Sono passati 7 giorni e mi sono vagamente ripreso dalla Signora Valentini. Non posso riposare oltre, devo guadagnare altri soldi. È venerdì e ho un’idea, mi dirigo al mare.
Arrivo ed entro subito nella spiaggia, è mezzogiorno ed è già affollato di turiste (le Donne fanno tutte il week end lungo) molte sono da sole, i loro tappetini sono probabilmente a casa a fare i mestieri. Indosso il mio collare da leccapiedi pubblico, la mia speranza è che essendo in ferie troverò Padrone più rilassate e generose. Faccio pochi metri che subito sento una voce:
– ehiii guarda un leccapiedi! – mi giro e vedo due ragazzine giovani, avranno si e no 18 anni, abbronzate,una bionda in bikini giallo con smalto bianco, l’altra mora con bikini e smalto rossi.
– vieni qui schiavo! Ho i piedi bollenti, mi serviva proprio un bel massaggio rinfrescante – dice la bionda… ho già trovato le mie prime clienti. Mi avvicino, mi inginocchio sulla sabbia rovente ai piedi del lettino della bionda, le porgo il guinzaglio del mio collare e bevo un sorso di una lozione all’eucalipto, è disgustosa ma avrà un effetto rinfrescante sulla pelle dei suoi piedini. Lei impugna il guinzaglio e mi tira verso di se finchè la mia faccia è ben piantata sotto le sue piante dei piedi.
– dai schiavo, non perdere tempo, leccami i piedi! Comincia dalle piante, lingua larga e leccate lente – obbedisco, lecco le piante cercando di togliere il grosso della sabbia e ingoiandola. Bevo un altro sorso e continuo a leccarle i piedi
– Aahhh è magnifico, ci voleva proprio una bella leccata di piedi – dice la bionda – verme, succhiami le dita, una per una!- c’è ancora un po’ di sabbia, la raccolgo con la lingua e la ingoio.
– dopo me lo passi vero? – dice la mora – certo Tesoro ci mancherebbe. Tu verme succhia bene! – mi da un calcio in faccia – apri la bocca – ci infila tutto il piede poi comincia a tirare il guinzaglio in modo che le dita mi arrivino in gola – succhia succhia, verme schifoso – dice ridacchiando e tirando il guinzaglio. Il suo piede mi soffoca ma continuo a succhiarlo. Lo tira fuori e con noncuranza ci infila l’altro, pompandomelo in gola con ritmo – ti scopo la bocca col piede schiavoooo – ridono assieme. Mi tira un po’ di calci in faccia poi passa il guinzaglio all’amica che lo reclama.
– vieni, vieni schiavo. Lecca un po’ i miei su su – bevo la lozione e continuo il mio lavoro. Anche i suoi piedi sono abbastanza insabbiati, li pulisco per bene con la lingua.
– delizioso! Come lecchi bene, leccapiedi – sorride. Comincio a soffrire, la sabbia mi graffia la lingua, la sabbia mi ustiona le ginocchia, il collo fa male perché anche la mora continua a tirare il guinzaglio, soffocandomi e strofinandomi i piedi sulla faccia e sulla mia lingua esposta. Le succhio le dita di un piede mentre lei con l’altro mi stampa delle pedate su un lato del viso. Dopo alcuni minuti mi lasciano libero, la bionda getta una banconota da 10 euro sulla sabbia – sparisci verme!.
Mi alzo e proseguo il mio cammino tra le sdraio. Faccio pochi metri che una ragazza da sola alza gli occhi dalla rivista che sta leggendo, mi fissa e schioccando le dita indica i suoi piedi. Non mi parla neanche, mi inginocchio, un sorso di lozione e comincio a leccarle i piedi. Anche i suoi sono pieni di sabbia, credo che oggi mi toccherà mangiarne un bel po’. Le ginocchia fanno un male cane, la sabbia è caldissima. Lecco e lecco, le piante i talloni, succhio le dita e vi infilo la lingua. Passano i minuti, lei non dice niente, legge, si rilassa e si gode il mio massaggio orale. Dopo altri minuti mi fermo un attimo, non sento più la lingua, ho sete, le ginocchia bruciano. Mi arrivano subito tre calci in faccia, forti, di pianta
– continua a leccare, schiavo. Non ti ho detto di smettere – è la prima volta che sento la sua voce. Con la faccia dolorante continuo a leccarle le piante. Mi tiene ai suoi piedi ancora mezz’ora, memore delle pedate in faccia non smetto di leccarli neanche un secondo. Altro calcio in faccia – può bastare, tieni – mi congeda dandomi 5 euro. La ringrazio e proseguo-
– qui leccapiedi! –
– no l’ho visto prima io! –
Due ragazze si litigano i miei servigi – okkei, usalo tu ma poi me lo passi, va bene? –
– okkei Tesoro – intanto mi sbatte i piedi in faccia – tu lecca, cane! – con la faccia sepolta sotto le sue piante insabbiate tiro fuori la lingua e lecco
– com’è, è bravo?
– mah, ho avuto di meglio – mi tira dei calci in faccia – impegnati, cane, lecca meglio –
Con rinnovato vigore continuo a leccarle i piedi per diversi minuti. Le ragazze chiacchierano e spettegolano di lavoro e di tappetini – … da non credere, l’ha ammazzato! A calci in faccia! – e – dovevi vedere com’era ridotta la faccia del suo tappetino… – e – domani sera c’è la festa, tu lo porti il tuo? –
Intanto io continuo a leccarle i piedi. L’amica mi reclama – qui, cane, lecca i miei! – a quattro zampe raggiungo il suo lettino e incollo la lingua ai suoi piedi. Altra sabbia da mangiare. Lecco per dieci minuti, mi mandano via dopo avermi dato 5 euro in due. Il pomeriggio passa, ho leccato piedi ad altre sei ragazze.
Proseguo il mio cammino, sono in condizioni pietose, ho bisogno di una pausa. C’è un bar, entro per bere un po’ d’acqua. La titolare mi guarda un po’ schifata – ehi non serviamo leccapiedi qui… –
– la prego signora solo un sorso d’acqua – supplico
– mmmh guarda se vuoi l’acqua c’è la postazione lava piedi vuota attualmente.. tra poco è ora di aperitivo e odio che le ragazze entrino nel locale con i piedi insabbiati. Poi devo pulire io! –
– ma veramente…- balbetto
– dai schiavo non farti pregare.. potrai bere a volonta.. poi se mi ci fai serata di darò dieci euro ok?-
Ho una sete tremenda e poi i soldi mi fanno gola. Accetto. Mi conduce alla postazione: una buca nel cemento con una botola a due ante bucata nel mezzo. Sopra la buca un doccino col temporizzatore e un pulsante. Vicino alla buca un cartello “si prega la gentile clientela di pulirsi i piedi dalla sabbia prima di entrare, grazie”. Entro nella buca, mi rimane fuori solo la testa. Lei chiude la botola e mi imprigiona nel pavimento.
– ooh vediamo se funziona – preme il pulsante ed un getto d’acqua cade dal doccino sopra la mia faccia. Ne approfitto per sciacquarmi la bocca e per bere qualche sorso, dopo dieci secondi si interrompe.
– bene schiavo, ora che hai la bocca pulita, leccami i piedi! – si sfila un’infradito e mi porge la pianta da leccare. Non è insabbiata ma è un po’ sudata. Mi infila in bocca tutto il piede, si fa succhiare bene le dita poi ripete l’operazione con l’altro piede. Quando è soddisfatta preme di nuovo il pulsante, sciacquando la mia faccia, pronta così per la prossima cliente. – buon lavoro, schiavo, a dopo – mi sorride e se ne va.
Io mi guardo un po’ intorno, ma dopo pochi secondi arriva già la prima cliente, una ragazza un po’ in carne, mora, molto carina. Senza neanche degnarmi di uno sguardo mi da una pedata in faccia, capisco che devo tirare fuori la lingua. Ci strofina sopra la pianta del piede piena di sabbia a lungo, fino a completa pulizia. Mi infila poi il piede in bocca, la mia lingua frulla tra le sue dita raccogliendo la sabbia. Estrae il piede ormai pulito dalla mia bocca, si infila l’infradito e mi sbatte in faccia l’altro piede, sempre strusciandolo sulla mia lingua. Le succhio le dita ripulendole, poi se ne va premendo il bottone. Come uno sciacquone del cesso. Qualche secondo di respiro ed arriva un’altra ragazza, mi dice solo una parola: – lingua – io obbedisco e la tiro fuori, anche lei la usa per togliersi la sabbia dalle piante dei piedi e tra le dita prima di infilarsi le ciabattine. Preme il pulsante, getto d’acqua, se ne va. Riesco a dare un’occhiata e prima che altri piedi insabbiati mi entrino in bocca vedo che ormai si è formata una colonna di ragazze che attende il mio servizio. Ora è un susseguirsi di piedi in faccia, dita in bocca, calci in faccia, mangio etti di sabbia e annego sotto innumerevoli getti d’acqua, le ragazze mi usano senza pietà, come se fossi un oggetto… e per loro lo sono… passano i minuti e poi le ore, la mia lingua non si ferma un secondo, non vedo altro che piante dei piedi insabbiate calare sulla mia faccia di continuo.
Ormai è buio, non so a quante ragazze avrò pulito i piedi, forse duecento, forse di più… da qualche minuto non ne passano più ed io posso finalmente respirare. Sento le serrande del bar abbassarsi, finalmente chiudono e potrò andare a casa, penso. Arriva la titolare – tutto bene, leccapiedi? Sei vivo? –
-si Signorina- riesco a mormorare – ma sono sfinito, la prego mi liberi –
– tra un minuto – mi dice lei sorridendo – prima saresti così gentile da leccarmi via il sudore dai piedi? Sono stata in piedi tutta la sera ed ho proprio bisogno di un bel massaggio con la lingua, perfavore… – non colgo il suo tono ironico.
– la supplico… signorina… non ce la faccio… mi lasci andare la imploro…-
Mi arriva una serie di pedate in faccia – forse non mi sono spiegata: leccami i piedi, merda! Sennò ti tengo chiuso lì tutta la notte! – si siede su un muretto lì vicino, si accende una sigaretta ed accomoda i suoi piedi sulla mia faccia – lecca bene.. dai impegnati, merda sennò ti spacco la faccia a calci – le sue pedate in faccia mi hanno risvegliato e lecco i suoi piedi impegnandomi al massimo. Sono sudati, un po’ odorosi e impolverati, insisto sulla pianta, vedo che le piace e la rilassa. Le succhio le dita una ad una poi le prendo in bocca tutte, carezzandole con la lingua mentre si muovono nella mia bocca. Si fa leccare i piedi per venti minuti dopodiché mi libera, mi paga e mi fa cenno di sparire. Corro a casa, ho guadagnato circa 70 euro ma sono distrutto e dormo per due giorni.