Cosa una Mistress vuole? Uno Slave o un sub?
Mi è capitato più volte prima di intraprendere la mia strada come Padrona, quando ancora mi sono lanciato in questo mondo per gioco, cercare di capire se preferivo avere semplicemente degli uomini sottomessi al mio volere oppure dei veri schiavi. Prendo spunto da una domanda che mi è arrivata: Qual’è la differenza tra sub e slave?
Spesso questi termini vengono utilizzati indifferentemente non permettendo di capire che vi è una differenza radicale. Se non si hanno ben chiari questi due termini, diventa anche difficile capire cosa si vuole da questo rapporto BDSM.
Il sub o sottomesso come dice la parola accetta la sottomissione, ma solitamente lo fa per un periodo ristretto ponendo condizioni e limiti che vengono condivisi. Il sottomesso, seppur mantenga una certa distanza dalla Padrona, obbedisce e diventa servizievole ogni qualvolta lo desidera e lo concede, ma, in ogni caso ritaglia dei momenti di libertà scegliendo lui stesso quando essere libero. L’addestramento non è necessario in quanto sarà il sottomesso a mantenere comunque una buona dose di libertà e discrezionalità. Le regole, le condizioni e i limiti che il sottomesso pone definiscono i tempi, lo spazio e le attività. Ad un certo punto il sottomesso può anche decidere di diminuire le condizioni aumentando la libertà della Padrona nel prendere decisioni. Durante i momenti di gioco la Padrona ha il pieno potere sul sottomesso che riguadagna il controllo al termine del gioco. Comunque l’attenzione del sottomesso rimane su se stesso e il suo piacere. Essere sottomesso non prevede per forza compiti a lungo tempo, devozione verso la Padrona, obbedienza o attenzione ai desideri della Padrona.
Lo slave o schiavo accetta l’obbedienza totale concedendo se stesso, la sua libertà e la sua volonta alla Padrona. Lo schiavo prende una decisione iniziale, ovvero quella di obbedire alla Padrona in ogni momento e poi sottostà agli ordini della Padrona per tutta la durata della relazione. Diventa libero solo ed esclusivamente quando la Padrona lo decide e la sua attenzione è rivolto sempre ed esclusivamente verso la Padrona. Uno schiavo è costretto a servire, ubbidire e compiacere; è coinvolto totalmente con il corpo, mente, animo e spirito e sottostà ai voleri della Padrona. Le sue scelte non gli appartengono in quanto è la Padrona che sceglie per lui e pertanto lo schiavo diventa oggetto della Padrona e senza limiti di tempo, di spazio e senza condizioni.
Tale scelta di schiavitù nasce dalla necessità dal desiderio di voler servire, obbedire e soddisfare la Padrona in tutti i momenti e in tutte le maniere. Essere uno schiavo significa essere disposti ad essere modellati ed addestrati come la Padrona richiede. Ad uno schiavo vengono concesse grandi responsabilità. Gli vengono imposti regole, limiti e condizioni all’interno delle quali lui può muoversi liberamente (nulla viene condiviso). Lo schiavo ha il diritto e il dovere di esprimere, su richiesta, i suoi pensieri relativamente a temi o problemi posti, ma la decisione finale aspetterà sempre alla Padrona. Il rapporto di schiavitù richiede relazioni a lungo o lunghissimo termine.
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