chiudeva gli occhi e si gustava l’inculata; le sembrava che la stesse penetrando il cervello e senza toccarsi stava raggiungendo lo stesso un orgasmo.
    Era una donna molto calda, che l’uomo era riuscito a stimolare nel giusto modo e ne aveva fatta una troia insaziabile.
    – Dai, sbattimi più forte. Inculami…. Ahahahah.
    Samantha aveva smesso di lamentarsi e le era sfuggito il tubetto di mano.
    Aveva la bocca aperta e guardava con gli occhi sbarrati la moglie che si stava facendo inculare di gusto.
    L’uomo diede un’occhiata a Samantha e si concesse un lungo sorriso.
    – Dai, dai, daaaaa iiiiiiii. Siiii vengoooo, vengoooooo gghertrttr..
    Uscivano suoni gutturali incomprensibili dalla bocca della donna, che godeva come un’ossessa, mentre l’uomo continuava a sfondarle l’ano con colpi profondi.
    L’orgasmo durò parecchi secondi e poi pian piano la donna si calmò e l’uomo sfilò il cazzo ancora duro.
    I due amanti si coccolarono un po’ e poi lei prese l’iniziativa.
    – Un orgasmo anale è raro, ma tu me ne hai già fatti provare alcuni. Sei fantastico.
    – Grazie cara, anche tu sei fantastica.
    – Andiamo ad occuparci della troia e vediamo se è stata almeno intelligente.
    I marito li guardava e non sapeva più cosa dire; li vide avvicinarsi.
    – Noto che non hai usato il lubrificante. Peggio per te. Davvero peggio per te.
    – Ma io non voglio. Mi rifiuto. Anzi questa pagliacciata è durata anche troppo, me ne vado.
    Fece per alzarsi dal letto, ma la moglie fu più veloce e gli diede due manrovesci con tutta la sua forza.
    – Cosa hai detto, brutto coglione? Te ne vuoi andare? Vuoi uscire dalla mia vita? Accomodati, ma sappi che te la farò pagare cara e salata e mi dovrai mantenere per tutta la vita.
    – Vattene subito e lasciami con il mio uomo, esci di qui, che mi hai rotto le palle. Subito.
    Samantha iniziò a singhiozzare, sommessamente.
    Era incapace di reagire, ma non si mosse.
    – Ho detto vattene.
    – No non voglio, non… posso andarmene dalla tua vita. Non vivo senza di te. Ti prego non scacciarmi. Dimmi cosa devo fare, farò tutto quello che vuoi, ma non farmi penetrare.
    Lei si rivolse all’uomo e si scambiarono uno sguardo di intesa.
    Avevano già preparato tutto in anticipo e sapevano come trattare il marito.
    – Fai qualsiasi cosa?
    – Si, cara, qualsiasi cosa, tutto ciò che vuoi.
    – Intanto mi dovrai chiamare Padrona e non cara e poi ti prendo in parola. Vai a prendere un piatto.
    Samantha corse via felice e tornò in un battibaleno.
    – Grazie cara, scusa Padrona, ecco il piatto.
    La donna si avvicinò e lo guardò dritto negli occhi.
    – Avrei potuto farti inculare in mille modi, ma quello che accadrà mi darà una grande soddisfazione. Ascolta bene; puoi scegliere tra farti inculare e mangiare la mia cacca, che farò adesso in questo bel piatto.
    – Prima che tu apra la bocca, ti dico subito che devi scegliere in fretta, perché davvero mi sono stancata e se non rispondi veloce, ti sbatto davvero fuori di casa.
    – Deciditi.
    Samantha la guardò con gli occhi sbarrati, ma il disgusto per l’alternativa lo sopraffece.
    Sconfitto ed umiliato, abbassò lo sguardo e disse solamente: Va bene.
    – Cosa va bene?.
    – Fagli fare quello che volete.
    – Devi essere molto chiara.
    – Fammi penetrare da lui.
    – No, no, non si fa così; ci hai rotto le palle ed adesso devi metterti in ginocchio davanti a lui e supplicarlo di incularti. Muoviti.
    Samantha rimase ferma e accennò ad un no con il capo, ma poi incrociò lo sguardo della moglie e si arrese alla sconfitta.
    Si inchinò davanti all’uomo e disse a bassa voce.
    – Per favore mettimelo dietro.
    – Mettimelo dietro? Devi essere molto più esplicita, Samantha.
    – Allora, inculami.
    – Non ti sento e non è un buon segno.
    – Ti prego, inculami, fammelo entrare nel culo – la voce era salita di tono ed era rotta dall’emozione.
    L’uomo diresse lo sguardo alla donna.
    – Hai visto? Un po’ di insistenza ed ha ceduto. Te lo avevo detto che bisognava minacciarlo. E siamo solo all’inizio.
    – Caro il mio maritino. Non pensare che avrei mai fatto la cacca nel piatto. Te l’ho detto, come ha detto lui, per farti decidere di farti inculare e tu ci sei cascata come una deficiente.
    La donna era di nuovo eccitata e si accorse solo allora che il marito non aveva aperto il tubetto di lube.
    Un lampo di luce le pervase il viso.
    – Sei un cretino, lo sapevo, e ora mi gusterò la scena ed i tuoi lamenti mentre verrai inculato, visto che non ti sei nemmeno messo un po’ di lubrificante.
    – Noooo, aspetta, mi sono dimenticato. Dammi il tubetto per favore, che me lo metto subito.
    – Eh no, caro il mio frocetto, ormai è tardi. Sono tutti cazzi tuoi.
    – Ma dai ti prego, aspettate un attimo e fatemi almeno questa cortesie. Ho accettato tutto… per favore.
    – Non piagnucolare come una femminuccia, fai l’uomo, una volta tanto, ed accetta la sconfitta, accetta il cazzo del mio uomo ed accetta che sei un coglione per non esserti unto il culo quando te lo avevamo detto.
    Samantha continuava a supplicare, ma i due buttarono in un angolo il tubetto di lube e l’uomo si fece succhiare il cazzo per farlo diventare bello duro.
    – Girati troia e non farti ripetere sempre le stesse cose. Se ti muovi è peggio per te e ti consiglio di rilassarti, altrimenti ti spacco letteralmente in due.
    Samantha continuava a lamentarsi, ma sempre più fievolmente.
    L’uomo si fece leccare per bene il cazzo e poi si mise il preservativo.
    Sputò sul buco stretto e vi introdusse un dito, prima piano e poi fino in fondo.
    – Haaaaa, piano per favore…
    – Per un dito? Hahahahaha.
    L’uomo ritrasse il dito e poi sputò di nuovo per reinfilarlo.
    Dopo un paio di andirivieni lo ritrasse un po’ sporco.
    – Guarda sto frocetto come è sporco. Non deve capitare mai più. Deve tenersi pulito e lavato quel culo da troia che si ritrova, così potremo sfondarlo come e quando vogliamo.
    L’uomo andò dietro a Samantha e puntò la punta del cazzo al buco, che si ritrasse e si chiuse ermeticamente.
    – Se non ti rilassi, ti farò davvero male. Ti conviene essere meno tesa e quando sentirai che il cazzo entra un poco, agevolarlo spingendo come quando vai in bagno.
    – Dammi un po’ di gel o glielo rompo davvero e se vedo uscire del sangue mi incazzo proprio.
    Prese un po’ di gel e lo mise su tutto il cazzo e spinse prima un dito e poi quasi due nel buco sino ad allora inviolato.
    Puntò di nuovo la cappella e spinse un po’.
    – Piano piano, fermo per favore…
    – Fermo un cazzo, spingi e cerca di accogliere il mio cazzo.
    Spinse un po’ di più e la cappella entrò quasi.
    Allora l’uomo la ritrasse e poi la rispinse dentro, per poi ritrarla, fino a che tutta la cappella era entrata.
    Samantha ansimava e continuava a dire di fare piano e di fermarsi, ma ormai era consapevole che sarebbe andato avanti.
    L’uomo decise che era il momento e spinse con decisione il cazzo, finché entrò tutto.
    – Me lo spacchiiiii, fai piano. Davvero, mi stai distruggendo. Fermatiiii.
    La donna si avvicinò al marito e gli disse all’orecchio.
    – Intanto adesso ti faccio qualche bella foto e poi chiederò a lui che ti inculi forte ed a fondo, facendoti male e sbattendoti come la troia che sei. Mi godrò la scena e magari mi masturberò.
    – Noooooo, ti prego, non farmi delle foto e non farmi fare male. Ti pregooo…
    Ma le foto erano già state scattate e l’uomo aveva iniziato l’opera di demolizione del culo vergine del marito cornuto e ormai frocio.
    I lamenti erano incessanti e Samantha si muoveva cercando di fuggire da quel cazzo che la penetrava come un tizzone ardente.
    L’uomo andava avanti imperterrito e menava colpi di cazzo con le palle che sbattevano sulle chiappe rosse e segnate.
    Intanto la donna si era messa comoda e si era infilata due dita in fica, che aveva ricominciato a colare umori.
    – Stai zitta troia, che in fondo so che ti piace essere trattata così.
    – E poi se non ti piace, peccato, perché dovrai farci l’abitudine.
    I colpi si susseguivano con un ritmo incessante e la donna si stava masturbando infilandosi adesso tre dita nella fica e guardando goduta la scena.
    – Che troia di marito ho sposato; uno che si fa inculare e non si ribella neanche tanto. Dai sbattilo forte e fagli male.
    I lamenti si erano affievoliti e ormai Samantha si era rassegnata a venire sbattuta. Tanto valeva che provasse a sopportarlo al meglio.
    L’uomo menava colpi furiosi e intanto la moglie era quasi giunta all’ennesimo orgasmo.
    – Avevi ragione, avevi proprio ragione a trattare mio marito così. Oddio… che goduriaaaa. Ahhhhhh.
    Esplose in un orgasmo guardando Samantha che si stava facendo distruggere.
    Calmatasi un poco, andò davanti al marito e gli diede le dita da annusare.
    – Senti come odorano di donna in calore, che si è masturbata mentre tu ti fai sbattere come un frocio. Da ora sei davvero una frocia.
    L’uomo sbatteva dentro il suo cazzo e menava colpi forsennati, senza mai fermarsi e Samantha era stremata e tutta sudata, con la faccia tra le mani, gemendo.
    D’un tratto l’uomo decise che era il momento di venire.
    Uscì di colpo dal culo di Samantha e tolse il preservativo.
    – E’ tutto sporco. Che sia l’ultima volta che capita o saranno davvero grossi problemi per te. Ora guarda come una gran donna lecca il cazzo e riceve il meritato regalo.
    L’uomo si mise davanti alla donna che gli prese in bocca il cazzo e se lo fece sparire tutto dentro.
    Leccava con avidità e in poco tempo l’uomo le eruttò un fiume di lava calda in gola.
    – Ahhhhh…
    Un lungo gemito di puro piacere emerse dalla bocca dell’uomo e la donna ingoiò con gusto ed avidità tutto, ripulendo per bene il cazzo.
    – Sai, ti avrei fatto bere il suo sperma, ma mi piace troppo. E poi ci sarà tempo.
    La donna si avvicinò a Samantha e le mollò una manata il più forte possibile sulle chiappe.
    – Vai a lavarti che fai schifo e prepara la doccia che noi tra poco veniamo. Non ti osare a fare la doccia anche tu. Per te c’è la vasca da bagno. Muoviti.

    II

    Erano rimasti soli, dopo che lui, l’uomo di casa, aveva fatto la doccia insieme alla donna e si erano asciugati.
    Il marito aveva dovuto assisterli in bagno, portando gli asciugamani e la biancheria pulita.
    La donna si stava rilassando sul divano ed aveva un’aria beata e felice.
    Samantha era seduta su una sedia e guardava il pavimento.
    Non resistette molto e volle dire la sua.
    – Senti cara, oggi sono successe tante cose, per me brutte, ma io ti amo profondamente. Possiamo parlare un po’ di quello che è successo e del nostro futuro? Ti prego…
    La donna sembrava assorta nei suoi piacevoli pensieri e quasi non gli badò.
    – Allora cara?
    Si riscosse e lo guardò serena.
    – Non ho voglia di parlare. Sto bene e mi voglio godere questo momento. Lasciami tranquilla.
    – Ma ti prego dobbiamo discutere e arrivare a capirci. Io sono sempre tuo marito e quello che mi ha fatto … che mi avete fatto … è…
    La donna si irrigidì e si riscosse.
    – Hai fatto passare la gioia del momento, mi hai infastidita e urtata. Mi stai rompendo le palle e non capisci quando è il momento di stare zitto.
    – Ma io… voglio solo parlare di noi…
    – Non c’è un noi, ci sono solo io. Ogni volta che penso che dovrei andarci piano o che potrei risparmiarti qualche umiliazione o sofferenza, capisco che lui ha ragione e devo andare avanti dritta per la mia strada.
    – Cosa vuoi dire? Che strada? Aspetta…
    Lei lo guardò a lungo con uno sguardo duro ed inflessibile.
    – Vieni ad inginocchiarti davanti a me. Subito.
    Lui pensò che fosse un modo per riavvicinarsi a lei ed eseguì.
    Quando lo ebbe di fronte, Lei gli diede uno schiaffo.
    – Da oggi ed anche da prima tutto è cambiato tra noi. Tu non l’hai ancora compreso bene, ma io si.
    – Ti parlerò chiaramente e senza freni, così capisci bene.
    – Tu sei mio marito per pagare i miei conti e magari per presentarci all’esterno come coppia quasi normale. Magari ho detto e magari no.
    – Ma io… cosa…?
    – Stai zitto. Anzi stai zitta e ascolta o ti schiaffeggio di nuovo.
    – Da ora in poi tu sarai Samantha, dentro e fuori e in casa indosserai solo indumenti femminili, la cb e il plug. Mi servirai come una cameriera, preparerai i pasti, pulirai, laverai…
    – Sarai la donna di casa e io mi riposerò e sarò servita da te. Inoltre potrò scopare, come già faccio, con chi mi pare e tu dovrai servire me e il mio uomo, come meglio vorrò.
    – Ma cara… ti prego non farmi questo…
    – Non ho ancora finito e non ti azzardare a chiamarmi cara.
    – Il mio uomo, che ovviamente non sei tu, ha detto che sei adatto davvero a diventare una bella troia e quindi la tua trasformazione in Samantha diventerà definitiva. Dovrai avere cura del tuo corpo, tenerti pulita ed in ordine, depilarti molto bene e imparare a truccarti e vestirti. Solo per queste cose, se farai la brava, ti potrò insegnare ed aiutare.
    Ormai distrutto, il marito la guardava impietrito.
    Tentò di aprire bocca, ma la richiuse. La guardava imbambolato e non si muoveva.
    Poi di colpo sembrò rianimarsi.
    – Insomma, mi pare che esageri. Ho fatto tutto quello che hai chiesto, ma questo… Non voglio e … non lo faccio. Ecco. Non lo faccio… Dai, amore, ti prego, non chiedermi tutte queste cose… Dai …
    Si inginocchiò ai suoi piedi e glieli baciò spontaneamente.
    La donna lo lasciò fare per qualche minuto, poi gli prese il mento nella mano e gli fece alzare il viso, delicatamente.
    L’uomo sembrò sollevato ed abbozzò un sorriso.
    La donna lo guardò divertita e gli diede un manrovescio con tutta la sua forza.
    L’uomo quasi cadde per terra e per lo stupore misto ad dolore si prese la faccia tra le mani e si mise a piangere.
    Tra singhiozzi e mugolii, l’uomo cercava di articolare parole e frasi, senza grande risultato.
    La donna lo guardò e scosse la testa.
    Non disse una parola e si diresse a passo svelto nella camera da letto, lasciandolo per terra a piagnucolare.
    Tornò dopo pochi minuti, vestita di tutto punto.
    – Me ne vado, per sempre. Ti contatteranno i miei avvocati e vedrò di fare buon uso delle foto che ho scattato quando facevi la troia. Addio.
    – Nooooooo. Non puoi farlo. Nooo… no non lasciarmi, non andare via. Sei la mia vita, ti amo più di me stesso. Non andare.
    L’uomo la prese per le gambe e cercò di trattenerla.
    Lei si divincolò dandogli un calcetto e si diresse verso l’uscita.
    – Ti prego, ti supplico, faccio tutto quello che vuoi, divento quello che vuoi con i tuoi amanti, mi … vesto… faccio tutto, ma non lasciarmi… Non lasciarmi mai…
    La donna si fermò vicino alla porta e prese il telefono.
    – Ciao. Ho qui di fronte a me il verme che striscia e implora. Cosa devo rispondergli, secondo te?
    – Vuoi vederlo? Certo facciamo una video chiamata.
    La donna attivò la telecamera ed inquadrò il marito in ginocchio che la supplicava.
    Al poveretto apparve il viso sprezzante e duro dell’uomo che lo aveva inculato senza pietà e le sue parole ebbero un effetto dirompente.
    – Ascoltami bene, testa di cazzo. Tua moglie e io avevamo già previsto questa situazione, ma è divertente che tu ti umilii in questo modo.
    – Ora davanti a me ed a lei dici quello che ti diciamo di dire e lo fai con convinzione. E’ la tua ultima possibilità.
    – Dimmi bene cosa sei. Sei un frocio rottinculo impotente che si fa sfondare da chi vuole tua moglie?
    L’uomo lo guardava con la bocca aperta.
    – Sei il solito coglione. Non ho capito.
    – Ssssi…
    – Devi ripetere cosa sei, coglione.
    – Sssono un …frocio, ecco.
    – E poi?
    – E poi mi faccio scopare da chi vuole mia … moglie.
    – Dagli un altro schiaffo, così impara a farmi fare tutta questa fatica per fargli dire quattro parole.
    La moglie stava per colpirlo quando l’uomo disse.
    – Va bene. Sono un frocio, rotto nel culo e mi faccio inculare da chi volete voi due.
    – Vedi che non è difficile? Hai proprio sposato un coglione, ma senza coglioni. Ci vediamo più tardi amore.
    La donna chiuse la conversazione e tornò dal marito.
    – Cara Samantha, ora vai a comprare l’occorrente per tenerti sempre pulita, ossia per farti clisteri e lavande; inoltre acquisti le creme ed i trucchi che ti ho scritto sul foglio che trovi in salotto.
    – Poi vai a fare la spesa e vedi di sbrigarti ad arrivare per preparare cena. Io esco a fare acquisti.
    La giornata trascorse tranquilla per la donna, che si rilassò facendo compere in centro e passando dalla sua estetista di fiducia.
    Trovò la ragazza che era ormai diventata un’amica; era la responsabile del settore depilazioni e trattamenti corpo e volle parlarle a lungo.
    Uscì soddisfatta e con un sorriso grande che la rendeva ancora più luminosa.
    Giunse a casa.
    – Ciao Samantha. Cosa hai preparato per cena.
    – Cara, cioè signora, ho comprato tre tipi di antipasto di pesce di quelli che ti piacciono tanto e tra poco dovrebbe arrivare la cena che ho ordinato nel tuo ristorante preferito. Se vuoi assaggiare anche gli altri antipasti, li servo, altrimenti li possiamo mangiare domani.
    – Ho anche comprato un paio di bottiglie di Veuve Clicquot millesimato già fresche. Ho pensato anche al dolce.
    La donna non si era nemmeno tolta le scarpe e lo guardava divertita.
    – Bene bene, vedo che vuoi festeggiare. Hai ragione, Samantha, è giusto festeggiare la tua nuova vita. Toglimi le scarpe stando in ginocchio e baciami i piedi, con un lieve massaggio.
    Samantha eseguì senza fiatare.
    – Ora vado a fare un doccia veloce e intanto tu prepara cena. Dobbiamo parlare.
    Samantha era felice. Pensava di aver preso la moglie per il vero giusto e si compiaceva di aver organizzato alla perfezione il pasto e l’accoglienza.
    Poteva uscire da quella situazione con stile ed eleganza e decise di giocarsi tutte le carte.
    Accolse il fattorino con la cena e la tenne in caldo.
    Si andò a vestire di tutto punto e preparò la tavola in maniera accurata, finendo appena in tempo prima che la moglie arrivasse.
    Lei indossava una semplice maglietta, senza reggiseno, ed un paio di pantaloncini attillati. Era in libertà e si mise a ridere vedendo il marito in giacca e cravatta.
    – Fai davvero ridere, o forse no, perché un cameriere, anzi una cameriera è sempre molto ben vestita. Servi la cena Samantha.
    Lei era affamata ed iniziò a gustarsi tutte le delizie a base di pesce che il ristorante sapeva preparare alla perfezione.
    Samantha aveva riempito i bicchieri e stava aspettando che la moglie volesse brindare.
    – Dimenticavo. Il brindisi. Allora, cara Samantha, brindiamo alla tua ed alla mia nuova vita.
    Bevve un lungo sorso.
    – Ti spiego cosa ho fatto oggi pomeriggio.
    – Intanto stasera ti permetto di stare vestita come un uomo, perché non hai capi di vestiario adatti da indossare, ma domani vai a fare acquisti e ti spiego dove e cosa prendere.
    – Inoltre tu non mi devi più considerare tua moglie; io sono la tua Padrona e ti conviene ricordarlo bene. Gli appellativi cara, tesoro o chiamarmi per nome li devi assolutamente evitare e in casa mi devi chiamare Signora, Padrona o Mistress. Fuori faccio eccezioni, ma non esagerare.
    Samantha la guardava inebetita.
    – Hai acquistato quello che ti ho detto?
    – Si, cara, scusa, Signora. Tutto.
    – E ti sei fatta il clistere?
    – Per la verità no. Non ho avuto tempo ancora.
    – Male. Per questo sarai punita.
    – Ma aspetta… io…
    – Stai zitta e ascolta. Oggi sono stata dalla mia estetista e le ho parlato di te. Hai bisogno di una depilazione fatta con cura, soprattutto in zona genitale e lei sa il fatto suo.
    – Ti ho prenotato un appuntamento domani alle 10,00, ma ci devi andare come Samantha.
    – Le ho spiegato che da qualche tempo hai strane voglie e che ti metti la mia biancheria, che vuoi depilarti e che guardi sempre filmini porno di travestiti. Ti aspetta per divertirsi ad umiliarti e deriderti.
    – Prima che apri quel cazzo di bocca, che deve rimanere chiusa, ti dico che ci andrai con la cb, che devi sempre indossare, con il plug rosso arcuato e con la biancheria intima che trovi sul letto.
    Samantha stava per dire qualcosa, ma provò un senso di frustrazione e di delusione così grande, che non riusciva a profferire parola.
    – Ora, visto che almeno hai la decenza di stare zitta. Fammi finire queste delizie e vai subito a farti il clistere. Io mangio con calma. E togliti quei vestiti da uomo, ho cambiato idea. Mettiti quello che pensi che ti si addica e lasciami sola.
    Terminò la cena con calma e si scolò più di metà bottiglia.
    Era satolla e soddisfatta, ma la serata era ancora lunga.
    Si diresse in salotto e chiamò Samantha.
    La vide arrivare con le calze autoreggenti, lo slip ed una maglietta che lei aveva preparato per il giorno dopo. E nient’altro.
    Sorrise divertita.
    – Troppo facile vestirti con le cose che ti ho preparato per domani. Toglitele subito.
    Samantha eseguì e la guardò, coprendosi con le mani la gabbietta.
    – Togli quelle mani da clito in gabbia e vai a prendere un cucchiaio di legno in cucina. Prendi anche un sacchetto di colore rosso che trovi nello studio.
    Ritornò velocemente e gliele porse.
    – Mettiti a quattro zampe che ti devo punire per tutte le rotture di coglioni che mi hai procurato.
    Prese il cucchiaio e lo sfregò sulle chiappe ancora segnate e rosse di quello che era stato suo marito.
    – Te ne darò 20, ma devi ritenerti fortunata, perché lui te ne avrebbe date molte di più. Conta.
    Sciaff.
    Il primo colpo prese Samantha alla sprovvista e sobbalzò.
    – Uuuno.
    Sciaff.
    – Due.
    Dopo la prima decina la donna diede colpi con grande violenza.
    – Ahhhh un… undici.
    – Se sento ancora altri mugugni, parole o espressioni che non siano numeri ed i numeri giusti, te ne do tante che dovrai andare all’ospedale.
    Al ventesimo colpo la donna vedeva il culo di Samantha tutto pieno di stampi del cucchiaio e ne fu soddisfatta.
    Si alzò con calma e si tolse i pantaloncini e gli slip.
    – Vieni qui e leccamela, ma non devi toccarmi con le mani. Solo la lingua.
    Samantha eseguì con piacere e pensò che almeno evitava sofferenze; gli era sempre piaciuto leccare la fica alla moglie.
    – Ciao amore. Sì tutto bene. Ho battuto un po’ la frocia e ora me la sto facendo leccare. Dopo le faccio quello che sai. Non è giusto che ti sia divertito solo tu oggi.
    La situazione aveva acceso la voglia e la donna era su di giri. Chiuse la chiamata e si gustò l’attimo.
    – Muovi quella lingua frocia. Sbrigati a farmi venire. Dai…
    – Così, dai. Lecca la fica che non potrai mai più avere, mai più. Daiiiii siii
    – Leccaaaa… troiaaa. Te lo faccio spaccare quel culooo.
    Non poteva trattenere l’orgasmo.
    – Ahhhh vengooo…. Continuaaaa.
    Si divincolò ancora un po’ e poi le disse di pulire bene e leccare tutti gli umori.
    – Ora viene il bello. Guarda cosa ho comprato oggi. Ti piacerà.
    Prese dal sacchetto rosso un grosso strapon nero, con le venature.
    – Guarda con cosa ti sfondo adesso, ma prima vai a prendere un imbuto. Veloce.
    Samantha non sapeva cosa fare o dire e andò in cucina a prendere un imbuto.
    – Sdraiati e non ti muovere.
    Gli mise l’imbuto in bocca.
    – Se te ne perdi una goccia, mi incazzo di brutto. Ora bevi e zitta.
    La donna iniziò ad emettere getti controllati di pipì nell’imbuto, che Samantha deglutiva.
    – Ora la faccio di seguito, quindi deglutisci veloce o ti scappa e sono guai.
    La fece tutta diretta nell’imbuto e si gustò la faccia del marito, con tutte le smorfie ed il disgusto stampati in viso.
    – Sei stata quasi brava. Da ora in poi piscerò solo nella tua bocca e dovrai fartela piacere, perché vederti con quella faccia disgustata mi fa incazzare.
    – Asciuga le ultime gocce dalla mia fica, poi alzati e dammi lo strapon.
    Samantha eseguì e nel darle lo strapon lo tenne un attimo in mano guardando la moglie con aria supplicante.
    – E’ inutile che mi guardi così, una troia come te deve essere aperta e sfondata e ora è il mio turno. Siccome è la prima volta ti farò ungere bene.
    – Prendi il tubetto che trovi nel sacchetto ed infilati tu stessa il gel nel culo, perché non voglio certo infilarci io le dita. Muoviti.
    Mentre Samantha eseguiva, la donna andò davanti a lei e con calma indossò il grosso strapon, facendoglielo vedere bene.
    Poi prese a masturbarlo oscenamente, come avrebbe fatto un uomo prima della monta.
    – Basta gel, è ora.
    Era eccitata e voleva scopare duro quella frocia del marito.
    Puntò la cappella nera al buchetto già martoriato.
    – Ora ti penetro e sai già che se spingi entra prima. Sappi che io entro e ti spacco, come e per quanto voglio. Se mi agevoli e ti rilassi è solo meglio per te.
    Samantha tirò un sospirone e cerco di rilassarsi spingendo, per agevolare l’ingresso del cazzo.
    La donna prese quasi la rincorsa e con un gran colpo di reni spinse più forte che poteva ed infilò quasi tutto il cazzone nero nel culo del marito.
    – Haaaaa…. Haaaaa…Nooooooo… pianooo mi spacchi tutto… fa malissimo…
    – Ti ti prego… haaaaa. Togliloooo…
    La donna stava sorridendo e prese saldamente per i fianchi Samantha e estrasse un po’ il cazzo, per poi infilarlo di nuovo con un sol colpo.
    – Haaaaaa… Daiiiii… ti preeeegoo…
    La donna tolse all’improvviso il cazzo e il marito emise un altro grido.
    – Ora ti metto la gag, perché mi hai rotto i coglioni con tutti i tuoi lamenti. Tanto ti sfondo senza pietà e tu te lo prenderai tutto in ogni caso. Meglio se te lo fai piacere.
    Dopo avergli messo la gag, la donna si diresse di nuovo dietro a Samantha.
    Contemplò un attimo il culo tutto rosso e segnato dai venti colpi di cucchiaio e sorrise soddisfatta.
    Mise il cazzo nero sul buco e spinse facendolo entrare in sol colpo.
    – Aaaargggg… nnrrrr…
    La poveretta emetteva suoni disarticolati, mentre la donna iniziava a sbattere il cazzone fino in fondo.
    Poi lo ritraeva e con tutta la forza lo risbatteva fino in fondo.
    Iniziò a sbattersela con forza e velocemente.
    Menava colpi duri e sempre più veloci.
    – Te lo spacco tutto quel culo da troia che ti ritrovi. Hai capito, brutta merda? Da oggi sei una frocia passiva e ti faccio sfondare da chi dico iooooo.
    – Intanto ti apro per bene e te lo dico subito che ti scopo a lungo stasera.
    – Gggggggnn… haaaaa… nnnngg…
    I suoi si mescolavano ai colpi del bacino della donna che sbattevano forte sulle chiappe martoriate.
    – Domani non puoi sederti senza ricordarti chi sei e cosa ti ho fatto oggi. Sei una troiaaaaa.
    La donna era scatenata e menava colpi all’impazzata, tenendo Samantha per i fianchi.
    Si stava eccitando di brutto, ma voleva controllarsi ed andare avanti a lungo. Allora si diede una calmata ed abbassò il ritmo dei colpi.
    Prese un ritmo più lento, ma continuava ad affondare il cazzo fino in fondo, strappando gemiti e gridolini al marito.
    Andò avanti una ventina di minuti, finché sentì salire un orgasmo, che ormai non poteva essere trattenuto.
    Allora la donna prese a sbattere il marito con tutta la forza che aveva.
    – Tieni puttana, troia rottinculo. Ti sfondooooo.
    – Vengooooo, te lo spaaacco.. Haaaaaaa.. siiii… vengoooo…
    La donna continuava a menare colpi e veniva squassata da un orgasmo molto forse, che la fece vibrare.
    Andò avanti per quasi un minuto, godendo come una matta.
    Si calmò a poco a poco e sfilò di colpo il cazzo dal culo slabbrato di Samantha; la spinse via con le mani.
    La donna si accasciò sfatta e guardò il marito per terra davanti a lei.
    – Questo è solo il principio, ma non torneremo mai più indietro. Ora vai a lavarti, che mi fai schifo.

    Schiavolc replied 2 years, 11 months ago 1 Member · 0 Replies
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