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L’ascesa di Kora Kaai
Montana 2028
Conoscete quella sensazione che si prova quando si attende qualcosa così tanto quasi da non riuscire a stare fermi? Quel prurito, quell’eccitazione che cresce sempre più quando il countdown si avvicina allo zero.
Melody continuava a guardare l’ora sul suo smartphone, era un modello vecchio, lento e la vita della sua batteria era quasi finita, cosa che la costringeva a ricaricarlo quasi tre volte al giorno.
“Smetti di giocare sempre con quel coso e vai a divertirti davvero con qualche ragazzo della tua età”
Quante volte Melody aveva sentito sua madre ripetere quelle parole? Cento volte? Mille? Ma come poteva pretendere che una ragazza di diciannove anni facesse qualcosa del genere nel 2028? Internet era il vero mondo dei giovani, non usare uno smartphone significava isolarsi da tutto e da tutti e Melody non poteva permetterselo, non quando aveva una vita davanti a se e di certo non quando su internet c’era una cosa, una persona, che attendeva con ansia.
“Ma la mia terribile attesa è finalmente finita” la ragazza dai lunghi capelli biondi si disse mentre continuava ad osservare il suo smartphone e vedeva gli ultimi clienti lasciare la squallida caffetteria dove era stata assunta un mese prima.
Franklin, il suo capo era un uomo scontroso di circa cinquanta anni, robusto e calvo, non era di certo un grande amante dell’igiene e fumava quasi tre pacchetti di sigarette al giorno, ma nonostante tutto era una brava persona e non aveva esitato un secondo quando la ragazza lo aveva supplicato per un lavoro, dopo essere stata licenziata da un piccolo supermercato locale, altrettanto squallido. Melody aveva bisogno di soldi, doveva aiutare la zia malata e lo stipendio della madre non era sufficiente a coprire le spese mediche…o almeno questo era ciò che la ragazza aveva detto a Frank.
“Dai, è quasi l’ora” Melody disse, già col il cartello “Chiuso” tra le mani.
Finalmente dopo un lungo mese avrebbe ricevuto la sua prima paga, era un momento così atteso che la ragazza quasi saltellava per la gioia. All’inizio non era stato facile accettare di non essere pagata ogni venerdì, ma non poteva certo rifiutare quel lavoro, aveva disperatamente bisogno di quei soldi e avrebbe solo dovuto stringere i denti all’inizio. Ma adesso era finalmente arrivato il momento e la faccia della ragazza era raggiante quando Frank la chiamò nel suo ufficio e le diede tutto il suo stipendio in contanti.
-Sei proprio sicura di non volere un’accredito in banca?-
-Sì, mio padre non ha mai amato le banche ed io sono cresciuta seguendo le sue orme, meglio cash –
Ovviamente Melody non poteva certo dirgli che lo faceva per nascondere l’esatta cifra dei suoi guadagni alla madre che era solita controllare il suo conto corrente e gestire le sue finanze con il rigore che solo una madre commercialista potrebbe avere…e no, sua madre non capiva nulla di quelle cose, era solo un insegnante di inglese alle elementari.
“Se solo lei sapesse che guadagno il doppio di quello che le ho detto” Melody pensò con un sorriso, felice di aver elaborato quell’inganno che poteva rivelarsi davvero molto utile in futuro.
Ma per quale motivo tanta segretezza, perchè una ragazza di diciannove anni aveva bisogno di nascondere tanto denaro? No, nessuna droga. Ma il segreto di Melody non era certamente meno oscuro e se rivelato avrebbe distrutto la sua vita ed ogni rapporto con la sua rigorosa e bigotta madre.
La ragazza rientrò in casa un’ora dopo aver salutato Frank e dopo essersi velocemente tolta le scarpe di ginnastica sporche e logore, Melody corse in camera sua e con attenzione chiuse a chiave la porta. Sua madre non sarebbe tornata in città prima di un’altra ora, ma non voleva correre nessun rischio di essere scoperta e chiudere una porta a chiave era semplice e veloce. Melody mise dentro il cassetto della sua scrivania la metà del suo stipendio che poco dopo avrebbe mostrato alla madre, ignara che il resto era appena stato depositato su una carta prepagata segreta che la ragazza utilizzava per fare acquisti online.
“Finalmente ci siamo, dopo un lungo mese di assenza” Melody disse quasi tremando per l’emozione mentre il suo computer, più vecchio e lento del suo smartphone, si accendeva rumorosamente, la ventola di raffreddamento che sembrava il rotore di un elicottero.
Usare la modalità in incognito era la prassi per lei da molti anni ormai, fin da quando aveva scoperto un fantastico mondo del tutto sconosciuto alle sue compagne di classe, troppo occupate a leggere romanzi rosa o vedere delle smielate serie tv su Netflix. Melody sapeva di essere diversa dagli altri, e no, essere lesbica non era certo una cosa rara ormai, sebbene come tanti si vergognasse di dirlo a sua madre che faceva parte di quel gruppo di omofobi che continuavano a lottare per proteggere la famiglia “tradizionale” nonostante fosse il 2028 ed il mondo intorno a loro fosse cambiato già da un bel pezzo.
Dopo più di un mese, Melody tornò a pigiare sulla tastiera una sequenza i tasti ben precisa e dopo qualche interminabile secondo di attesa, finalmente era di nuovo nel suo sito preferito: Ultrafans.
Chissà cosa avrebbe pensato sua madre se avesse saputo che la sua preziosa figlia spendeva gran parte dei suoi guadagni su quel sito, dove pagava per vedere video e foto di un’altra ragazza…e non erano certo foto sexy “normali”.
Melody aveva sempre nascosto a tutti il suo foot fetish, un segreto ancora più imbarazzante di essere una lesbica. Diciamoci la verità, se ti piacciono le ragazze è una cosa, se ti piacciono i loro piedi è un’altra. E Melody a non solo piacevano i piedi ma ne era totalmente ossessionata e nascondere una cosa del genere non era stato affatto facile, soprattutto durante gli anni del liceo, dove negli spogliatoi era quasi impossibile per lei non guardare di nascosto i piedi delle sue compagne, o trattenersi dal correre ad annusare le loro scarpe mentre loro erano a fare ginnastica. Però la ragazza aveva trovato un altro modo per soddisfare la sua perversione e il fanstatico mondo di internet l’aveva aiutata ad accettare quello che era e le aveva fatto comprendere che lì fuori c’erano tante persone come lei. E così la ragazza aveva trascorso quasi la totalità del suo tempo libero davanti il suo computer, osservando video o leggendo storie erotiche e presto il feticismo dei piedi divenne solo una della sue perversioni.
Ma Melody era ancora insoddisfatta, e non importava quanti orgasmi avesse tra le mura della sua piccola stanza, lei sentiva che le mancava qualcosa, uno scopo. La ragazza aveva dimenticato da tempo come si fosse imbattuta in quella pagina ultrafans, come aveva scoperto la più bella ragazza del mondo, ma ricordava perfettamente cosa aveva provato la prima volta che le aveva inviato una mancia, che aveva pagato quella Dea per l’onore di poter essere una dei suoi migliori follower, sperando magari che un giorno quell’essere perfetto si accorgesse di lei.
Melody non sapeva perchè continuava ad iscriversi per un solo mese, una parte di lei le diceva che lo faceva perchè sperava di poterne uscire più facilmente, poter abbondare quella che era diventata una enorme dipendenza, ma un’altra parte, che risiedeva nella zona più oscura della sua mente e della sua anima, le diceva che invece lo faceva per pagare di più, perchè non sarebbe stato giusto avere uno sconto per vedere quella ragazza incredibile, per vedere quei piedi divini che non avevano rivali nel mondo e che meritavano tutta la sua devozione e tutti i suoi soldi.
“Vediamo cosa mi sono persa” Melody si disse, cominciando a scorrere tra le foto ed i video che erano stati postati nelle ultime settimane e la ragazza si fermò solo quando individuò l’ultima foto che aveva visto.
La foto che la sua Dea aveva postato appena due ore dopo la scadenza del suo abbonamento, era semplice ma non per questo meno meravigliosa. La donna dei suoi sogni doveva essere seduta ai piedi del suo letto con le gambe accavallate ed aveva focalizzato l’obiettivo della sua camera sul suo favoloso piede destro che occupava il centro dell’immagine come una reliquia da adorare, un oggetto del desiderio che avrebbe fatto strisciare come vermi le decine di migliaia di followers al cospetto della loro meravigliosa Dea, sperando di poter avere l’onore di poterla servire e riverire.
Melody non ci pensò due volte e cliccò sul tasto della mancia, non aveva importanza che avesse appena pagato per iscriversi nuovamente al canale di quella ragazza fantastica, doveva fare di più per meritarsi la visione di qualcosa di così perfetto. Gli occhi della ragazza tornarono a fissarsi su quel meraviglioso piede e sulla cavigliera d’argento impreziosita da delle piccole sfere celesti e Melody non riuscì a trattenersi, sbottonandosi i jeans e muovendo la sua mano sempre più in basso tra le sue gambe.
Sotto il piede della Dea che era a mezz’aria, si potevano intravedere gli stivaletti che la donna doveva appena essersi tolta, prima di mettersi quelle belle pantofole rosa che si potevano vedere sulla parte destra della foto, insieme a quella parte del piede sinistro, ancora dentro una calza grigia, che non era nascosta dalla gamba incrociata della Dea.
Le mani di Melody si muovevano ormai freneticamente ed i suoi gemiti si facevano sempre più forti, ma non c’era pericolo che qualcuno la sentisse perche la ragazza aveva messo una canzone di Taylor Swift ad alto volume. Poi mentre immaginava tutte le cose perverse che avrebbe potuto fare con quei piedi meravigliosi e quanti soldi avrebbe potuto donare di nascosto alla sua Dea, la ragazza sentì il suo orgasmo farsi sempre più vicino.
– Oh sì, ti amo mia Dea…prenditi i miei soldi, prenditi tutto… oh mia Kora Kaai! –
Cinque anni prima…
Ch 1
Era quasi mezzogiorno quando un piccolo e malandato autobus arrivò alla fermata finale del suo breve ma intenso viaggio. I freni emisero un rumore acuto e l’autobus si fermò con difficoltà sulla strada mezza ghiacciata di quel paesino sperduto tra le Dolomiti. Degli anziani, seduti fuori un bar nonostante il freddo, si dimenticarono per un attimo della loro partita a carte ed osservarono con attenzione quella gente sconosciuta scendere dal bus.
Il gruppo di turisti era molto variegato, c’erano anziani, giovani, italiani e stranieri. Ma tutti avevano una cosa in comune, quello sguardo pieno di stupore mentre osservavano i monti innevati davanti a loro. L’ultima a scendere dal bus fu una giovane donna, non poteva avere più di 25 anni o almeno così sembrava. La ragazza respirò profondamente quell’aria pura che in città potevano solo sognarsi. Il freddo era intenso, ma era una sensazione piacevole e la giovane sorrise mentre si accarezzava le guance con le mani nude…i guanti già pronti per essere indossati. Kora, questo era il suo nome, aveva la pelle chiara, gli occhi castano scuro come i suoi lunghi capelli, che però in quel momento erano seminascosti da un cappellino di lana rosa, e labbra sottili e delicate.
Mentre il suo sguardo era perso in quel meraviglioso panorama, come il resto dei suoi temporanei compagni di viaggio, Kora pensò di aver fatto un ottima scelta. Quel piccolo villaggio non aveva nulla da invidiare a cittadine ben più famose, che erano solite spennare i turisti durante le vacanze invernali. I monti erano gli stessi, la neve anche e non le sarebbero certo mancati ristoranti e alberghi a 5 stelle. No, aveva fatto bingo e non vedeva l’ora di cominciare la sua avventura.
Dopo aver salutato una famiglia di turisti del Surrey con cui aveva fatto amicizia durante il viaggio, Kora tirò fuori dalla tasca una mappa della cittadina e si mise a cercare la via dove avrebbe trovato il suo piccolo B&b. Certo, avrebbe potuto usare il suo smartphone e localizzare il posto in un istante, ma la ragazza si era promessa di stare più lontano possibile dalla tecnologia in quei giorni. E Kora seppe di aver fatto ancora una volta la scelta giusta quando trovò la piccola struttura e provò un ondata di soddisfazione per esserci riuscita da sola, o quasi, ma di certo senza l’aiuto di Mr GPS. La coppia di anziani che gestiva il B&b era molto cortese e dopo averle offerto una bevanda calda, le mostrò la graziosa stanza che sarebbe stata la sua casa per una settimana. La camera non era molto grande, ma la vista era magnifica e l’arredamento sembrava trasmettere quel calore di cui tanto avrebbe avuto bisogno dopo un avventura tra la neve.
Prima di cominciare a disfare le valigie, Kora si tolse i pesanti indumenti che servivano a proteggerla dal freddo e rimase con un leggero maglione di lana azzurro e dei Jeans corti alle caviglie, i suoi preferiti. La moquette sul pavimento era morbida e pulita perciò Kora decise di togliersi i calzini ed un fremito di gioia la attraversò quando i suoi piedi nudi entrarono in contatto con la moquette, che le solleticava le delicate piante mentre la ragazza quasi volteggiava per la felicità per tutta la stanza, pensando agli splendidi giorni che aveva di fronte a sè, e pazienza se non aveva trovato nessuno con cui condividere quei momenti.
Non era passata neanche un’ora quando la neve cominciò a cadere sul piccolo villaggio. Kora scoppiò a ridere per la gioia, attendeva con ansia quel momento così emozionante e non potè fare a meno di gettarsi a pancia in su sul letto ed osservare senza sosta i fiocchi di neve cadere fuori dalla finestra, con la testa poggiata delicatamente tra le mani e dondolando dietro di sè i suoi piedi per aria in modo quasi ipnotico, il tintinnio della sua cavigliera d’argento che avrebbe incantato un serpente come il suono di un flauto.
-Questa pista è perfetta se si vuole imparare a sciare –
L’addetto dell’impianto sciistico sembrava aver capito subito che Kora non aveva mai indossato un paio di sci in vita sua ed era stato tanto gentile da spiegarle le basi di quell’attività che la ragazza aveva visto solo in tv.
-Penso che per oggi mi dedicherò solo all’esplorazione di questo bosco, ma grazie lo stesso – Kora disse all’uomo prima di salutarlo e dirigersi verso quel luogo che tanto la incuriosiva.
Non pensava che fosse così divertente scivolare giù da una montagna, ma esplorare quei luoghi e chissà, magari vedere qualche animale della zona, aveva tutto un altro fascino per lei.
Dopo aver verificato di avere nello zaino tutto quello di cui poteva aver bisogno e di essersi ripromessa di non spingersi troppo in là, Kora si incamminò da sola verso il bosco ma non aveva paura, c’erano diversi turisti in giro e non pensava proprio che le autorità avrebbero permesso alla gente di entrare liberamente in quella zona se ci fossero stati animali feroci.La neve era tanta e diverse volte la ragazza sprofondò con un piede rischiando di cadere goffamente. Ma era divertente, molto divertente…soprattutto quando capitava agli altri. Un giovane uomo davanti a lei, anche lui in esplorazione solitaria, ad un certo punto cadde e rotolò giù per diversi metri. Per un attimo Kora si spaventò ma poi le risate dello stesso giovane la rassicurarono.
-Se rotolavi un altro pò arrivavi a valle – Kora disse al ragazzo quando fu a pochi metri da lui.
-Scommetto che la cosa ti avrebbe divertito molto – rispose lui con un accento palesemente spagnolo, mentre si rialzava a fatica.
Il ragazzo le sorrise e si rimise il cappello che aveva perso cadendo, era parecchio alto, con la pelle olivastra ed un naso aquilino.
-Sono Jorge, L’abominevole cascatore delle nevi – si presentò lui porgendole la mano protetta dal freddo da uno spesso guanto giallo.
-Ed io sono Kora, la principessa senza sci – la ragazza rispose, inciampando a sua volta nella neve profonda mentre si avvicinava al ragazzo.
-Sicura di non appartenere alla mia stessa razza? Anche tu mi sembri un’esperta in cadute –
I due ragazzi scoppiarono a ridere e senza che se ne accorgessero, la loro avventura solitaria si era trasformata in una gita tra amici. Kora e Jorge esplorarono il bosco per diverse ore, videro diversi animali e condivisero un pranzo leggero ma piacevole. La compagnia di un’altra persona li aveva però resi imprudenti ed i due giovani si spinsero sempre più in profondità nel bosco, dove non c’era più traccia degli altri turisti.
-Perchè hai deciso di venire qui da sola? – Jorge le chiese ad un certo punto, osservando con attenzione la sua nuova compagna di avventure.
Kora non rispose subito, un velo di tristezza sembrò calare sul suo viso, come se un brutto ricordo avesse spazzato via per un istante la gioia di quel giorno tra la neve.
-Non avevo nessuno con cui condividere questa esperienza, tutto qui – Kora rispose infine e Jorge capì che era meglio non insistere con le domande, non voleva rattristare la sua nuova amica.
-Guarda, questa discesa è perfetta per l’abominevole cascatore delle nevi – ed il ragazzo cominciò a rotolare giù, presto seguito da Kora che non aveva nessuna intenzione di restare indietro.
Le risate dei due riecheggiavano tra quei luoghi deserti, poi le risate divennero grida quando il terreno sotto di loro scomparve. Erano stati imprudenti, avevano sottovalutato la montagna ed i suoi pericoli, ma erano giovani fortunati e la loro caduta fu solo di pochi metri, su un cumulo di neve.
-Ci è mancato poco, che stupido sono stato – Jorge disse quando riprese fiato, girandosi a guardare la sua compagna di avventure che invece era rimasta per terra con una smorfia di dolore in viso.
-Che succede, ti sei fatta male ? –
-Credo di aver messo male la caviglia cadendo – Kora disse, trattenendo le lacrime, non voleva apparire debole, neppure in quel momento difficile.
Una bella giornata si stava trasformando in un incubo e tornare indietro fu molto difficile con la ragazza in quelle condizioni. Ma i giovani erano forti e due ore dopo riuscirono ad uscire dal bosco sani e salvi. Kora zoppicava vistosamente ma si rifiutò di farsi vedere da un medico, nonostante le proteste di Jorge.
-Sei proprio testarda eh – le disse il ragazzo – Lascia almeno che ti aiuti a tornare nella tua stanza d’albergo –
-E’ un B&b – lo corresse Kora – comunque, se non ti crea disturbo, un po’ di aiuto non mi farebbe male. E poi posso offrirti un tè caldo come ricompensa –
-Non mi perderei quel tè caldo per nulla al mondo –
Giunti nella camera di Kora, Jorge la aiutò a togliersi la tuta da neve umida e la fece sedere sul letto. La ragazza aveva amato il freddo della montagna ma in quel momento non potè che amare il calduccio della sua stanza.
-Potresti aiutarmi con gli stivali per favore? – Kora chiese gentilmente
-Certo – rispose Jorge, inginocchiandosi sulla moquette e togliendo con delicatezza gli stivali da neve di Kora, stando attento a non farle male alla caviglia ormai parecchio gonfia – Sei proprio sicura che non vuoi chiamare un medico? –
-Sicurissima – disse la giovane togliendosi quasi con violenza i calzini umidi e lanciandoli per terra – Un pò di riposo e sarò come nuova. Tu cosa hai piuttosto? Ti senti male Jorge? – Kora chiese osservando il giovane, la sua faccia diventata improvvisamente rossa come un pomodoro.
Pianeta terra chiama Jorge! Ci sei? Sveglia! –-Hmm..cosa stavi dicendo? – rispose il giovane che sembrava terribilmente distratto da qualcosa.
-Ti ho chiesto se ti senti male, sei diventato tutto rosso. E’ per la mia caviglia? E’ per questo che ti sei incantato ? Dai non è così male, sveglia su – Kora disse alzando il piede e sventolandolo vicino alla faccia del ragazzo, cercando di risvegliarlo da quello strano tepore in cui era caduto.
La mente di Jorge era attraversata da mille pensieri, era bastato così poco per mandare in tilt il suo cervello che molti definivano geniale. Ma come poteva non reagire davanti a qualcosa di così strabiliante, ad un’opera cosi perfetta che sembrava essere stata scolpita da Dio in persona? Come poteva rimanere insensibile quando si era ritrovato davanti i piedi più belli che avesse mai visto? Kora gli era sembrata da subito una ragazza fantastica, carina, solare e molto dolce. Ma chi poteva mai immaginarsi che la parte più strabiliante di lei fosse nascosta sotto quei pesanti stivali da neve? Non era stata certo la caviglia gonfia della ragazza ad ipnotizzare il giovane Jorge, ma quei piedi relativamente piccoli, con dite lunghe ed eleganti, con unghia perfettamente curate ma prive di smalto. E la cavigliera, che fortunatamente indossava nella gamba sana, rendeva il tutto ancora più sensuale…
-Scusami ma devo andare –
-Di già? Non vuoi il tè che ti avevo promesso prima? – chiese Kora stupita e preoccupata per la strana reazione di Jorge.
-Sarà per la prossima volta, riposati –
E così, veloce come un fulmine, il ragazzo scomparve.
CAP 2
Quella sera Kora andò a dormire presto. Dopo aver assaggiato la splendida cena che la coppia di anziani aveva gentilmente condiviso con la loro ospite, la ragazza aveva lentamente risalito le scale ed era tornata nella sua stanza, con la caviglia sempre più gonfia.
“Forse dovrei davvero chiamare un medico” Kora pensò, utilizzando del ghiaccio per cercare di ridurre il gonfiore. Ma la caviglia non era l’unico pensiero che la donna aveva in testa. Come mai Jorge era fuggito via in quel modo? Il suo nuovo amico non le sembrava affatto un tipo che poteva scioccarsi per una caviglia gonfia.
-Proprio non capisco – Kora disse ad alta voce, osservando prima la sua caviglia e poi i suoi piedi ancora una volta senza calze.
La ragazza aveva sempre odiato indossarle in casa, e quando era fuori, non vedeva l’ora di togliersi scarpe e calze e lasciar respirare i suoi piccoli piedi. In realtà a Kora sarebbe piaciuto molto poter andar in giro scalza dovunque, sentire il terreno sotto le piante dei piedi, persino quei sassolini, che a volte potevano essere così fastidiosi, potevano essere fonte di divertimento, solleticandole i piedi e facendola ridere a crepapelle.
Ricordava bene i rimproveri di sua madre quando era corsa a piedi nudi sull’asfalto per inseguire il pallone con cui stava giocando insieme ai suoi fratelli, che erano più molto grandi di lei ma amavano giocare con la loro piccola sorellina. Ricordava lo stato dei suoi piedi quella volta, non aveva mai più rivisto le sue piante nere come allora e di certo ricordava cosa era successo quando era rientrata in casa ed aveva camminato sopra il grande tappeto bianco del salone. Sua madre non l’aveva mai sculacciata, nemmeno quando era una bambina, ma non era riuscita a frenarsi alla vista di quel tappeto con sopra le perfette orme nere dei piccoli piedi di sua figlia.
Quasi senza rendersene conto, Kora si sfiorò il sedere, quasi come se potesse ancora sentire il dolore di quella volta. Però non era triste, erano ricordi di un tempo felice ed avrebbe pagato per rivedere ancora una volta sua madre, persino la sua spaventosa versione infuriata. Kora tornò a studiare i propri piedi, ed osservando con attenzione l’arco plantare, si domandò come sarebbero potuti diventare se avesse camminato scalza da quel momento in poi.
“Probabilmente potrei dire addio a questa pelle, morbida come quella di un bambino. Incredibile persino i miei talloni…e senza usare mai una crema idratante!”
Poi Kora sentì le sue palpebre farsi sempre più pesanti e poco dopo aver spento la luce della sua piccola stanza, si addormentò ripensando a quello che era successo quel giorno ed a quel ragazzo così carino e così misterioso.
La mattina seguente la caviglia stava decisamente meglio e dopo aver tirato un sospiro di sollievo, Kora fece colazione e ricominciò ad esplorare la graziosa cittadina che sembrava già molto più affollata del giorno precedente.
“Il natale si avvicina e tutti sono in vacanza” pensò Kora mentre osservava un gruppo di bambini correre con dei regali impacchettati in mano, senza aver paura di scivolare sulla strada ghiacciata e rompere quello che i genitori gli avevano appena comprato.
Per un attimo pensò di fare shopping come tutti gli altri, ma scartò quell’idea rapidamente. Kora aveva un altro piano, ma non aveva la minima di idea di come realizzarlo.
“Non posso mica andare in giro a chiedere alle persone se hanno visto un ragazzo spagnolo…” pensò grattandosi la testa, ancora una volta coperta dal suo cappellino di lana rosa.
Come trovare Jorge? E lui sarebbe stato felice di rivederla? Kora temeva di averlo offeso in qualche modo anche se non le era ancora chiaro come. In ogni caso doveva trovarlo e ringraziarlo per quello che aveva fatto il giorno precedente, senza di lui non sarebbe mai riuscita ad uscire dal bosco ed a ritornare al B&b.
La ragazza pensò che un buon modo per cominciare la sua ricerca fosse tornare dove si erano incontrati per la prima volta. Dopo aver salutato da lontano il maestro di sci che il giorno precedente voleva darle delle lezioni, Kora si diresse al limitare del bosco, per fortuna la caviglia non le faceva molto male, ma sarebbe stato comunque troppo rischioso avventurarsi al suo interno come aveva fatto con Jorge, questa volta rischiava di essere sola e di rimanere bloccata lì se il dolore fosse tornato all’improvviso.
C’erano molte famiglie in giro ma nessuna traccia di quel ragazzo spagnolo che era quasi diventato un ossessione per lei e Kora non potè che domandarsi il perchè, dopotutto non si era mai davvero interessata in quel modo ad un ragazzo prima di allora. Forse la ragione era la sua fuga così repentina e misteriosa?
“Devo sapere” Kora si disse, mentre osservava le persone attorno a lei, cercando in vano un volto familiare e con il naso aquilino.
Diverse ore dopo, ormai stanca e rassegnata, la ragazza tornò indietro a testa bassa, non solo non aveva trovato Jorge, ma aveva anche sprecato uno dei pochi giorni di vacanza che aveva, e per cosa poi? Per un ragazzo che conosceva appena e che forse si era già dimenticato della sua esistenza? Per quanto ne sapeva, Jorge poteva essere in giro con la sua fidanzata in quel momento o magari era con lei al calduccio, davanti un camino. Kora cercò di mettere da parte quei pensieri che peggiorarono subito il suo umore ed era così nervosa che quasi non si accorse di essere andata a sbattere contro il maestro di sci che stavolta non aveva il casco di protezione e sfoggiava i suoi capelli incredibilmente ricci.
-Allora ti aspetto domani per quella lezione? – le disse l’uomo che aveva una mascella così squadrata da poter ambire ad un ruolo nel prossimo film di Terminator.
-Non credo proprio che la mia caviglia lo permetterà – Kora rispose, prima di voltarsi forse un po’ scortesemente e riprendere i suoi passi. Ma un istante dopo la ragazza si bloccò, le era appena venuta un idea – Mi scusi, non ha per caso visto un ragazzo spagnolo in giro? Alto, pelle olivastra, naso aquilino… –
Sapeva che era una domanda stupida, quell’uomo vedeva centinaia di persone durante il giorno…ma la risposta dell’uomo la colse di sorpresa.
-Non stai parlando del signor Ramos vero? So che esce raramente dal suo chalet, è quello grande lassù – e cosi dicendo le indicò il più grande e sicuramente lussuoso chalet della zona che doveva avere una vista spettacolare sulla valle.
-Non penso proprio, sto parlando di un ragazzo – Kora rispose sconsolata, per un attimo il suo cuore aveva fatto un balzo per la gioia.
-Di che età parliamo? Il signor Ramos non potrà avere più di trent’anni –
-Gli occhi di Kora si illuminarono.
Da dentro il lussuoso chalet non proveniva nessun rumore, solo una fioca luce filtrava da una finestra in alto e Kora pensò che poteva essere il camino, poco prima infatti aveva visto del fumo diffondersi dalla canna fumaria, segno che qualcuno era in casa. Ma quel posto era davvero di Jorge? O stava facendo un terribile sbaglio ed il famoso signor Ramos era uno sconosciuto che avrebbe anche potuto denunciarla per essere entrata senza permesso nella sua proprietà?
“Beh, tecnicamente non ho ancora messo un piede dentro lo chalet e fuori non ci sono steccati o cancelli…” la ragazza pensò per un istante, prima di tornare ad osservare la finestra in alto, cercando qualcosa che potesse aiutarla a raggiungerla e poter spiare all’interno.
Ovviamente non c’erano scale in giro, sarebbe stato troppo facile e Kora sapeva di non essere una ragazza molto fortunata. Ma alla fine trovò qualcosa che poteva esserle utile. Non lontano, c’era una catasta di legna, la finestra non era molto in alto, le sarebbe bastato impilare solo qualche pezzo di legno ed avrebbe compiuto con successo quella prima parte della sua missione. Kora però era una ragazza gracile e non fu affatto facile spostare la legna che le serviva sotto la finestra. Stava cominciando a sudare e la ragazza fu costretta a togliersi il cappellino di lana, prima di mettere il primo piede sulla legna ed “arrampicarsi”.
L’interno dello chalet era molto lussuoso, da quello che poteva vedere l’arredamento non sembrava affatto moderno ma la ragazza pensò che fosse una precisa scelta stilistica e che in realtà tutto lì dentro era nuovo di zecca. I suoi occhi studiarono l’ampia sala ed in particolare modo la ragazza cercò di osservare la zona vicino il camino. Il suo respiro stava cominciando a creare della condensa nel vetro della finestra e non fu facile capire se all’interno ci fosse qualcuno o no. Kora cercò di pulire il vetro con i suoi guanti e di avvicinare il più possibile la sua faccia alla finestra, non era miope ma non aveva neanche gli occhi di un elfo. All’improvviso le sembrò di scorgere un movimento e Kora mosse rapida la sua testa per individuare la persona che era appena entrata nel suo raggio visivo.
-AAARGH ! –
L’urlo di Kora riecheggiò forse per tutta la valle, il suo movimento era stato troppo brusco e la legna sotto di lei si era mossa, facendola cadere rovinosamente per terra. Come detto, Kora non era una ragazza fortunata, sarebbe potuta cadere sulla neve e fine della storia…ma no, lei cadde su un bel pezzo di legno duro e la sua schiena non ne fu affatto felice.
Mentre la ragazza continuava ad ululare per il dolore, una porta si aprì e Kora si accorse solo dopo diversi secondi che, allertato da quel rumore, un uomo era corso fuori dallo chalet ed era ora a pochi passi da lei
-Kora? –
La voce di Jorge era inconfondibile, anche in quel momento così confuso e doloroso, la ragazza poteva percepire subito il suo forte accento spagnolo anche se non poteva dire da quella sola parola, se il giovane fosse preoccupato per lei o arrabbiato per averla trovata fuori da casa sua, mentre chiaramente lo stava spiando.
-Ti sei fatta male? Lascia che ti aiuti –
Jorge non attese la sua risposta, le afferrò delicatamente le braccia e l’aiuto a rimettersi in piedi. Mentre Kora si toccava la schiena, nel punto in cui era caduta sopra la legna, il ragazzo la osservava preoccupato.
-Spero tu non abbia niente di rotto, hai già la caviglia in brutte condizioni –
-Questo dolore mi ha fatto dimenticare quello della caviglia, ma non credo di essermi rotta qualcosa – Kora rispose, cercando di riprendere fiato e sperando che il dolore passasse presto.
-Sei sicura? Forse è meglio se andiamo al pronto soccorso… –
-No, ti prego – la ragazza si affrettò a dire – Magari puoi offrirmi tu stavolta una tazza di tè –
-Che tè bollente sia allora! –
L’interno dello chalet era ancora più maestoso di quello che la ragazza aveva intravisto dalla finestra, prima della sua caduta disastrosa. Kora si fermò ad osservare dei trofei con delle maestose teste di cervo e per un attimo sentì dei brividi scorrere sulla sua pelle.
-Non preoccuparti, sono solo delle imitazioni, molto dettagliate e molto costose – Jorge intervenne divertito
-Non pensavo ti piacessero queste cose…cacciare –
-Ci sono molte cose di me che non sai, ma no, non mi piace la caccia. Mi piacciono questi trofei però e non mi importa se costano molto di più di quelli veri – il ragazzo rispose, invitando poi Kora a sedersi sul divano difronte il camino, prima di continuare – Comunque, neanche io pensavo che fossi il tipo da…spiare qualcuno da una finestra –
Kora arrossì violentemente per la vergogna, anche se in modo garbato, Jorge era andato dritto al punto ed era ormai evidente che fosse arrabbiato per quello che lei aveva fatto. Era stata una stupida, come poteva aver combinato un disastro simile? Cosa poteva pensare di lei ora?
“Devo sembrargli una sorta di stalker” Kora si disse, pensando quasi di correre via, se la caviglia ed il dolore alla schiena glielo avessero permesso.
-Scusa, non volevo… –
“Non volevo cosa? Spiarti come una psicopatica? Cadere come una stupida e farmi cogliere in flagrante?” Kora pensò senza trovare qualcosa che potesse giustificare il suo comportamento e perdonare, almeno in parte, le sue azioni.
Jorge la osservò in silenzio per quella che parve un’eternità, poi prese una coperta di lana che era stata ripiegata con cura e riposta sopra un altro divano, e gliela porse con gentilezza.
-Copriti, stai tremando –
Solo in quel momento Kora si rese contò che il suo corpo era scosso dai brividi, ma non sapeva dire se fosse per il freddo o per l’ansia. Non le era mai interessato di piacere a qualcuno e allora perchè con quel ragazzo era diverso? Perchè temeva il suo giudizio ed aveva il terrore che lui potesse mandarla via? Non avrebbe avuto tutti i torti nel farlo dopotutto…
-Grazie – quella fu l’unica parola che Kora riuscì a dire.
Nello chalet cadde un profondo silenzio, interrotto solo dal rilassante crepitio del fuoco. Dopo qualche minuto, Jorge si alzò e mise l’acqua nel bollitore, non si era dimenticato del tè che aveva promesso a Kora e per tutto il tempo non smise di guardare, anche per un solo istante, quella ragazza così…speciale.
Jorge aveva conosciuto decine di ragazze, essendo un bell’uomo ed avendo un patrimonio decisamente cospicuo, fin da ragazzo era sempre stato oggetto delle attenzioni dell’altro sesso ed anche Kora sembrava attratta da lui. Ma lei era diversa, ne era sicuro, c’era qualcosa nei suoi occhi, una luce che sembrava lottare per uscire da qualche oscurità nascosta nel suo cuore. E lui voleva sapere cosa fosse.
-Mi dispiace aver spiato dalla finestra, non sapevo se vivessi davvero qui – la ragazza ripetè qualche istante dopo.
-Come mai mi cercavi ? – chiese Jorge, curioso di sentire la sua risposta, prima di versare il tè, finalmente pronto, in due grandi tazze.
Mi sono divertita con te ieri, ma alla fine credo di aver fatto qualcosa di sbagliato, anche se non capisco ancora cosa – Kora disse, prima di cominciare a sorseggiare il tè e rischiando di bruciarsi la lingua.
-Di cosa stai parlando ? –
-Sei fuggito via all’improvviso, devo aver detto o fatto qualco… –
-Non hai fatto nulla di male, la mia “fuga” non riguarda te, è solo colpa mia –
Lo sguardo di Jorge cadde verso il basso, Kora non se ne rese conto ma i suoi occhi erano fissi sui suoi stivali, quasi come se l’uomo stesse cercando di penetrare con lo sguardo oltre il cuoio per poter ammirare ancora una volta quella meraviglia che aveva scoperto la sera prima e che lo aveva sconvolto al punto da costringerlo ad una repentina ritirata.
L’uomo ricordava bene quei piedi così perfetti, li aveva sognati più volte durante la notte, pochi secondi erano bastati per fissare la loro immagine divina nella sua mente. Era chiaro che Kora fosse ancora una ragazza ingenua, non aveva capito nulla di quello che era successo, non aveva il minimo sospetto che erano stati i suoi piedi così belli e curati ad averlo fatto fuggire via, per la paura di non poter resistere, di rivelare la sua vera natura, per deludere ancora una volta un’altra persona, una che poteva essere davvero speciale.
-Colpa tua? Come? Sei stato così gentile ieri, a riportarmi al B&b, a togliermi le scarpe… –
-E’ stato proprio quello l’errore – Jorge disse alzandosi di scatto dal divano dove si era seduto solo pochi secondi prima – Ti prego, vai via Kora. Sei una splendida persona ed è stato un piacere poterti conoscere, anche solo per poche ore, ma io non sono quello che tu credi e non posso darti quello che vuoi –
-Aspetta ti prego, io non… –
-Vedo come mi guardi, non sono nato ieri e capisco i sentimenti umani molto meglio delle altre persone. Ti prego, vai, non lasciare che rovini quello che sei…che rovini la tua innocenza –
Kora non sapeva come reagire, cosa stava succedendo? Cosa era che preoccupava tanto quel ragazzo apparentemente così meraviglioso? Le sue parole avrebbero quasi dovuto mettergli paura, ma qualcosa in lei le diceva che Jorge non era pericoloso, non le avrebbe mai fatto del male. No, doveva aiutarlo. Ma come farlo se non capiva quello che stava provando e non scopriva il segreto che l’uomo stava così disperatamente cercando di nascondere?
-So che questa cosa che stai nascondendo ti spaventa, e che in qualche modo stai cercando di fare l’eroe e salvare la principessa in pericolo, ma lascia che sia io a decidere come affrontare il drago, ho combattuto mostri da sola per anni e credimi, sotto questo corpo gracile, c’è una guerriera con una bella mazza chiodata, pronto ad affrontare ogni sfida che le si pari davanti –
Jorge ascoltò stupefatto le parole di Kora, e pensò forse di aver sottovalutato quella ragazza con quel viso cosi dolce. Ma non poteva trascinarla nel suo mondo, non era giusto, anche se una parte di lui era curiosa di sapere di più di lei, sapere quali mostri aveva affrontato, capire perche avrebbe passato il natale da sola e soprattutto, perchè sembrava pronta ad infrangere regole e scalare montagne per lui.
-Dimmi cosa ti preoccupa tanto, poi andrò via, non mi rivedrai più se questo è quello che vuoi. Ma lasciami sapere il perchè dovrò…lasciare andare l’unico ragazzo che abbia davvero attirato la mia attenzione…- Kora arrossì violentemente, non credeva ancora di aver detto quelle parole e di certo faticava a credere che l’avesse dette ad una persona che aveva conosciuto da meno di ventiquattro ore.
Jorge non rispose subito, il ragazzo si avvicinò nuovamente al divano dove sedeva Kora e si lasciò cadere pesantemente vicino a lei, come se quella conversazione stesse prosciugando tutte le sue forze. Poi, massaggiandosi le tempie, con gli occhi chiusi chiese :
-Non hai mai avuto un ragazzo prima d’ora, non è vero? –
Kora arrossì ancora una volta, era una cosa che l’aveva sembra imbarazzata ed aveva sempre preferito mentire quando qualcuno le aveva fatto una domanda simile.
-Certo che ho avuto dei ragazzi…beh…non molti…niente di importante almeno – lei balbettò, cercando di non guardare Jorge negli occhi, non sapeva bene il perche, ma aveva troppo vergogna di confessare quel dettaglio della sua vita che a volte le sembrava un macigno sulle spalle e sul cuore.
-Lo immaginavo – Jorge replicò, non cascando nella sua timida menzogna – Sei troppo innocente e pura per una persona come me –
-Mi dispiace… –
-Non devi dispiacerti, non è una colpa, anzi tutto l’opposto. Ma non posso sopportare l’idea che sia io il primo a rovinare i sogni che sicuramente avrai riguardo una relazione, riguardo l’amore –
E quali sogni aveva Kora riguardo l’amore? Come tutte aveva sognato il principe azzurro, come tutte aveva atteso con ansia il momento di avere una propria famiglia, un bambino da stringere tra le braccia e a cui canticchiare una ninna nanna. Ma quei sogni erano ormai solo un lontano ricordo, la speranza di quella vita tutta rose e fiori era sempre più fioca e come poteva essere altrimenti se non aveva mai avuto un ragazzo prima? D’altronde il prossimo mese avrebbe compiuto 26 anni, il tempo passava in fretta, inesorabile. Tutti continuavano a dire che sembrasse diversi anni più giovane, ma Kora sentiva nella propria anima il peso dei suoi anni e la paura di rimanere sola, che il suo cuore non battesse mai per qualcuno, stava diventando quasi una terribile certezza. E poi era arrivato quel giovane spagnolo, quel ragazzo che era caduto con lei il giorno prima e che, tra una risata e l’altra, l’aveva riportata a casa, al sicuro.
“Non posso arrendermi così facilmente, non adesso che anche io ho provato finalmente…qualcosa” Kora si disse, decidendo finalmente di agire.
La ragazza posò delicatamente la tazza di tè sul tavolino basso di legno di fronte a lei e con decisione si alzò e, ricordando come era solita fare sua madre quando le dava degli ordini, si mise le mani sui fianchi e disse :
-Dimmi perchè sei fuggito, ora –
Jorge la guardò stupefatto e colto da un desiderio irrefrenabile, il ragazzo si morse una mano per resistere, per lottare contro la voglia di lasciarsi andare e dare a quella ragazza ciò che voleva, incurante delle conseguenze.
-Sono fuggito quando ho visto i tuoi piedi, avevo paura di non resistere. Kora, io ho…ho un fetish per i piedi – alla fine Jorge confessò e come immaginava la ragazza sembrò confusa dalla sue parole.
-I miei…piedi? Un fetish? – Kora chiese, ed il suo sguardo non potè che cadere in basso, verso i suoi piedi nascosti dai pesanti stivali.
-E questa è solo la punta dell’iceberg –
CAP 3
Foot fetish, foot worship, foot licking…queste erano solo tre della parole che affollavano la cronologia dello smartphone di Kora, da ore intenta a studiare quel nuovo mondo di cui ignorava totalmente l’esistenza. Jorge aveva ragione, lei era ancora pura ed innocente come un bambino ed ignorava cose che quasi sicuramente erano note a tutte le ragazze della sua età, ma le cose sarebbero cambiate presto, Kora lo aveva promesso a se stessa. E così aveva avuto inizio la sua ricerca nel favoloso mondo di internet, dove aveva visto una foto dopo l’altra, innumerevoli video e letto decine di discussioni nei più disparati forum.
“E’ dunque questo che ti piace Jorge? E’ questo che nascondevi con tutte le tue forze?” Kora pensò mentre i suoi occhi osservano una giovane coppia di ragazze che erano le protagoniste di quel nuovo video che sembrava essere nella top ten di quello strano sito in cui si era imbattuta.
Adesso poteva capire perchè Jorge si vergognasse tanto, come poteva amare una cosa così disgustosa come i piedi? Erano una delle parti più sporche del corpo, no? E non era così umiliante prostrarsi al cospetto di un’altra persona e baciare i suoi piedi? E allora perche Jorge sembra essere così ossessionato da loro? E perché quella ragazza nel video sembrava provare così tanto piacere nel leccare le piante dei piedi della sua amica, muovendo la sua lingua sensualmente su e giù, dal piccolo tallone fino alle delicate dita?
“Sono solo delle attrici, vengono pagate per questo, stanno solo fingendo di provare piacere” Kora si disse più e più volte. Ma era davvero così? Davvero quella bellissima ragazza bionda poteva far qualcosa di apparentemente così disgustoso solo per soldi? E come poteva recitare così bene e sembrare così persa in quella sorta di atto di devozione? E l’estasi in cui sembrava caduta la ragazza mora era totalmente finta? O stava davvero provando piacere mentre una lingua accarezzava dolcemente i suoi morbidi piedi?
Kora si chiese cosa si provasse ad avere la lingua di qualcuno ai propri piedi, lavorando instancabilmente sulle sue arcate, guizzando in mezzo alle sue dita dei piedi proprio come stava facendo in quel momento quella della ragazza che nel video si chiamava Sasha.
“ E questo che vorresti fare Jorge? Adorare i miei piedi come sta facendo lei?” Kora pensò, distogliendo lo sguardo dal desktop del suo portatile e cominciando a studiare i propri piedi.
– Non sono male, forse sono addirittura belli – la ragazza esclamò ad alta voce, ruotando il suo piede sinistro per studiarne ogni dettaglio. Era abbastanza piccolo, le sue dita dei piedi erano perfettamente allineate dal dito più lungo al più corto, cosa che sembrava comune nei cosiddetti “piedi egizi”, come Kora lesse su internet e per un attimo la ragazza non potè che chiedersi se davvero fosse possibile capire le origini di una persona dai suoi piedi.
“Chissà, forse in un’altra vita ero Cleopatra ed avevo servitori che mi coccolavano tutto il tempo ed una fila interminabili di spasimanti pronti a fare guerre per la mia mano…o per i miei piedi, se qualcuno di loro condivideva la stessa passione di Jorge”
Kora scoppiò a ridere immaginandosi il famoso Marco Antonio attraversare fuoco e sangue, un campo di battaglia dopo l’altro solo per potersi prostrare ai piedi della potente regina e poterli adorare come un cagnolino fedele.
-Questo sì che sarebbe stato un colpo di scena che mi avrebbe fatto godere di più le lezioni di storia al liceo – la ragazza disse, continuando a ridere, prima di continuare l’attento esame dei suoi stessi piedi.
Nelle sue dita non c’era smalto e Kora si chiese se Jorge li apprezzasse di più con esso o come erano in quel momento, nel loro stato naturale. Forse poteva esserci una riposta a quella domanda ed i social potevano aiutarla. Jorge poche ore prima le aveva mandato una richiesta di amicizia e così Kora poteva adesso vedere tutte le sue foto e, se sarebbe stata fortunata, avrebbe potuto trovarne una con qualche sua ex.
Ci vollero diversi minuti ma alla fine Kora ebbe successo, per fortuna Jorge non sembra il tipo da cancellare il suo passato. Quella ragazza era davvero bellissima, con dei lunghi capelli rossi, e per un attimo Kora non potè fare a meno di chiedersi perchè Jorge si era interessato ad una come lei, che era piuttosto insignificante rispetto a quella ragazza che poteva benissimo essere una modella. Cercando di togliersi quei pensieri dalla sua testa e di dimenticare le sue insicurezze, Kora osservò con attenzione la foto, che ritraeva i due amanti in una spiaggia, con un cocktail in mano e la luna piena nel cielo. Fortunatamente il flash della macchina fotografica aveva illuminato bene l’area e zoommando, la ragazza riuscì a vedere bene i piedi della ex fidanzata di Jorge, perfetti come il resto del suo corpo.
“Smalto nero dunque?” Kora si chiese ed ebbe la risposta dopo aver visionato tutte le foto postate da Jorge, ed aver constatato che anche le altre due ragazze che lui aveva avuto, erano solite avere dello smalto nero ai piedi.
Dopo aver risolto la questione smalto, Kora studiò con attenzione le sue piante dei piedi ed il suo tallone. La sua attenzione ritornò sul video che era ancora sul suo desktop e la ragazza non potè che chiedersi ancora una volta cosa si provasse ad avere una lingua proprio in quel punto delicato. Kora non soffriva il solletico, ma chi poteva dire come avrebbe reagito ad una cosa del genere? Aveva letto che i piedi avevano centinaia, se non migliaia, di terminazioni nervose e forse questo spiegava la reazione estasiata della ragazza nel video…
Poi il suo telefono squillò e la ragazza sobbalzò, quasi facendo cadere il pc dal letto. Per qualche motivo Kora si sentiva come se fosse stata colta con le mani nella marmellata e solo quando lesse il nome di chi le stava telefonando, si tranquillizzò.
-Se sei pronta e desideri ancora vedere quanto è profonda la tana del bian coniglio, ti aspetto per cena –
La citazione del film The Matrix sarebbe stata sufficiente e farle fare il giro del mondo in 80 giorni…a piedi. Kora spense il computer e con il cuore che le batteva, indossò il suo amato cappellino rosa ed uscì dalla stanza del suo B&b, un mondo nuovo la attendeva.
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