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Amor (Una storia Maledetta), Es una obesion (con lieto fine)
CAP 1
PROLOGO
LE MUSE CANTANO:
” Se c’è un Uomo che tu non vuoi che ribolla di rabbia, quello è Enrico, perché tramava un piano terribile. Era Malvagio era crudele, inesorabile. Voleva possedere colei che amava e avrebbe distrutto ogni cosa pur di farlo”È così che Enrico immaginava le Muse di Ercole della Disney, cantare la sua storia.
Cambiando le parole secondo la sua immaginazione è chiaro, e nella luce fioca della lampada da notte che illuminava la sua stanza silenziosa nel buio delle 4 di notte, Enrico si trovava in pensieri cupi, molto cupi. Solo lo schermo del computer acceso gli teneva una forma di compagnia apparente.
Aveva ascoltato per almeno 25 volte Torniquet di Marylin Manson, altre 15 Sweet dreams e si era preso 5 volte per ascoltare anche I put a spell on you.
Nella rabbia e nella sofferenza dopo una prostrazione durata 4 ore almeno più mezza giornata si stava rendendo conto che era stupito di poter provare così tanto odio.
Verso ogni cosa
Verso il mondo
Verso la vita
Lui era innamorato, colei che amava era una bellissima switch con prevalenza da Mistress e dopo una lunga media frequentazione per impressionarla affinché Lei lo prendesse come suo slave personale, per una sessione veramente LUNGA e durante oltre ogni previsione, lo aveva rifiutato.
Enrico sapeva già che Marylin Manson è un maestro a parlare al lato oscuro umano.
E ora lui si trovava in quel cuore di tenebra dove coloro che ci si perdono, pianificano omicidi, crimini passionali e depravazioni.
E nella sua mente si stava formando una mezza idea che da una piccola scintilla momentanea nata dalla pura disperazione e dal puro odio divenne ben presto un intenzione ben definita che aveva bisogno di un piano.
Lei, la sua amata Mistress si chiamava Narissa, aveva 26 anni, era di Perugia e un aspetto veramente sensuale e attraente la cui perfezione non può fare altro che catturarti nell’amore.
Era di altezza media, capelli lunghi, folti, neri, legati in trecce, una pelle rosea carne sanguigna attraversata in certe zone dall’herpes, che in niente rovinava la perfezione che era, un seno piccolo, duro come la pietra e definito, occhi neri e unghie di mani e piedi laccate sempre di nero, una vita stretta e snella.
Il fatto che Lei preferisse vestirsi di colori scuri e con abiti apparentemente sobri e ordinari non potevano non accrescere l’immensa attrazione e fascinazione che lui provava per Lei, che ogni cosa che Lei diceva e faceva nel suo amore assumeva una tonalità speciale.
E immaginarla indossare una tuta di latex nera liscia e lucente lo faceva sciogliere, e metteva più sale in una ferita aperta, ora che non avrebbe più visto questa sua fantasia realizzarsi.
Le lacrime gli erano scorse giù dagli occhi per tutte quelle ore che si era rinchiuso lì a odiare ogni cosa nella sua delusione d’amore.
4 mesi, 4 mesi erano passati da quando i due si erano incontrati sul forum a tema Bdsm che seguivano entrambi.
Lui decisamente a maggioranza slave e molto deciso nell’approfondire questa parte di lui al momento, e Lei curiosa di essere una Miss che però non negava di possedere certe tensioni al servire, sebbene preferisse comandare.
Lui aveva avuto l’ardire di scriverle in privato dopo la presentazione di Lei, e dopo averle dato il benvenuto insieme a tutto il forum, come faceva sempre con milioni di altre Mistress e il riscontro era stato decisamente positivo.
Dopo carinerie dolci e servili e complimenti sul fascino di Lei, e l’apprezzamento caratteriale verso di lui da parte di Lei, avevano continuato a parlare su telegram per 7 mesi prima di decidersi a incontrarsi a casa di Lei una sera alle 20, in una parte della serata che non fosse disturbata da persone esterne e non desiderate.
Da lì poi lui era sempre stato servile e la osannava e serviziava con il lei e con tutti i sistemi dell’educazione e della cavalleria femdom che vengono naturali come bere a uno slave, le lavava i piatti e i bicchieri, le massaggiava i piedi, glieli scaldava tendendoli fra le proprie mani come teneri neonati, stava seduto sul freddo pavimento a sentire l’odore pungente dell’acetone che Lei si metteva sulle unghie quando gli concedeva di entrare in camera sua, la sentiva ridere per ore come una bambina felice e si inebriava di tale suono, come se la felicità fosse semplicemente bearsi della sua Dea giocosa e ridente, le buttava il rusco e la vezzeggiava ogni volta che andava da Lei con pietre e souvenir che Lei accettava volentieri.
Cosa sarebbe potuto andare storto?
Bhe il fatto che nonostante tutto dopo un mese o due Lei non prendesse coraggio a dominarlo veramente oltre le galanterie e i lavori di casa che lui faceva per Lei sempre e comunque, che Lei non facesse il naturale collegamento di calpestarlo con gli stivali, di frustarlo con il flagello sulla sua schiena nuda mentre lui era chinato e rattrapito su se stesso col terrore misto a desiderio di sentire quelle punte affilate appartenenti a una frusta, colpirlo a tempi alterni regolari e di essere molto più stronza, ma sempre dolce e curativa nonostante tutto, come Lui la sognava.
Alla fine in una videochiamata, tre sere fa, Lei gli aveva detto all’improvviso che non era appassionata e non si sentiva attratta da Lui e che preferiva un altro per quel ruolo.
Se la sua vita era stata una maledizione nella passione e nella relazione con le Donne fin da quando ne aveva memoria, ora aveva incassato l’ultima goccia, quella che aveva fatto traboccare il vaso.
E ora si sentiva improvvisamente diverso, come se qualcosa dentro di lui si fosse spezzato per sempre.
Ora voleva che le sue mani stringessero il collo di altre persone.
Perché lui in quella videochiamata dopo quella rivelazione orribile e dolorosa che Lei gli aveva inflitto, era scoppiato a piangere in una crisi furiosa dove l’aveva accusata di essere una traditrice, di non aver ben chiaro come funziona l’attrazione o l’amore anche se nel Bdsm, che lui era mille volte meglio di quell’altro e che Lei era solo una ragazza inutile e mediocre incapace di ogni forza e di sostenere i suoi stessi pesi di vita, così che come Mistress fifona non sarebbe mai stata capace di assumersi il peso della loro reciproca passione.
E poi aveva continuato ad aumentare sempre di più la violenza del tono mentre urlava dicendole che quell’altro che Lei preferiva lo avrebbe cacciato col fucile fino in capo al mondo e che chiunque altro che Lei avesse preferito a lui lo avrebbe distrutto per il suo sommo piacere.
Lei gli aveva chiuso la chiamata in faccia e nei giorni successivi era stato un litigio continuo sulle accuse sue contro di Lei perché lo aveva preso in giro, perché non c’era stato niente di vero e perché non capiva questi inizi e accenni di femdom da parte di Lei se Lei non era mai stata attratta.
Ma se Lei lo aveva cominciato allora ERA ATTRATTA.
Lui ne era assolutamente convinto e avrebbe UCCISO e torturato orribilmente chiunque gli dicesse il contrario.
In tutti i giorni successivi lui cercò di capire cos’è che fosse andato storto e come funzionassero i meccanismi della sua attrazione e di cosa potesse fare per migliorarsi.
Ma Lei si era solo chiusa di più in se stessa a riccio e lui dovette alla fine cedere di fronte a un ghiacciaio che non riusciva a sciogliere.
Se c’era una cosa che lui non riusciva a sopportare era che gli si dicesse che la sua passione si sbagliava a interpretare le cose come erano state.
In Lui si trovava un ombra violenta, profonda e primordiale, che lo spingeva a voler uccidere, torturare, aggredire sessualmente, smembrare, umiliare e sopraffare.
Per tutta la vita era cresciuta e solo adesso, nella sua frustazione d’amore, per colei che amava così tanto che sarebbe stato meglio morire invece che essere rifiutato, che avrebbe voluto avere per sé: come Mistress e fidanzata,sentiva questo desiderio del male trovare una direzione perfetta e esaustiva.
Sorrise in modo malvagio alla solitudine della sua camera, dopo quel tempo passato col muso, perché ora sapeva quello che doveva fare.
Il suo errore era semplicemente quello di mille altri: credere che la chiave per riuscire nella vita siano l’efficienza e i rapporti sociali.
In realtà è la violenza è la chiave per prendere la vita per le corna.
Profanare gli altri e avvantaggiarsi facendo loro del male fisicamente o manipolandoli o derubandoli è il sistema per raggiungere ciò che è neccessario fare per avere l’efficacia della vita dalla propria parte.
Ora questa consapevolezza gli era chiara in una maniera lampante, come se fosse rinato.
Non pote trattenersi dal ridere con una risata dal volume talmente alto e inquietante da spezzare il silenzio regnante fino a poco fa e capace di trafiggere i muri.
Ora sapeva che fare il male è neccessario per impedire agli altri di farti vivere nella mediocrità, e che questa tensione al male l’avrebbe espressa uccidendo orribilmente mille persone almeno oppure perseguitando Narissa.
Sì!!!!!!! Aveva scelto questa strada.
Chiamarla su telegram, su watsupp o sul forum avrebbe comportato solo un altro ennesimo rifiuto, ecco perché piuttosto si sarebbe fatto proprio vedere di nuovo a casa sua e l’avrebbe seguita in tutti i posti che Lei frequentava.
Ciò sarebbe servito a obbligarla a confrontarsi con lui.
A smettere di scappare da se stessa e da tutto ciò che Lei gli nascondeva e a redimere la sua passione e la sua vigliaccheria con cui quella bellissima stronza ridente gli aveva spezzato il cuore.
Le avrebbe tolto ogni possibilità di tenerlo alla larga, avrebbe calcolato i pedinamenti in modo che si verificassero con una frequenza che dal di fuori non apparisse eccessiva di parvenza come brutte iniziative prese “per caso” solo tre volte al mese.
Poi sarebbe stato lui il Master…..quella possibilità lo eccitava tantissimo, il ruolo da slave lo aveva addolcito ma nel lato dominante era ribollente di violenza inespressa, che la rabbia e l’amore ferito gli infocolavano.
Lui l’avrebbe dominata contro la sua volontà se neccessario, dentro la stessa casa in cui Lei lo aveva ospitato, per insegnarle come funziona la vera dominazione. In modo che LEI fosse la sua Padrona, finalmente……immaginare di legarla con corde di seta nera mentre si dibatteva, obbligarla a stare nuda e indifesa di fronte a Lui e alla riverenza per la sua bellezza e il suo odore, usare una frusta come più gli piaceva sulla sua schiena, sul suo sedere sulla sua pancia mentre ad ogni copo urlava e piangeva implorando di smettere era uno scenario che lo faceva ridere e piangere insieme.
Lui lo faceva in modo addolorato questo, lui lo faceva perché Lei non gli lasciava altra scelta, ma rideva perché sapeva che ciò era neccessario a tirare fuori da dentro di Lei una bestia che già c’era, ma che Lei aveva paura di tirare fuori, per farla diventare la sua vera Padrona.
Avrebbe infocolato quella competizione fra Mistress e Master per in definitiva addestrarla a sconfiggerlo.
E di ciò lui ne avrebbe goduto come in paradiso.
“Oh mia amata” comincio a pronunciare nel proprio cuore e alzandosi dalla sedia con una posa teatrale “tu non mi scapperai per sempre e io ti catturero, ti perseguitero, ti rinchiudero fra le mie catene, per elevarti. Amarti mi eleva, e mai la mia condizione di felicità è talmente grande come quando io sto con la testa sotto il tuo piede”
Fini di dire queste folli parole e finalmente il suo cuore si liberò del tutto.
Prima di andare a dormire felice pensò che dopodomani alle 20 di sera sarebbe andato a casa sua non invitato.
Per cercare di allacciare di nuovo un confronto, obbligarla a guardarlo negli occhi e dirle che potessero passare i millenni e i meteoriti cadere lui non si sarebbe mai arreso, non si sarebbe mai fermato di fronte a niente per il piano e per completare il suo obbiettivo.
E le avrebbe detto le parole famose:“Se non posso averti, allora…nessun altro ti avrà”
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