• Posted by Schiavolc on Dicembre 27, 2021 at 10:07 am

    Questo racconto che andrete a leggere ha bisogno di una lunga introduzione, forse più interessante di quanto lo potrà essere il racconto stesso in quanto, con molta probabilità, potrebbe trattarsi di una storia vera che ho poi romanzato. Uso il condizionale perché la certezza matematica non ce l’ho ma se il mio sesto senso non mi ha ingannato, si tratta di avvenimenti davvero reali, per quanto a molti potranno sembrare improbabili. Tutto è nato diversi anni fa, quando scrissi il mio primo racconto che postai su Diana the valkyrie. Il racconto, mai postato su questo forum, si intitolava < L’orgoglio di un marito> e raccontava di una donna, naturalmente fortissima e abilissima nelle arti marziali come è mia prerogativa, che scopre di eccitarsi sessualmente sottomettendo gli uomini con la sua forza fisica, a cominciare dal suo amato maritino. Il racconto era scritto in prima persona maschile, cioè visto dalla parte del marito, che racconta i suoi dubbi e i suoi timori ma anche i suoi piaceri nel constatare i cambiamenti della sua bella moglie. Ricevetti tantissime mail di plauso, molte delle quali pensavano che si trattasse di una storia vera. Tra queste mail di persone che pensavano fosse tutta realtà, ce ne fu una di una donna che mi raccontò di aver trovato proprio il mio racconto, con tanto di indirizzo mail, nel computer di suo marito e che ora si spiegava, visto che lei era esperta di judo e karate, il motivo per cui lui l’avesse sposata considerando che era un uomo di una famiglia ricca e bene in vista, al contrario di lei, un uomo che avrebbe potuto aspirare a donne di una certa levatura ma che aveva invece voluto lei a tutti i costi. Era abbastanza ovvio, a fronte della sua scoperta, che il marito fosse amante della dominazione fatta da donne esperte di arti marziali.
    Per farla un po’ più concisa, questa donna, notevolmente arrabbiata per la scoperta fatta, mi chiese di poter parlare con mia moglie, sempre pensando che l’eroina della mia storia fosse reale, per chiederle dei consigli, per sapere se davvero sottomettendo un uomo con le arti marziali si potessero provare quelle sensazioni di forte eccitazione che avevo raccontato ed eventualmente come comportarsi per sottomettere il marito, visto che stava cominciando a pensare a quest’eventualità, più per rabbia che per soddisfare le sue voglie. Mi colpì una sua frase che, a distanza di tanti anni, ancora ricordo perfettamente
    “ Se vuole essere menato, lo accontento io visto che in piedi, di fronte a me, può rimanerci due secondi al massimo” Da brividi, considerando le sensazioni di uno come me, amante delle donne marziali.
    Le risposi e le dissi che la mia storia era falsa anche se si basava su alcune situazioni reali in quanto mia moglie una campionessa lo era stata per davvero ma che, al contrario del racconto, ero stato io a chiederle di iniziare un percorso di femdom. Le dissi anche che comunque sarei stato lieto di parlare con lei e di riferirle eventualmente le sensazioni di mia moglie.
    Iniziò un lungo carteggio. Io avevo preso a cuore quella situazione, immaginando soprattutto le sensazioni del marito e immedesimandomi in lui. Spiegai a quella donna che si poteva sottomettere un uomo ma allo stesso tempo amarlo e che suo marito, molto simile a me per quanto riguardava il desiderio di essere sottomesso con la forza, l’avrebbe adorata come una dea e che lei aveva tutto da guadagnare e niente da perdere. Insomma, le diedi dei consigli che vertevano soprattutto sul mio modo molto romantico di vedere la dominazione, consigli che lei inizialmente accettò per fare poi completamente di testa sua, cosa che ci portò a discutere animatamente tanto che dopo due mesi di fitta corrispondenza, lei me ne scrisse di tutti i colori. Il bello, anzi, il brutto, fu che non mi diede nemmeno modo di risponderle per le rime, come avrei voluto, perché chiuse l’indirizzo mail col quale ci eravamo scritti fino a quel momento. Avevamo addirittura programmato un incontro a quattro nella sua città ma ovviamente tutto svanì.
    Passò il tempo e avevo ormai dimenticato quella donna quando, due anni dopo, mi arrivò, tramite un indirizzo di posta elettronica che io già conoscevo, una lettera di un uomo che mi aveva già scritto al tempo di quel racconto quando si congratulò con me chiedendo informazioni sul tipo di vita che facevo con mia moglie. In quella mail mi disse che era il marito di quella donna con la quale avevo discusso. Mi mise al corrente della situazione raccontandomi ciò che avevano fatto dal momento in cui non ci eravamo più sentiti e ammetto che feci fatica a crederci ma lui mi mandò alcune foto, ovviamente con il consenso di sua moglie, che certificavano almeno in parte quello che sosteneva e anche a farmi rendere conto che la sua consorte era una giovane donna di una certa avvenenza. Anzi, direi piuttosto attraente. Mi disse infine che sua moglie voleva parlare con me e accettai. Certo, poteva trattarsi della stessa persona che si divertiva a prendermi in giro ma io notai enormi differenze nel modo di scrittura. Per me erano due persone diverse e soprattutto erano di sesso opposto. Lei mi ringraziò per ciò che le avevo fatto scoprire anche se non si scusò per come mi aveva trattato. Non ero d’accordo con le scelte da lei intraprese, glie lo dissi sinceramente ma comunque accettai di scambiarci qualche mail anche perché la curiosità non è solo prerogativa femminile e volevo proprio sapere cosa facesse, come lo faceva e quali fossero le sue sensazioni. Il nostro rapporto però, dopo un paio di mesi di assiduo scambio di mail sembrava stavolta definitivamente concluso, viste le divergenze di opinione, anche se comunque quella volta ci lasciammo in modo, se non amichevole comunque civile.
    Tutto tornò a galla alcuni anni dopo, per la precisione ben quattro dall’ultima volta in cui ci eravamo scritti l’ultima volta. Cercando una nuova storia, avevo tratteggiato dei personaggi e una trama come faccio abitualmente ma, dopo averlo fatto, mi resi conto che tutto era incredibilmente simile a ciò che quella donna mi aveva raccontato. Evidentemente, quella storia mi era rimasta impressa nella mente e pur non condividendola, non potevo fare a meno di pensare che fosse molto eccitante. Provai anche a cambiare parte della trama ma mi piaceva soltanto nel modo originale. Ciononostante, avevo qualche remora nello scrivere quella storia. Mi sembrava quasi di violare una confidenza fattami in privato, anche se naturalmente avrei cambiato diverse cose, a cominciare dai nomi per finire all’omissione della città di provenienza. Insomma, non me la sentivo e per alcuni mesi non scrissi nemmeno una riga. Il desiderio di raccontare quella storia però rimaneva e decisi di scrivere a quella donna convinto però che l’ultimo indirizzo mail, quello per intenderci col quale ero stato contattato dal marito e col quale avevo poi interagito con lei, fosse ormai in disuso e invece incredibilmente mi rispose. La sua vita aveva proseguito verso quella direzione e quello che mi raccontò era incredibile. Era una strada molto particolare che non mi trovava d’accordo e che mi faceva addirittura venire i sensi di colpa per ciò che le avevo detto all’inizio, con i miei consigli dati però in modo sincero, senza immaginare che quei consigli lei li avrebbe manipolati a modo suo. Ad ogni modo, le chiesi il permesso di scrivere un racconto che narrava a grandi linee la sua storia, una storia che, a maggior ragione dopo gli ultimi incredibili aggiornamenti, avevo assolutamente voglia di scrivere. Ovviamente con la promessa di fare in modo che niente potesse far risalire a lei e a suo marito.
    Lei accettò divertita, soprattutto quando le dissi che avrei tratteggiato il suo personaggio come una donna bellissima e dotata di sensualità travolgente. Ovviamente, mi chiese di mandarle però prima una copia per constatare che davvero nessuno che conosceva avrebbe potuto comprendere che l’eroina della mia storia fosse proprio lei.
    Mi misi al lavoro e confezionai la storia che spero vi apprestiate a leggere e le inviai il mio lavoro che le piacque molto dandomi l’ok per postarlo dove avessi voluto. Ci siamo risentiti per un po’ e non nego che le sue esperienze riaccesero un po’ la mia fantasia anche se poi credo che ciò che vivo io sia più adatto per le mie corde. Tutto ciò, dando per scontato che sia tutto vero, cosa di cui non ho e non avrò mai la certezza, nonostante le foto, uno scambio di telefonate e addirittura un video che….. Beh, si, non posso negare che mi eccitò molto. Cosa più unica che rara perché a me i video delle professioniste non fanno né caldo e né freddo. Ma quello …..Per la cronaca, mia moglie alla quale racconto tutto e alla quale ho fatto vedere sia le foto che il video e che era a conoscenza di questo carteggio fin dalla prima mail, pur essendo come tutte le donne piuttosto malfidata, sostiene che stavolta si tratta di fatti reali, seppur quasi incredibili.
    Malgrado avessi questo racconto già pronto da diverso tempo, non me l’ero mai sentita di postarlo né qui né altrove ma alla fine eccolo qua.
    Per sincerità, aggiungo che nel racconto ho cambiato alcune cose per esigenze di scrittura. Il cambiamento piu’ importante è il personaggio narrante che nel racconto entra nella vita della donna in modo differente dalla realtà e diventa il protagonista assoluto ma per il resto, soprattutto nei fatti principali, somiglia moltissimo a ciò che mi è stato raccontato. Prima di concludere, volevo dire che, al contrario delle mie abitudini, in questo racconto mi soffermo in modo particolare sulle situazioni che hanno come scenario principale le pratiche inerenti il bdsm perché assolutamente necessarie per la dinamica della storia. Con la speranza quindi, di accontentare anche quel nutrito gruppo di miei lettori che le desidera.
    Ed ora, sperando di aver anche stimolato la vostra curiosità, non mi resta che augurarvi una buona lettura, nella speranza che lei sia anche un utente di questo forum, magari un utente silenzioso che legge solamente e che mi ricontatti perché avrei proprio voglia di conoscere gli ultimi aggiornamenti sulla sua vita privata e sia l’indirizzo mail che il numero di telefono che possiedo sono disabilitati.

    davidesebastiani replied 2 years, 6 months ago 2 Members · 2 Replies
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  • Schiavolc

    Member
    Dicembre 27, 2021 at 10:08 am

    Primo episodio

    Quando sentii il mio telefono cellulare che squillava, ero tentato di non rispondere. Ero in ufficio e tutti coloro che mi conoscevano sapevano che durante l’orario di lavoro non volevo essere disturbato. D’altronde, non avevo figli di cui preoccuparmi o una moglie petulante alla quale rispondere e le telefonate private non erano affatto gradite dal mio capo-ufficio. Ma poi guardai il display ed il bel viso di Diana mi apparve davanti agli occhi e allora dovetti fare una piccola modifica al mio pensiero. Quasi tutti coloro che mi conoscevano non mi avrebbero disturbato. Quel <quasi> pero’ indicava una persona. Una sola persona. E naturalmente si trattava di Diana. A lei non glie ne fregava niente di niente e si sentiva appunto padrona di fare quello che voleva. Con me, ovviamente, ma non solo. In quel momento, non sapevo se lei fosse al corrente che io ero da sempre perdutamente ed inutilmente innamorato di lei ma di sicuro sapevo che si era sempre comportata come se io fossi un oggetto di sua proprieta’. No, niente femdom. Non c’era mai stato niente del genere tra di noi fino a quel momento. Semplicemente, mi reputava un amico al qual rompere le scatole in ogni momento lei desiderasse. Un amico? Ma quale amico. Io l’amavo, da sempre, da quando eravamo adolescenti e cioe’ da oltre quindici anni e l’amavo ancor di piu’ da quando si era sposata. Pertanto, fui praticamente obbligato a rispondere. Se non l’avessi fatto sarebbero stati guai per me. No, non mi avrebbe picchiato a sangue, anche se aveva tutte le possibilita’ di farlo. Strano vero? Si, sarebbe stato strano per la quasi totalita’ del genere femminile ma non per lei. Lei e la sua palestra del cavolo, lei e i suoi allenamenti del cavolo nelle arti marziali, nei pesi ed in tutto cio’ che concerneva sviluppare al massimo le sue potenzialita’ atletiche. Cosa faceva esattamente? Boh! Karate e judo di sicuro dove fin da ragazzina era cintura nera ma sapevo che i suoi allenamenti si svolgevano anche in altri ambiti ma sempre inerenti a questa sua grande passione. Quel che era certo era che se avesse voluto avrebbe potuto stendere un bel po’ di maschi e in passato l’aveva fatto, eccome. Oh, non vi immaginate risse o cose del genere. Lo faceva per scherzo, per gioco, per mettersi in evidenza e per dimostrare la sua assoluta superiorità nei confronti del genere maschile. E in quelle situazioni il suo egocentrismo si sviluppava alle massime potenzialità e si rafforzava. Addirittura, ho sempre immaginato che lei provasse un vero e proprio piacere sessuale nel farlo. Ovviamente, succedeva anche con me. No, non avevamo mai litigato ma quando eravamo ragazzi, come ho appena sostenuto, si divertiva a giocare, a fare la lotta, ben sapendo che dopo meno di dieci secondi ero ai suoi piedi, immobilizzato. E poi diventava tenera. Mi dava un bacio sulla guancia e mi diceva <sei il=”” piu’=”” caro=”” amico=”” che=”” io=”” possa=”” avere,=”” paolo.=”” ti=”” voglio=”” bene=””>. E quindi non era paura, la mia. Non certo paura fisica, almeno. Era timore di doverci litigare, di poterla perdere anche come amica oltre ad aver perso la speranza di poterla avere come ragazza. Spinsi quindi il tasto del mio telefonino e sentii la sua voce imperiosa
    “ Vieni immediatamente a casa mia, Paolo. Subito” Nemmeno un <ciao> o un buongiorno>. Dopo circa due mesi che non ci vedevamo. Cercai come al solito di prenderla con le buone
    “ D’accordo, Diana. Finisco il lavoro e vengo da te”
    “ Forse non hai capito. Ti voglio subito qui. Ti voglio come testimone in modo che poi, appena ho ammazzato il porco, tu potrai dire alla giuria che avevo le mie ragioni”
    “ Ma di cosa stai parlando? Stai calma, Diana”
    “ No, non sto calma. Ho bisogno di te subito. Che cazzo di amico sei?”
    “ Ma come che amico sono? Sono sempre stato al tuo fianco ogni volta che me ne hai avuto bisogno”
    “ E adesso ho bisogno di te. Vieni qui altrimenti vengo io nel tuo ufficio di merda e ti trascino con la forza. Pensi che non ne sia capace?” Ne era capace, eccome
    “ Va bene Diana. Vedro’ cosa posso fare”
    “ Forse non hai capito. Non devi vedere cosa puoi fare, devi venire immediatamente a casa mia” Non ebbi il tempo di replicare in quanto Diana termino’ la conversazione. Guardai l’orologio. Mancavano pochi minuti alle tredici e fra poco sarei stato in pausa. No, l’ora di pausa non mi sarebbe bastata. Diana abitava alla periferia della citta’, nella zona dei ricchi, nella splendida villa che il suo ricco marito possedeva e ci sarebbe voluta oltre mezz’ora per poterci arrivare. No, avevo bisogno di un permesso, accidenti a lei e a me che l’amavo. Entrai nell’ufficio del direttore proprio quando questi stava per uscire. Lui la pausa se la prendeva alcuni minuti prima
    “ Che c’e’ Liberati?” m’interrogo’ appena mi vide sulla porta
    “ Dottore, ho bisogno di uscire prima. Una mia amica ha avuto un incidente” mentii
    “ E’ grave?”
    “ No, non credo ma ha chiesto espressamente di me” Mi squadro’ da capo a piedi. Sapeva che ero un ottimo impiegato e pur se era uno stronzo patentato dovette acconsentire
    “ Va bene, Liberati. Ma che non diventi un’abitudine”
    “ No di certo, dottore. E’ la prima volta in otto anni che chiedo un permesso”
    “ Mi faccia sapere della sua amica”
    “ Non manchero’. Grazie” Uscii di corsa e mi catapultai nella mia macchina. Cosa diavolo era accaduto a Diana? Voleva ammazzare il porco? E per porco intendeva suo marito? E cosa aveva fatto quest’ultimo di tanto grave? Avevo la netta sensazione che mi stavo mettendo in un grosso guaio ma non potevo certo immaginare di cosa si trattasse. Tutta colpa dell’amore che nutrivo per lei. Ma perche’ ne ero cosi’ innamorato? Beh, certo bella lo era davvero, Diana. Il suo corpo era veramente notevole, a cominciare dall’altezza, ben 180 centimetri distribuiti perfettamente, due tette notevoli e un culo da incorniciare, il tutto forse frutto dei suoi allenamenti quotidiani ma madre natura era stata molto generosa con lei. Aveva anche un bel viso con lineamenti regolari, occhi azzurri e capelli biondi che di solito portava a caschetto con una femminile frangia che copriva la fronte. Ma per il resto? Un carattere odioso e impossibile che solo io e il porco, ovvero suo marito Alberto, riuscivamo a sopportare. Gia’, suo marito. Mi ero sempre chiesto perche’ lui l’avesse sposata. E’ vero, come ho appena detto, Diana era molto bella ma era una bellezza che proprio non vedevo accanto ad Alberto, con il suo trucco sempre troppo pronunciato, i suoi modi ruvidi e spicci, il suo eloquio che spesso sfociava nella volgarita’ se non proprio nel turpiloquio e il suo abbigliamento sempre sopra le righe, fatto per essere guardata e concupita. Ammirata, certo, ma anche criticata, almeno in quell’ambiente di ricchi snob con la puzza sotto il naso mentre a me faceva un gran bell’effetto, inutile negarlo. Ma Alberto era pero’ abituato alle donne belle. Non che fosse particolarmente attraente anche se un certo fascino lo possedeva, ma lui proveniva da una delle piu’ influenti famiglie della citta’, con un patrimonio che veniva stimato in svariati milioni di euro e aveva avuto al suo fianco ragazze da urlo: modelle, show-girls, attricette, tutte passate per il suo letto. E poi, incontrata Diana, la sposa dopo soli sei mesi e ne fa una delle ragazze piu’ invidiate della citta’. No, niente rotocalchi. La fama di Alberto non arrivava fino a questo punto e la sua era una ricchezza che evitava gossip e certe situazioni sopra le righe ma rimaneva comunque la stranezza di quell’unione, con Diana che era invece una ragazza proveniente dal popolo, niente affatto abbiente. I suoi genitori erano gente semplice ai quali non mancava certo il cibo sul tavolo ma che arrivavano con una certa fatica alla fine del mese. E poi quell’incontro, con Alberto che perse completamente la testa per Diana e con la mia amica che quasi sicuramente non ne era innamorata ma che fu ovviamente conquistata da tutto cio’ che rappresentava un uomo del genere, malgrado la differenza di eta’ piuttosto considerevole. Diana aveva infatti appena compiuto trent’anni mentre suo marito veleggiava verso i 45. Ma le differenze tra di loro erano veramente tante e proseguivano anche in altri ambiti. Alberto aveva gusti raffinati, gli piaceva l’arte, il cinema d’autore e amava giocare a golf mentre Diana non avrebbe saputo distinguere un Picasso da un graffito fatto su una grotta ed i suoi hobby si limitavano allo shopping, alla palestra e a postare le sue foto su facebook raccontando, tra l’invidia delle sue vecchie amiche, la sua nuova vita da ricca. E vogliamo parlare dell’istruzione? Alberto con due lauree e Diana che aveva preso a fatica il diploma e una laurea breve completamente inutile? Oh, intendiamoci, Diana era tutt’altro che stupida. Era intelligente, svelta, furba e maliziosa, tutte doti prese in strada, a contatto con la gente e non sui banchi di scuola. Eppure, Alberto pareva proprio innamorato e sembrava che a nulla contassero quelle diversita’ e seppi che non fu facile per lui costringere i suoi genitori ad accettare quella ragazza cosi’ diversa da quella che sognavano di vedere al suo fianco. Ed io? Perche’ anch’io ne ero cosi’ pazzamente innamorato da accorrere prontamente ad ogni suo richiamo? In quel momento non ne avevo la minima idea. Che la trovassi bellissima, l’ho gia’ sostenuto, che la desiderassi praticamente da una vita, era abbastanza ovvio, ma non era solo questo. Io mi trovavo bene con lei. Mi ci ero sempre trovato a mio agio, anche quando ingoiavo bocconi amari quando si metteva con un ragazzo per lasciarlo subito dopo a causa della sua volubilita’ o quando mi raccontava i suoi segreti, le sue notti di sesso e le sue sensazioni. Accidentaccio a lei! Mi aveva rovinato la vita. Ero arrivato a 32 anni e ancora sbavavo per lei, pronto ad accorrere al suo richiamo non appena lei mi avesse chiamato. Oh si, qualche avventura ce l’avevo avuta anch’io ma non ero mai riuscito ad innamorarmi di un’altra ed a sentire quei fremiti che invece percepivo non appena mi trovavo dinanzi a lei, lei con quelle gonne troppo corte che mandavano in tilt il mio testosterone, lei con quella bocca sempre troppo rossa che mi faceva sognare di baciarla, lei con quello strano gesticolare, lei con la sua perenne voglia di parlare di quanto fosse brava e forte e di come nessun uomo al suo cospetto avesse una chance di poterla sconfiggere, lei che metteva in mostra il suo corpo senza remore, quel corpo atletico, potente ma estremamente femminile e sensuale che faceva sbavare me e ogni uomo che posava gli occhi su di esso. Ed era ovvio che, conosciuta una ragazza, dopo facevo i paragoni con Diana e nessuna ragazza, di sicuro non certo quelle che io potevo conoscere, sarebbe potuta risultare vincente da quei paragoni.
    Ripensavo a tutto questo mentre spingevo il piede sull’acceleratore per arrivare il piu’ presto possibile. A parte tutte le considerazioni che avevo fatto, il suo tono era stato veramente particolare. Quando aveva nominato il <porco> non era allarmata piu’ di tanto. Mi sembrava piuttosto incazzata come un bisonte e Diana incazzata era molto pericolosa. L’aveva tradita? Possibile, con tutte quelle belle donne che aveva avuto in passato, alcune delle quali ancora desiderose di stare con lui. Si, possibile ma non mi sembrava realistico. Alberto conosceva perfettamente le potenzialita’ di sua moglie e conosceva altrettanto bene il suo carattere poco disposto alla conciliazione. Se veramente l’avesse tradita aveva firmato la sua condanna e nemmeno io sarei riuscito a calmare Diana. Forse non una condanna a morte ma sicuramente avrebbe avuto il lasciapassare per una lunga permanenza in ospedale, con tutti gli annessi e connessi. Senza contare il fatto che Alberto mi era sempre sembrato profondamente innamorato di sua moglie. E allora cosa mai aveva potuto fare di tanto grave? Lo avrei saputo tra poco perche’ nel frattempo ero finalmente arrivato. E sinceramente, non vedevo l’ora di dar luce a quel mistero.</porco></ciao></sei></quasi>

  • davidesebastiani

    Member
    Giugno 10, 2022 at 6:18 pm

    Vorrei precisare che questo racconto è mio. Sarebbe meglio, quando si copia un racconto preso dal web, specificare da dove è stato estrapolato e il nome dell’autore.

    Grazie

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