• Accademia per leccapiedi

    Posted by Schiavolc on Novembre 19, 2022 at 10:17 am

    Ciao a tutti.

    Innanzitutto una premessa: questo sarà un racconto lunghissimo, per certi versi ripetitivo e ridondante, a volte anche estremo e cruento, spero comunque piacevole.

    E’ ispirato dai racconti del mitico Andybis (il mio eroe indiscusso in fatto di storie fetish!), difatti vi troverete anche alcune citazioni e rimandi a suoi racconti. Si svolge in un mondo dove le Donne comandano e gli uomini sono relegati alla stregua di semplici “oggetti da piedi”… Ciò detto, bando alle ciance e buona lettura!

    ACCADEMIA PER LECCAPIEDI

    L’anno prossimo scade il mio permesso di ricerca, se non troverò una Padrona fissa il mio destino sarà quello di tappetino pubblico in stazione o in aeroporto, calpestato da migliaia di piedi ogni giorno. Ho deciso, se voglio trovare una Padrona fissa devo migliorare il mio curriculum di schiavo tappetino leccapiedi. E per farlo devo riuscire ad entrare nell’accademia per leccapiedi. Gli schiavi che escono da lì sono ambitissimi e le Padrone fanno la fila per accaparrarseli, c’è addirittura una lista d’attesa…
    Un solo problema, l’iscrizione costa 2000 euro ed io non ho che qualche centinaio messi via, i normali lavori come leccapiedi pubblico, tappetino da discoteca e quant’altro non mi permettono di risparmiare a sufficienza, devo trovare qualche lavoro più pesante, ho già qualche idea anche se tremo al pensiero di ciò che mi aspetta…
    Prima voglio raccontarvi come sono arrivato a questo punto. Le mie prime memorie risalgono a quando avevo quattro anni ed ero il tappetino di mia “sorella” maggiore di dieci. Mi teneva sempre con la faccia sotto i piedi, quando studiava a casa e a scuola (andavo con lei). Calpestava il mio corpicino sotto i suoi piedini nudi, spesso anche la faccia. Se li faceva leccare sempre, dovevo tenere le sue scarpine pulite con la lingua. Dormivo con lei, rannicchiato in fondo al letto con la faccia sotto i suoi piedi. Non ho altri ricordi dell’infanzia se non i suoi piedi e quelli delle sue amichette che dovevo servire quando andavano a trovarla. Mi ritenevo comunque fortunato: dopo lo svezzamento noi maschi (concepiti in laboratorio, a differenza delle femmine che nascevano biologicamente con inseminazione arificiale) all’età di tre anni venivamo assegnati o ad una famiglia con bambine in età da tappetino (sopra i 5 anni) oppure alle scuole tecniche per schiavi operai che trascorrevano tutta la loro vita ai lavori forzati. La fortuna volle che mi catalogassero come tappeto. Dopo l’infanzia venne la scuola da tappetino, poi i primi lavoretti saltuari, il leccapiedi pubblico, il fast food, la discoteca, la scuola da ballo…. Ed ora eccomi qui, alla ricerca della Padrona della vita.
    Tempo fa avevo letto un annuncio in un’agenzia di tappetini che richiedeva schiavi da piedi temporanei per pratiche o serate estreme, una specie di schiavi gigolò. Ci vado e alla reception mi accoglie una bellissima ragazza, è mora con capelli lunghi mossi, uno sguardo magnetico, labbra carnose e rosse. Sembra piccolina ma si intravede un fisico strepitoso. Sotto i suoi piedi nudi, fra i più belli che abbia mai visto, legato come un salame, un tappetino a farle da poggiapiedi con la faccia. Lei indossa un anellino al secondo dito del piede e smalto rosso. Penso che sia la creatura più bella mai incontata nella mia vita. Leggo dalla targhetta il suo nome
    – buongiorno Signorina Katia – esordisco
    – ciao schiavo, cosa ti porta qui? – risponde lei senza smettere di massaggiarsi le piante dei piedi sulla faccia del tappetino.
    – Vorrei iscrivermi alla vostra agenzia, signorina –
    – sai come funziona qui? – scossi la testa – qui forniamo due tipi di servizio: tappetino estremo per padrone che non vogliono rovinare troppo il loro e vogliono situazioni particolari, e tappetino muletto per quelle che sono momentaneamente sprovviste per un ricovero o un cambio del loro. Ti doteremo di un cerca tappeto e quando ci sarà un lavoro ti avvertiremo con quello. Passerai di qui, ti diremo dove andare e ti daremo un voucher che la padrona firmerà solo se soddisfatta della tua prestazione. Poi potrai tornare qui per incassare il voucher. Cioè, se sarai in grado di farlo… – ridacchia – Tutto chiaro? – annuisco – bene firma il modulo di iscrizione e poi se vuoi cominci subito, stasera la signora Valentini, una delle nostre migliori clienti, come ogni venerdì sera ha bisogno di scaricare lo stress…
    – Cosa dovrei fare di preciso Signorina? –
    – lo vedrai appena giunto lì. Per questo servizio incasserai 200 euro, accetti?
    – si certo Signorina – dico, era il mio salario di 1 mese da leccapiedi pubblico!
    – bene schiavo, recati a questo indirizzo – mi da un biglietto e mi congeda, tornando ad usare la faccia del suo tappetino come poggiapiedi.

    Schiavolc replied 2 years, 1 month ago 1 Member · 2 Replies
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  • Schiavolc

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    Novembre 19, 2022 at 10:17 am

    Suono il campanello e mi apre una signora di circa 45 anni, in vestaglia rossa e zoccoletti neri col tacco alto, unghie smaltate di nero, mora capelli mossi, molto bella.
    – entra schiavo, seguimi a 4 zampe – si siede sul divano, accavalla le gambe – in ginocchio e leccami le suole che poi cominciamo – obbedisco, leccando le suole ed ingoiando lo sporco, non so cosa mi aspetta ed ho paura.
    – ora cominciamo a giocare. Mani dietro la schiena, immobile. Sarai il mio antistress, ti prenderò a calci in faccia per sfogare il nervoso della settimana. Se cadi hai 5 secondi per rimetterti in posizione, se non lo farai ti caccerò senza il tuo voucher – conclude ridendo.
    Mi appoggia la suola sulla faccia, la preme, pregustando il momento. Tira indietro la gamba e violenta arriva la prima pedata in faccia, mi colpisce sulla bocca. Altra pedata, sulla guancia forte.
    – aaah che meraviglia, non c’è niente di meglio che prendere a calci in faccia uno di voi coglioni per rilassarmi! – altra pedata, sulla guancia. Fanno un male terribile ma io resisto. Altra pedata in bocca poi una scarica veloce, sempre di suola, mi arrivano anche sul naso, comincio a lacrimare.
    – prendi bestia, soffri! – pedata forte in piena faccia – prendi, prendi – ride e comincia ad ansimare, altra pedata in bocca. Questa mi spacca un po’ il labbro, vedo qualche goccia di sangue sulla suola – siiiii merda ti spacco la facciaaaaa a calciiii – comincia ad eccitarsi davvero mentre mi scarica altre pedate in faccia.
    Comincio a barcollare, la testa confusa, dolore immenso.
    – pausa , schiavo. Puliscimi il sangue dalle suole con la lingua- ordina ed io obbedisco leccando il mio sangue dalle sue suole. Speravo fosse finita la mia tortura ma lei mi gela: – adesso calci in faccia coi piedi nudi, merdina. Mi piace sentire la tua pelle sotto la pianta dei piedi – si sfila uno zoccoletto e mi impone il piede nudo in faccia premendolo per bene. Sento il suo odore, un vago aroma di cuoio e sudore. Me lo strofina a lungo in faccia, occhi socchiusi. All’improvviso arriva la prima pedata, forte di pianta, in piena faccia. Mi ha sorpreso e quasi cado. Lei ride e me ne da subito altre 3, il mio equilibrio precario, cado.
    – in posizione, schiavo, subito! – mi inginocchio e immediatamente mi arriva un’altra pedata. Il tallone mi spacca ancora di più il labbro. Pedata. La pianta mi appiattisce il naso. Pedata. Ancora e ancora. Il tempo passa, sarà almeno mezz’ora che mi prende a calci in faccia, un velo di sudore ricopre le sue gambe. Pedata forte, cado di nuovo.
    – bestia, in posizione- pedata forte, poi una scarica veloce, ricado – in posizione – mi rialzo appena in tempo, altra pedata. Gli occhi cominciano a gonfiarsi, faccio fatica a vederle arrivare ora. Sto cominciando a pensare che non resisterò, devo fermarla o mi spappolerà la faccia. Poi penso ai 200 euro e stringo i denti. Serie di cinque pedate forti, lente, cadenzate. Cado di nuovo. Non mi dice niente e si limita a schioccare le dita. Mi rialzo, la testa penzoloni. Me la solleva con un piede sotto il mento, mi appoggia in piede in faccia, prende la mira e mi da una pedata fortissima. Cado, schiocco di dita, mi rialzo. Pedata fortissima e cado nuovamente. Ormai casco quasi ad ogni suo calcio ma lei imperiosa continua a schioccare le dita ed a rimettermi in posizione. Finalmente comincia a stancarsi, lo sento dalla potenza e frequenza dei suoi colpi che diminuiscono. – Stenditi, faccia in su, ai miei piedi. Sono stanca voglio riposare.- crollo come un sacco di patate e lei mi appoggia subito i piedi in faccia, sospirando e stiracchiandosi. La mia faccia urla di dolore, la semplice pressione dei suoi piedi è quasi intollerabile ma almeno non mi colpisce più.
    Passa qualche minuto, i suoi piedi ben piantati sull’inferno di dolore della mia faccia. Comincio a sperare che sia finita quando un paio di violenti pestoni mi colpiscono in faccia
    – sveglia pezzente, altra dose di calci in faccia in arrivooo siiii – intanto mi pesta la faccia come fosse uva da vino – veloce, in posizione… uno.. due – conta e intanto scandisce ogni numero con un calcio in faccia, rendendo difficoltoso l’alzarmi – tre… quattro… dai bestia inginocchio, ultimo avvertimento- ce la faccio per un pelo – cinque! Hahahahaha – pedata fortissima in piena faccia. Mi colpisce ancora e ancora, io barcollo, non ce la faccio più.. Va avanti così per altri dieci minuti. Cado. – in posizione, schiavo. Non ho ancora finito- mi rialzo con le ultime forze – pietà Padrona…- provo a mormorare. Subito mi arriva l’ennesimo calcio in faccia – cosa, bestia? Non ho capito –
    – pietà la supplico – Calcio in faccia
    – pieta… – Calcio in faccia – pietà – calcio in faccia – pietà – calcio in faccia,comincio a piangere e lei ride di gusto.
    – p..pietà…- Calcio in faccia – zitto schiavo e subisci hahahaha – calcio in faccia. Va avanti così per altri dieci minuti tempestandomi la faccia di calci, io ormai sono delirante, balbetto cose senza senso, i miei occhi quasi chiusi, il naso gonfio, le labbra sanguinano, e lei continua a ridere ed a insultarmi – bestia, mi fai pena- Un ultimo calcio fortissimo e crollo a terra – faccia sotto i miei piedi, schiavo, veloce! – obbedisco strisciando ai suoi piedi che mi si piantano nuovamente e pesantemente in faccia.
    -aaaaahhh sono soddisfatta schiavo – dice – credo proprio che ti firmerò il voucher, non sei contento, pezzente?- mi schiaccia la faccia sotto le piante facendomi di nuovo lacrimare – si Padrona grazie Padrona – riesco a sussurrare da sotto i suoi piedi. Prende in mano il voucher, lo firma e lo getta a terra – e adesso vattene, sparisci bestia! – io lo raccolgo e striscio finalmente verso l’uscita con le ultime forze.
    Mi dirigo sbandando e fermandomi sovente a riprendere fiato verso l’agenzia. Entro e Katia mi guarda e sorride – serata pesante, eh Schiavetto? – i suoi piedi ancora appoggiano sulla faccia del suo tappetino.
    – si Signorina – rispondo. Osserva il mio viso distrutto e intanto comincia a schiacciare la faccia del tappetino sotto i suoi piedi – mmmh mi fai venire le vogliette… preparati tu lì sotto, idiota, che stasera ci divertiamo anche noi – gli dà alcuni pestoni di pianta in piena faccia e poi riprende a schiacciargliela. Non riesco a provare pena per lui. Prende il mio voucher, lo controlla e mi da i 200 euro – a presto, schiavetto, ti chiamerò se avrò bisogno-
    -grazie Signorina – mormoro. Mi dirigo verso casa, e appena entro svengo sul divano.

  • Schiavolc

    Member
    Novembre 19, 2022 at 10:17 am

    Sono passati 7 giorni e mi sono vagamente ripreso dalla Signora Valentini. Non posso riposare oltre, devo guadagnare altri soldi. È venerdì e ho un’idea, mi dirigo al mare.
    Arrivo ed entro subito nella spiaggia, è mezzogiorno ed è già affollato di turiste (le Donne fanno tutte il week end lungo) molte sono da sole, i loro tappetini sono probabilmente a casa a fare i mestieri. Indosso il mio collare da leccapiedi pubblico, la mia speranza è che essendo in ferie troverò Padrone più rilassate e generose. Faccio pochi metri che subito sento una voce:
    – ehiii guarda un leccapiedi! – mi giro e vedo due ragazzine giovani, avranno si e no 18 anni, abbronzate,una bionda in bikini giallo con smalto bianco, l’altra mora con bikini e smalto rossi.
    – vieni qui schiavo! Ho i piedi bollenti, mi serviva proprio un bel massaggio rinfrescante – dice la bionda… ho già trovato le mie prime clienti. Mi avvicino, mi inginocchio sulla sabbia rovente ai piedi del lettino della bionda, le porgo il guinzaglio del mio collare e bevo un sorso di una lozione all’eucalipto, è disgustosa ma avrà un effetto rinfrescante sulla pelle dei suoi piedini. Lei impugna il guinzaglio e mi tira verso di se finchè la mia faccia è ben piantata sotto le sue piante dei piedi.
    – dai schiavo, non perdere tempo, leccami i piedi! Comincia dalle piante, lingua larga e leccate lente – obbedisco, lecco le piante cercando di togliere il grosso della sabbia e ingoiandola. Bevo un altro sorso e continuo a leccarle i piedi
    – Aahhh è magnifico, ci voleva proprio una bella leccata di piedi – dice la bionda – verme, succhiami le dita, una per una!- c’è ancora un po’ di sabbia, la raccolgo con la lingua e la ingoio.
    – dopo me lo passi vero? – dice la mora – certo Tesoro ci mancherebbe. Tu verme succhia bene! – mi da un calcio in faccia – apri la bocca – ci infila tutto il piede poi comincia a tirare il guinzaglio in modo che le dita mi arrivino in gola – succhia succhia, verme schifoso – dice ridacchiando e tirando il guinzaglio. Il suo piede mi soffoca ma continuo a succhiarlo. Lo tira fuori e con noncuranza ci infila l’altro, pompandomelo in gola con ritmo – ti scopo la bocca col piede schiavoooo – ridono assieme. Mi tira un po’ di calci in faccia poi passa il guinzaglio all’amica che lo reclama.
    – vieni, vieni schiavo. Lecca un po’ i miei su su – bevo la lozione e continuo il mio lavoro. Anche i suoi piedi sono abbastanza insabbiati, li pulisco per bene con la lingua.
    – delizioso! Come lecchi bene, leccapiedi – sorride. Comincio a soffrire, la sabbia mi graffia la lingua, la sabbia mi ustiona le ginocchia, il collo fa male perché anche la mora continua a tirare il guinzaglio, soffocandomi e strofinandomi i piedi sulla faccia e sulla mia lingua esposta. Le succhio le dita di un piede mentre lei con l’altro mi stampa delle pedate su un lato del viso. Dopo alcuni minuti mi lasciano libero, la bionda getta una banconota da 10 euro sulla sabbia – sparisci verme!.
    Mi alzo e proseguo il mio cammino tra le sdraio. Faccio pochi metri che una ragazza da sola alza gli occhi dalla rivista che sta leggendo, mi fissa e schioccando le dita indica i suoi piedi. Non mi parla neanche, mi inginocchio, un sorso di lozione e comincio a leccarle i piedi. Anche i suoi sono pieni di sabbia, credo che oggi mi toccherà mangiarne un bel po’. Le ginocchia fanno un male cane, la sabbia è caldissima. Lecco e lecco, le piante i talloni, succhio le dita e vi infilo la lingua. Passano i minuti, lei non dice niente, legge, si rilassa e si gode il mio massaggio orale. Dopo altri minuti mi fermo un attimo, non sento più la lingua, ho sete, le ginocchia bruciano. Mi arrivano subito tre calci in faccia, forti, di pianta
    – continua a leccare, schiavo. Non ti ho detto di smettere – è la prima volta che sento la sua voce. Con la faccia dolorante continuo a leccarle le piante. Mi tiene ai suoi piedi ancora mezz’ora, memore delle pedate in faccia non smetto di leccarli neanche un secondo. Altro calcio in faccia – può bastare, tieni – mi congeda dandomi 5 euro. La ringrazio e proseguo-
    – qui leccapiedi! –
    – no l’ho visto prima io! –
    Due ragazze si litigano i miei servigi – okkei, usalo tu ma poi me lo passi, va bene? –
    – okkei Tesoro – intanto mi sbatte i piedi in faccia – tu lecca, cane! – con la faccia sepolta sotto le sue piante insabbiate tiro fuori la lingua e lecco
    – com’è, è bravo?
    – mah, ho avuto di meglio – mi tira dei calci in faccia – impegnati, cane, lecca meglio –
    Con rinnovato vigore continuo a leccarle i piedi per diversi minuti. Le ragazze chiacchierano e spettegolano di lavoro e di tappetini – … da non credere, l’ha ammazzato! A calci in faccia! – e – dovevi vedere com’era ridotta la faccia del suo tappetino… – e – domani sera c’è la festa, tu lo porti il tuo? –
    Intanto io continuo a leccarle i piedi. L’amica mi reclama – qui, cane, lecca i miei! – a quattro zampe raggiungo il suo lettino e incollo la lingua ai suoi piedi. Altra sabbia da mangiare. Lecco per dieci minuti, mi mandano via dopo avermi dato 5 euro in due. Il pomeriggio passa, ho leccato piedi ad altre sei ragazze.
    Proseguo il mio cammino, sono in condizioni pietose, ho bisogno di una pausa. C’è un bar, entro per bere un po’ d’acqua. La titolare mi guarda un po’ schifata – ehi non serviamo leccapiedi qui… –
    – la prego signora solo un sorso d’acqua – supplico
    – mmmh guarda se vuoi l’acqua c’è la postazione lava piedi vuota attualmente.. tra poco è ora di aperitivo e odio che le ragazze entrino nel locale con i piedi insabbiati. Poi devo pulire io! –
    – ma veramente…- balbetto
    – dai schiavo non farti pregare.. potrai bere a volonta.. poi se mi ci fai serata di darò dieci euro ok?-
    Ho una sete tremenda e poi i soldi mi fanno gola. Accetto. Mi conduce alla postazione: una buca nel cemento con una botola a due ante bucata nel mezzo. Sopra la buca un doccino col temporizzatore e un pulsante. Vicino alla buca un cartello “si prega la gentile clientela di pulirsi i piedi dalla sabbia prima di entrare, grazie”. Entro nella buca, mi rimane fuori solo la testa. Lei chiude la botola e mi imprigiona nel pavimento.
    – ooh vediamo se funziona – preme il pulsante ed un getto d’acqua cade dal doccino sopra la mia faccia. Ne approfitto per sciacquarmi la bocca e per bere qualche sorso, dopo dieci secondi si interrompe.
    – bene schiavo, ora che hai la bocca pulita, leccami i piedi! – si sfila un’infradito e mi porge la pianta da leccare. Non è insabbiata ma è un po’ sudata. Mi infila in bocca tutto il piede, si fa succhiare bene le dita poi ripete l’operazione con l’altro piede. Quando è soddisfatta preme di nuovo il pulsante, sciacquando la mia faccia, pronta così per la prossima cliente. – buon lavoro, schiavo, a dopo – mi sorride e se ne va.
    Io mi guardo un po’ intorno, ma dopo pochi secondi arriva già la prima cliente, una ragazza un po’ in carne, mora, molto carina. Senza neanche degnarmi di uno sguardo mi da una pedata in faccia, capisco che devo tirare fuori la lingua. Ci strofina sopra la pianta del piede piena di sabbia a lungo, fino a completa pulizia. Mi infila poi il piede in bocca, la mia lingua frulla tra le sue dita raccogliendo la sabbia. Estrae il piede ormai pulito dalla mia bocca, si infila l’infradito e mi sbatte in faccia l’altro piede, sempre strusciandolo sulla mia lingua. Le succhio le dita ripulendole, poi se ne va premendo il bottone. Come uno sciacquone del cesso. Qualche secondo di respiro ed arriva un’altra ragazza, mi dice solo una parola: – lingua – io obbedisco e la tiro fuori, anche lei la usa per togliersi la sabbia dalle piante dei piedi e tra le dita prima di infilarsi le ciabattine. Preme il pulsante, getto d’acqua, se ne va. Riesco a dare un’occhiata e prima che altri piedi insabbiati mi entrino in bocca vedo che ormai si è formata una colonna di ragazze che attende il mio servizio. Ora è un susseguirsi di piedi in faccia, dita in bocca, calci in faccia, mangio etti di sabbia e annego sotto innumerevoli getti d’acqua, le ragazze mi usano senza pietà, come se fossi un oggetto… e per loro lo sono… passano i minuti e poi le ore, la mia lingua non si ferma un secondo, non vedo altro che piante dei piedi insabbiate calare sulla mia faccia di continuo.
    Ormai è buio, non so a quante ragazze avrò pulito i piedi, forse duecento, forse di più… da qualche minuto non ne passano più ed io posso finalmente respirare. Sento le serrande del bar abbassarsi, finalmente chiudono e potrò andare a casa, penso. Arriva la titolare – tutto bene, leccapiedi? Sei vivo? –
    -si Signorina- riesco a mormorare – ma sono sfinito, la prego mi liberi –
    – tra un minuto – mi dice lei sorridendo – prima saresti così gentile da leccarmi via il sudore dai piedi? Sono stata in piedi tutta la sera ed ho proprio bisogno di un bel massaggio con la lingua, perfavore… – non colgo il suo tono ironico.
    – la supplico… signorina… non ce la faccio… mi lasci andare la imploro…-
    Mi arriva una serie di pedate in faccia – forse non mi sono spiegata: leccami i piedi, merda! Sennò ti tengo chiuso lì tutta la notte! – si siede su un muretto lì vicino, si accende una sigaretta ed accomoda i suoi piedi sulla mia faccia – lecca bene.. dai impegnati, merda sennò ti spacco la faccia a calci – le sue pedate in faccia mi hanno risvegliato e lecco i suoi piedi impegnandomi al massimo. Sono sudati, un po’ odorosi e impolverati, insisto sulla pianta, vedo che le piace e la rilassa. Le succhio le dita una ad una poi le prendo in bocca tutte, carezzandole con la lingua mentre si muovono nella mia bocca. Si fa leccare i piedi per venti minuti dopodiché mi libera, mi paga e mi fa cenno di sparire. Corro a casa, ho guadagnato circa 70 euro ma sono distrutto e dormo per due giorni.

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