MistressPlanet.com – Il pianeta delle Mistress Forum BDSM STORIE – RACCONTI FETISH / BDSM Schiavo delle mie Zie, caduta e sottomissione a due creature divine

  • Schiavo delle mie Zie, caduta e sottomissione a due creature divine

    Posted by mikes09 on Gennaio 1, 2022 at 10:54 am

    Quando si può dire di appartenere ad una persona?
    Per me la risposta è semplice:quando tutti i tuoi sforzi,tutto il tuo tempo e tutte le tue energie vengono sacrificate a questa persone,allora si può dire che le appartieni.
    Questa introduzione mi è congeniale per introdurvi la mia situazione,ovvero una situazione di assoluta schiavitù verso le mie due zie….ma partiamo con ordine.

    CAPITOLO 1-2009

    La mia storia inizia nel lontano 2009 in un assolato pomeriggio di giugno.Io avevo si e no 18 anni mentre mia zia 27.Il suo nome è Flvia e gestisce una piccola gioielleria nel piccolo paese in cui abitiamo.Sono spesso a casa sua perché abitiamo molto vicini e vado a trovarla.Quel giorno lei prendeva il sole sul terrazzino della sua villetta nella quale viveva sola poichè era single.Era raggiante nel suo bikini rosso,carnagione ancora in definizione visto che erano ancora i primi giorni d’estate e non aveva ancora avuto l’occasione di farsi la sua bella tintarella.All’epoca lei era più snella di ora e io un poco più cicciottello rispetto al presente.Alta sul metro e 70 coi capelli neri era uno spettacolo vederla mentre prendeva il sole.Era solita prendere il sole su una sedia poggiando i piedi su di un altra sedia posta davanti a lei,notandomi che la fissavo appoggiato al muro mi chiese:”Vuoi sederti?”,allorchè io feci rosso e balbettai un timido “do..dove?”
    “Per aria,secondo te dove sulla sedia,no?…muoviti antò” (si mi sono scordato di dirvi che il mio nome è Antonio).
    Così appena lei alzò i piedi in aria dalla sedia io,un pò incerto,mi siedo, e,non appena appoggia i suoi piedi sulle mie gambe,mi sento quasi mancare.Dopo circa 10 min di ciarle senza senso che io facevo fatica a seguire in quelle condizioni,quasi con nonchalance mi chiede:”me lo fai un massaggino?”….la mia reazione fu automatica,senza dire niente prendo il piede e con la mano un pò tremante inizio a fare pressione sulla pianta e lei geme per dire le le piace e dopo un pò esclama:”Madò Antò se mi fai sti servizi puoi pure venire tutti i giorni” non dissi niente e continuai soddisfatto il mio umile lavoro.Massaggai i piedi per un paio d’ore finchè non si stufò e mi fece segno di smettere.
    “Mamma mia grazie bellissimo trattamento” esclamò
    “Vabbè non ho fatto granchè” replicai
    “Ora devo andare ad aprire il negozio,che palle…..senti ma perchè stasera non rimani a dormire qua così continuiamo,daii ti prego”
    “Va bene” risposi io senza far trapelare la mia gioia
    “Allora ci vediamo qua alle otto,pigliati le chiavi”
    “ok,allora mò vado a prendere la roba a casa,a dopo”
    Ero eccitato,il sogno di una vita,massaggiare i piedi a mia zia per tutta la sera,stupendo…avvisai mia madre e preparai la roba (non prima di essermi sollazzato al pensiero del massaggio),il resto del pomeriggio lo passai a ciondolare per casa nella spasmodica attesa che arrivi la sera…

    mikes09 replied 2 years, 11 months ago 1 Member · 1 Reply
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  • mikes09

    Member
    Gennaio 1, 2022 at 10:55 am

    Capitolo 2-La caduta nell’oblio
    Da quel momento fu un escalation di sottomissione continua.Il massaggio era ormai un’attività fissa e diventò col tempo perfino superfluo chiedere se potessi massaggiarla.La frequenza e la regolarità dei massaggi aumentarono in maniera vertiginosa,le sessioni di sfiancante sfregamento su tutte le parti del corpo di oli,creme ed unguenti potevano durare da un minimo di due ad un massimo indefinito di ore.Notte e giorno,mattina e sera.Non fraintendete mia zia non è un mostro,all’inizio mi chiedeva sempre se avessi caldo,se fossi stanco ecc..ma negli anni io mi sono prodigato nel servirla senza sosta e senza fiatare ed alla fine lei si è semplicemente adeguata al fatto che a me andava bene così.Sostituì presto la sedia sgangherata sulla quale prendeva il sole con una comodissima sedia sdraio il chè rese il lavoro ancora più difficile per me poichè dovevo stare in ginocchio per massaggiarle piedi,gambe e cosce ma anche per fare la schiena e le spalle,mentre per lei diventava più agevole stare in tutte le posizioni.Divenni col tempo delegato anche di farle da estetista,mi insegnò l’arte del pedicure e della manicure ed era mia compito spalmarle la crema per il corpo dopo che si è lavata,lavarle i capelli,smaltare le unghie metterle creme esfolianti sul viso e,con mia grandissima gioia,creme anti cellulite sul sedere a iosa.
    Era il paradiso.
    Poco tempo dopo decise di prendere una sedia a dondolo da utilizzare nelle giornate più calde,quando desiderava il massaggio con i piedi immersi direttamente in acqua fresca,io quindi mi mettevo a terra e prima spalmavo creme abbronzanti sui polpacci e sulle cosce (cosa non proprio agevole nella mia situazione) e inoltre quando mi avanzava un pò di crema gliela spalmavo sulle mani allungandomi dal suolo più che potevo mentre lei comodissima e rilassata più che mai si godeva il trattamento.Dopo tutta questa fatica sotto il sole cocente le estraevo i piedi dalla piccola conca coma d’acqua e li poggiavo su un piccolo asciugamano posizionato sulle mie gambe incrociate e cominciavo a massaggiare…per ore e ore.Sembrava una regina potentissima dall’alto del suo trono ed io a terra così umile e sottomesso,era una sensazione magnifica,sgobbare sotto il sole come un cane mentre lei si rilassava,se avessi potuto soffrire di più per farle provare ancora più piacere,l’avrei fatto.
    Ricordo che una volta mentre massaggiavo da terra sotto il sole disse:”basta,mettimi lo smalto,rosso:”
    Io scattai per prenderlo senza dire niente.Ci misi un pò e quando ebbi finito il primo piede soffiai leggermente e dopo lei lo poggiò sulla spalla senza dire niente poi mi dovetti prostrare per fare bene anche l’altro piede mentre teneva l’altro appoggiato sulla mia schiena e quando ebbi finito poggiò anche quello sul mio corpo ormai completamente prostrato.Non disse niente..rimanemmo lì in silenzio parecchio tempo mentre lei prendeva il sole e riposava usandomi come appoggia piedi,non ero mai stato tanto felice e non dissi nulla finchè non mi prese a calci per dirmi di rimettere tutto apposto mentre lei si vestiva.Quando parlavamo o messaggiavamo scherzavamo spesso sul fatto che io fossi il suo schiavetto,il suo zerbino sopratutto dopo questo episodio.Ormai quando parlavo era solo per mortificarmi e sottomettermi sempre di più,ogni santa volta che le parlavo le suggerivo modi per farsi servire.Effettivamente la pregavo e supplicavo per fare quei lavori,finchè anche lei aprì bocca con come solo per darmi ordini.Messaggiando per scherzo infatti,le suggerii che avrei potuto lavare a mano la sua roba,lei prima la prese a ridere…ma il giorno dopo si presentò con una grande conca in mano dicendo che li avrei lavati lì i panni da quel momento in avanti.La ringraziai persino per questa concessione e lei la prese a ridere.Mi feci spiegare da mia mamma come stirare i panni dicendole che volevo imparare nel caso fossi finito a vivere da solo lei era all’oscuro che li avrei lavati per zia.

    Lavavo i panni in genere mentre lei era in gioielleria e finivo prima che lei rientrasse giusto in tempo per prepararle la cena per poi massaggiarla mentre cenava.Comprai il lucido da scarpe e una volta a settimana dopo il massaggio mi dedicavo a lucidare tutte le sue scarpe,cosa che apprezzò molto.Iniziai ad andare a casa sua la mattina mentre lei non c’era per fare i letti,lavare i piatti e passare l’aspirapolvere,lavare i pavimenti e i bagni.Era bello,a me piaceva,a lei piaceva e non si sentiva in colpa perchè sapeva che lo facevo con piacere.Avevamo trovato una certa routine,era bello osservarla mentre stiravo le sue vesti mentre era sdraiata ad oziare,adoravo il modo in cui mi dava piccoli ordini:”portami un bicchiere d’acqua” “togli i piatti” “portami le scarpe” “aggiusta qui,riordina là” ecc…adoravo gli sfizi che si toglieva,come farsi lucidare le scarpe mentre le indossava un paio alla volta le sere in cui non usciva,oppure farsi lavare la macchina,una bella pegeot RCZ cabrio nera stando attento a pulire il radiatore e i cerchioni con un vecchio spazzolino e,mentre lavoravo come un mulo sempre sotto il sole sentirmi chiamare schioccando le dita per avere qualcosa di fresco perchè aveva la bocca secca per poi ritornare a faticare con l’ammonizione di finire presto perchè la dea desidera essere massaggiata.Eh si,era il paradiso.Pensavo che le cose non potessero migliorare…e invece.

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