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  • mikes09

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    Gennaio 1, 2022 at 10:55 am in reply to: Schiavo delle mie Zie, caduta e sottomissione a due creature divine

    Capitolo 2-La caduta nell’oblio
    Da quel momento fu un escalation di sottomissione continua.Il massaggio era ormai un’attività fissa e diventò col tempo perfino superfluo chiedere se potessi massaggiarla.La frequenza e la regolarità dei massaggi aumentarono in maniera vertiginosa,le sessioni di sfiancante sfregamento su tutte le parti del corpo di oli,creme ed unguenti potevano durare da un minimo di due ad un massimo indefinito di ore.Notte e giorno,mattina e sera.Non fraintendete mia zia non è un mostro,all’inizio mi chiedeva sempre se avessi caldo,se fossi stanco ecc..ma negli anni io mi sono prodigato nel servirla senza sosta e senza fiatare ed alla fine lei si è semplicemente adeguata al fatto che a me andava bene così.Sostituì presto la sedia sgangherata sulla quale prendeva il sole con una comodissima sedia sdraio il chè rese il lavoro ancora più difficile per me poichè dovevo stare in ginocchio per massaggiarle piedi,gambe e cosce ma anche per fare la schiena e le spalle,mentre per lei diventava più agevole stare in tutte le posizioni.Divenni col tempo delegato anche di farle da estetista,mi insegnò l’arte del pedicure e della manicure ed era mia compito spalmarle la crema per il corpo dopo che si è lavata,lavarle i capelli,smaltare le unghie metterle creme esfolianti sul viso e,con mia grandissima gioia,creme anti cellulite sul sedere a iosa.
    Era il paradiso.
    Poco tempo dopo decise di prendere una sedia a dondolo da utilizzare nelle giornate più calde,quando desiderava il massaggio con i piedi immersi direttamente in acqua fresca,io quindi mi mettevo a terra e prima spalmavo creme abbronzanti sui polpacci e sulle cosce (cosa non proprio agevole nella mia situazione) e inoltre quando mi avanzava un pò di crema gliela spalmavo sulle mani allungandomi dal suolo più che potevo mentre lei comodissima e rilassata più che mai si godeva il trattamento.Dopo tutta questa fatica sotto il sole cocente le estraevo i piedi dalla piccola conca coma d’acqua e li poggiavo su un piccolo asciugamano posizionato sulle mie gambe incrociate e cominciavo a massaggiare…per ore e ore.Sembrava una regina potentissima dall’alto del suo trono ed io a terra così umile e sottomesso,era una sensazione magnifica,sgobbare sotto il sole come un cane mentre lei si rilassava,se avessi potuto soffrire di più per farle provare ancora più piacere,l’avrei fatto.
    Ricordo che una volta mentre massaggiavo da terra sotto il sole disse:”basta,mettimi lo smalto,rosso:”
    Io scattai per prenderlo senza dire niente.Ci misi un pò e quando ebbi finito il primo piede soffiai leggermente e dopo lei lo poggiò sulla spalla senza dire niente poi mi dovetti prostrare per fare bene anche l’altro piede mentre teneva l’altro appoggiato sulla mia schiena e quando ebbi finito poggiò anche quello sul mio corpo ormai completamente prostrato.Non disse niente..rimanemmo lì in silenzio parecchio tempo mentre lei prendeva il sole e riposava usandomi come appoggia piedi,non ero mai stato tanto felice e non dissi nulla finchè non mi prese a calci per dirmi di rimettere tutto apposto mentre lei si vestiva.Quando parlavamo o messaggiavamo scherzavamo spesso sul fatto che io fossi il suo schiavetto,il suo zerbino sopratutto dopo questo episodio.Ormai quando parlavo era solo per mortificarmi e sottomettermi sempre di più,ogni santa volta che le parlavo le suggerivo modi per farsi servire.Effettivamente la pregavo e supplicavo per fare quei lavori,finchè anche lei aprì bocca con come solo per darmi ordini.Messaggiando per scherzo infatti,le suggerii che avrei potuto lavare a mano la sua roba,lei prima la prese a ridere…ma il giorno dopo si presentò con una grande conca in mano dicendo che li avrei lavati lì i panni da quel momento in avanti.La ringraziai persino per questa concessione e lei la prese a ridere.Mi feci spiegare da mia mamma come stirare i panni dicendole che volevo imparare nel caso fossi finito a vivere da solo lei era all’oscuro che li avrei lavati per zia.

    Lavavo i panni in genere mentre lei era in gioielleria e finivo prima che lei rientrasse giusto in tempo per prepararle la cena per poi massaggiarla mentre cenava.Comprai il lucido da scarpe e una volta a settimana dopo il massaggio mi dedicavo a lucidare tutte le sue scarpe,cosa che apprezzò molto.Iniziai ad andare a casa sua la mattina mentre lei non c’era per fare i letti,lavare i piatti e passare l’aspirapolvere,lavare i pavimenti e i bagni.Era bello,a me piaceva,a lei piaceva e non si sentiva in colpa perchè sapeva che lo facevo con piacere.Avevamo trovato una certa routine,era bello osservarla mentre stiravo le sue vesti mentre era sdraiata ad oziare,adoravo il modo in cui mi dava piccoli ordini:”portami un bicchiere d’acqua” “togli i piatti” “portami le scarpe” “aggiusta qui,riordina là” ecc…adoravo gli sfizi che si toglieva,come farsi lucidare le scarpe mentre le indossava un paio alla volta le sere in cui non usciva,oppure farsi lavare la macchina,una bella pegeot RCZ cabrio nera stando attento a pulire il radiatore e i cerchioni con un vecchio spazzolino e,mentre lavoravo come un mulo sempre sotto il sole sentirmi chiamare schioccando le dita per avere qualcosa di fresco perchè aveva la bocca secca per poi ritornare a faticare con l’ammonizione di finire presto perchè la dea desidera essere massaggiata.Eh si,era il paradiso.Pensavo che le cose non potessero migliorare…e invece.

  • mikes09

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    Dicembre 31, 2021 at 11:38 am in reply to: Presentazione

    Benvenuta Miss

  • mikes09

    Member
    Settembre 15, 2021 at 8:48 pm in reply to: PIEDI, IPNOSI e PADRONE.

    PIEDI, IPNOSI e PADRONE!
    Parte Seconda

    -Sarah… in che senso?-

    Marco era sbigottito.

    -Nel senso che…
    Lo sguardo della giovane Moglie sembrava, in quel momento, volersi posare su tutto meno che su di lui.

    -Cioe’ ci sta davvero dicendo che non possiamo dormire insieme?-

    -No Marco, non e’ che non possiamo… o che Lei pensi che non dobbiamo…

    -Beh ci mancherebbe!-

    -E’ solo che per Magda gia’ il vederci sposati… e poi saperci in intimita’, la sera, mentre e’ da sola….
    Si e’ appena separata… Farebbe fatica capisci…-

    No, non capiva.
    E per lui era ancora piu’ inspiegabile la reazione della moglie, quasi sempre fredda e poco incline a sbilanciarsi emotivamente nei confronti di estranei o conoscenze superficiali, di colpo smaniosa di voler assecondare le richieste folle dell’ospite!

    -Che vuoi fare allora?-

    Noto’ che Sarah aveva stretto i pugni e sembrava sempre piu’ agitata…

    -Te l’ho detto! Vengo io a tenerle compagnia nella stanza degli ospiti…

    Eppure non riusciva a non smettere di essere apprensivo.
    -Ma li’ c’e’ solo un letto!-

    -Cazzo! Forse se mi lasciassi finire di parlare anziche’ continuare a interrompermi in maniera idiota!!!-

    Erano pochissime le volte in cui Marco le aveva sentito alzare la voce.

    Sopratutto usando un certo tipo di linguaggio.

    Sopratutto contro di Lui.

    Ci rimase avvilito.
    Una parte della moglie, una ragazza razionale, avrebbe dovuto capirlo.
    Tutto sommato la sua reazione era stata moderata:
    Sarebbe partito fra pochi giorni e quelle erano le loro ultime sere per stare assieme.
    In piu’ ospitare quella donna, quasi su due piedi era gia’ stata di perse’ un grande concessione.

    Eppure…

    Una smania strana sembrava spingere Sarah a voler portare a termine la volonta’ di Magda.
    Come se dentro, nel profondo, sua moglie percepisse le sue obiezioni, fatte per proteggerla, solo come un ostacolo a quella che sembrava una priorita’ impellente.

    -Pensavo… PORTO il futon che mi ha regalato Claudia..-

    -Va bene…-
    Accondiscese Marco con un filo di voce.
    Vedere Sarah cosi’ fuori di se l’aveva scosso.

    La moglie finalmente sembro’ rilassarsi.

    -Scusami. Sto facendo del mio meglio per cercare di far andare tutto bene.-

    -Fino a una certa pero’… stiamo gia’ facendo tanto…-

    -…-
    Sarah non gli rispose ne sembro’ mostrare la minima complicita’.

    -Ti aiuto a trascinarlo?-

    -Grazie sei un tesoro…-

    La stanza degli ospiti in cui le due avrebbero passato le notti era arredata con molto lusso, un bagno personale e tutte le amenita’del caso: cabina armadio, schermo, ripiani vari oltre che un imponente materasso ad acqua.
    Ma in quanto a spazio, per poter mettere la branda, l’unico posto per Sarah possibile sarebbe stato proprio lungo lo spazio fra il materasso in cui avrebbe riposato la Matrona (lungo il lato corto!) e la mensola con lo schermo TV:
    Avrebbe dormito conficcata e sul pavimento con i piedi imponenti di Magda a picco su di lei.

    Dopo che Marco ebbe finito di trascinare il Futon, e se ne fu andato mogio mogio senza dire nulla,
    la Matrona aveva frettolosamente ringraziato nuovamente Sarah di quella bizzarra concessione e la ragazza si era lasciata cadere sul materasso accanto a lei, sfinita.

    Si sentiva in colpa. E confusa.
    Capitava litigassero pochissimo e farlo per una ragione tanto stupida!
    Per di piu’! Lei sapeva che Marco non aveva avuto assolutamente torto!

    -Vado a scusarmi…- mormoro’ fra se e se.

    Prima, pero’, che potesse alzarsi Magda le si avvicino’ ulteriormente e inizio’ a passarle le dita brune fra i lunghi capelli corvini facendo si che una sensazione molto piacevole le attraversasse lo scalpo, bloccandola.

    -Ma guarda come sei tesa povera Cara…

    Sarah oltre che odiare il melenso cameratismo fra donne che Magda sembrava continuare, ostinatamente, a rievocare ogni volta che parlavano, odiava anche il contatto fisico inopportuno se non con persone che non conosceva intimamente…
    Eppure non pote’ ribellarsi ai brividi di piacere che cominciarono a scenderle giu’ dal collo.

    Rilasso’ le spalle e fece per chiudere gli occhi giusto un attimo, se nonché’ la Matrona scostandole con delicatezza la frangia, con fermezza le fece ruotare il viso di modo che si fissassero dritto negli occhi.

    -Non ho potuto fare a meno prima di sentirti alzare la voce, immagino fosse per causa mia…

    Le dita della Matrona continuavano piacevolmente a scostare la frangia della giovane che inesorabilmente, finiva per ricaderle davanti a un lato del viso.
    Era un movimento di ritmico che rendeva a Sarah difficile concentrarsi su cio’ che diceva.

    -No… Guarda Magda non preoccuparti… Io…-

    -Voglio che mi ascolti Cara.-

    Magda porto’ le mani ai lati del viso della ragazza, reggendolo con delicatezza.

    -So che siete stati molto gentili, e che e’ normale che tu o tuo marito non vi sentiate necessariamente a vostro agio…

    Ma non dovresti permettergli di trattarti cosi’!-

    Sarah boccheggio’ tentando di guardare qualcos’altro che non fosse la bella Donna, ma le mani di lei le ghermivano il viso con fermezza.

    -C-cosa dici, n-no! Lui e’ dolce… sono stata io a…-

    -Ad alzare la voce? Cara lui ti si oppone con la sua passività, perche’ sa che ti sentirai in colpa dopo.
    Usa l’affetto e fa passare te per la cattiva.-

    -Io…-

    -Tu ti opporrai ancora! Se lui se cerchera’ di dissuaderti la tua risposta sara’ ancora questa.-

    -Ma…-

    -Credimi Cara… Hai fatto un ottimo lavoro imponendoti. Non andare a scusarti.-

    -…-

    -Allora andrai a scusarti?-

    -N-no…-

    -Brava! Anziché’ perdere tempo andando a dargliela vinta, perche’ non mi aiuti a disfarre le valige?

    -Va bene Magda…-

    -Vado a farmi un bagno tu comincia pure con la prima Cara e non toccare la seconda, quella e’ una sorpresa.-

    Nonostante fosse esausta, e avrebbe potuto approfittare del fatto che l’arpia sarebbe stata a mollo nella vasca chi sa quanto per fare una visita al marito, Sarah diligentemente apri’ la prima valigia e comincio’ a posizionare con cura il contenuto negli spazi appositi.

    Si capiva che la proprietaria era una donna frivola, povera di cultura e contenuto.
    Apparte pochi effetti personali tutto il resto nella valigia era composto da vestiti.
    Top e gonne cortissime, leggings strettissimi, tutta roba che per una donna cosi’ formosa e vicina alla quarantina non si addiceva.

    Bandane, elastici per capelli ma sopratutto scarpe.
    Ballerine sottili e luccicanti, sabot dalle punte minacciose e tacchi e decolte’ seducenti e vertiginosi.

    Un paio di infradito rosa che al posto dei nastri in cui infilare le dita, avevano delle fasce a forma di pene!

    Sarah storse il naso per l’odore nauseabondo sopratutto quando fu il momento di sistemare le ballerine.
    Gli umori di piede della proprietaria, in un paio glitterato color carne, avevano letteralmente lasciato un’impronta cosi’ nitida che sulla soletta la macchia di umido descriveva la posizione delle dita con precisione.

    Sarah respirava quel fetore nauseabondo febbricitante:
    Se da una parte era mortificata, visto in quel momento avrebbe potuto essere fra le braccia di Marco nel caldo del letto a farsi le coccole invece che viziare le scarpe fetide di una poveraccia, dall’altra si sentiva…

    Sentiva di…

    Piu’ quell’arpia la comandava, e piu’ Sarah rischiava di…

    Senza nemmeno riflettere prese il paio di ballerine color carne e ci ficco’ dentro il naso.

    Inspiro’ il miasma e poi lagrimo’ per l’odore.
    Voleva vomitare.

    E poi odorare ancora.

    Le scosse dei singhiozzi iniziarono a scuoterla mentre un piccolo rivolo discreto e umido le colo’ dalla guancia destra.

    Ma che le stava succedendo?
    ”Quella donna… Non e’ da qui neanche da un giorno e gia’ ci ha fatto litigare… e io non riesco… non riesco a smettere di assecondarla…”

    -Cara! Sto uscendo dalla vasca… Mi porteresti degli asciugamani? Questi sono talmente piccoli che non vanno bene neanche per fasciarmi una tetta!-

    DISCORDIA

    -Ah ecco la ritardataria che non voleva svegliarsi!-

    Disse la Matrona la mattina dopo.
    Lo fece con apparentemente bonarietà nonostante fosse effettivamente tardi..

    -Ciao Amore!-

    Sarah sbadigliando si rese conto che Marco e Magda, seduti al piccolo tavolo della cucina, erano gia’ a buon punto con la loro colazione.

    Era un peccato visto che il marito a momenti sarebbe dovuto andare a lavoro e fino a sera non si sarebbero rivisti.

    Lui aveva praticamente finito, anche perche’ mangiava molto poco (giacevano nel suo piatto un tubetto di yougurt svuotato e una buccia di banana) mentre la Matrona che sembrava avere ancora tre fette di pane generosamente imburrate tutte da finire in realta’ aveva fatto sparire mezzo filone.

    -Non mi avete svegliato?-

    Marco guardo’ Magda.

    -Come ti ho detto Caro, non sono riuscita proprio a svegliarla.-

    La Matrona il cui mento e i seni erano caricati ulteriormente da tutto il pane che aveva ingurgitato, occupava il posto che di solito spettava alla ragazza accanto a Marco, e non smetteva di mangiare neanche per parlare!

    Nonostante quello, il suo corpo bruno, sfacciato e voluttuoso, i suoi ricci d’oro illuminati dal sole del mattino la rendevano piu’… desiderabile che mai.
    Sarah non ebbe il coraggio di farle notare che non era quello il suo posto e anzi si porto’ lo yogurt di fianco al lavello, lontano, cercando di capire come mai Marco non rimanesse sull’attenti vicino a una presenza cosi’… imponente come invece capitava a lei.

    -Cara! Marco mi diceva che sei figlia dell’architetto *****!-

    -Si’!-
    Tronco’ Sarah accigliata, sperando che Magda cogliesse il suo fastidio, non solo per il posto usurpato, ma anche per il non averla svegliata.

    -Oh Cara! Praticamente quello che ha fatto l’edificio tutto trasparente per il nuovo centro d’arte e quei grattaceli con le piante in cui stanno tutti i vip… come si chiamano, la “giungla trasversale”?-

    -Si’… Magda… esatto… adesso se non ti dispiace…

    -Oh che sensazione strana! Marco devi sapere che ieri mentre facevo il bagno tua moglie mi ha disfatto le valige, cioe’ io le avevo detto solo di aprirle mettendo alla bell’emeglio, ma lei pensa, mi ha ordinato tutto nella cabina armadio perfettamente. Insomma quando sono uscita l’ho trovata, povera, a terra che mi sistemava le ballerine come fossero i tacchi di cenerentola.
    Ma ci credi? La figlia dell’ architetto ***** che mi ordina le scarpe. Hahaha… Che tesoro!Che pena mi ha fatto.
    Per questo poi non le ho fatto fare pure la seconda valigia…-

    Sarah si senti’ morire di imbarazzo e poi schiumare di rabbia.

    -Ah…-
    Si limito’ a risponderle Marco che la fissava sorpreso e confuso.

    Magda invece, in apparenza sorrideva innocentemente come se avesse raccontato un innocuo aneddoto, ma in realta’ la stava trafiggendo con il suo sguardo rapace.
    -Cara gia’ che sei li’ vicino al tostapane ci infili queste dentro?

    La giovane moglie non resse piu’ e’ usci’ sbattendo la porta della cucina ingoiando le lacrime e la rabbia.

    -Caro ma cosa ho detto?-
    Magda proferi’ quelle parole simulando sincera premura, sfiorando il braccio del ragazzo con la sua mano abbronzada e ruvida lo guardava dritto negli occhi.

    Marco rispose con gentilezza.
    -Magda scusami ma mia moglie e’ una ragazza abituata a comunicare implicitamente, e mi rendo conto che sia difficile per te che sei una donna… ahem… diretta.-
    Poi ritrasse il braccio e sostenne lo sguardo della Matrona.
    -Pero’ e’ tutto fuorché una stupida, se vedi che ti fa un piacere cerca di essere un po’ piu’ delicata, lei non ti ha detto nulla ma questo e’ il suo posto e tu avresti potuto fare un po’ piu’ attenzione a cogliere il suo fastidio.
    Qui siamo cosi’… so che e’ difficile ma vienici incontro come stiamo facendo NOI con TE. Per favore.-

    -Ma certo Marco lo capisco, tu sei uno straordinario marito, e scusa se mi permetto, ma non pensi che il problema non sia io?-

    -Che intendi?-

    -Che tua moglie, era gia’ alterata… Ieri sera l’ho… non ho potuto non sentire la sua voce… E forse, forse c’era gia’ un problema…-

    Marco abbasso’ lo sguardo. Magda aveva toccato un tasto dolente.

    -Credimi! Sono stata con lei fino a stamattina.-

    -Non… insinuerai che e’ per me… io faccio del mio meglio per trattarla con tutti i riguardi perche’ so che Sarah e’ molto sensibile…-

    -No certo! Tu sei molto dolce Marco…-
    Purtroppo Magda aveva ormai colto la palla al balzo e ghermi’ il braccio del ragazzo nuovamente, il quale stavolta non si sottro’.

    -Forse… anche TROPPO.
    Come faccio a spiegarti una cosa cosi’ da… Donne?
    Ma forse, Sarah a volte ha bisogno di qualcuno che piu’ che essere dolce… la diriga… ecco non guardarmi male! Se fossi una donna capiresti subito! Meglio che sto zitta adesso!-

    -No Magda forse ho capito cosa intendi… ma io non sono quel tipo di…-

    -Si’ ma non demoralizzarti, cerca pero’ di essere, a volte, un po’ piu’ freddo, piu’ diretto… non devi mica diventare un mostro!.

    -Io… faro’ del mio meglio…-

    -E’ solo un consiglio che ti do col cuore.
    Vi volete bene e IO faccio il tifo perche’ tutto fra voi vada sempre al meglio.
    Per questo, adesso, mi permetto di essere un po’ inopportuna!
    Fra poco devi andare e lavori molto ogni giorno… lascia che sia io a consigliarti… non puoi fare tutto da solo.

    Marco esito’…

    Sarah si era accucciata nel Futon e aveva lasciato alla soffice carezza del cuscino l’onere di seccarle le lacrime!

    Il suono della porta blindata che sbatteva annuncio’ l’uscita di Marco.

    Marco.
    Non l’aveva neanche salutata, ma visto la scenata di prima e ieri era anche capibile!

    Si senti’ ancora piu’ in colpa e demoralizzata!
    Come mai nonostante la sua dolcezza era proprio verso di lui che sentiva tutta la rabbia dirigersi.
    Invece verso Magda metteva radice un altro sentimento…

    Perche’era lui a doverla difendere forse?

    Sarah poco prima avrebbe potuto andare a stendersi nella loro camera, dove se l’avesse vista Marco l’avrebbe sicuramente avvolta dolcemente… e invece si era rintanata ai piedi quello che ora era il letto della Matrona.
    A cui non poteva opporsi.
    Verso quella Donna vile che, in cucina, le aveva inferto una tale umiliazione… una parte di Sarah, irrazionale ma incontrollabile provava una sorta di potente… attrazione.
    Era affascinata… era…

    La porta sbatte e Magda entro’ con vigore torreggiando sull’esile brandina col suo fisico imponente.

    Sarah rimase imbambolata a fissarla… lo splendido viso dell’arpia era incorniciato da una fascia elastica che enfatizzava i tratti del viso gretti e maliziosi.
    Si era sfilata il top ed i suoi seni notevoli sembravano pronti a schizzarle oltre il reggiseno sportivo nero per a stritolare la giovane.
    Ai piedi portava le infami ballerine appiccicose color carne che tanto l’avevano dominata ieri sera.
    Le cosce abbondanti e toniche erano fasciate da un paio di leggings anti-cellulite di color grafite estremamente attillati, tanto che si potevano distinguere… i contorni della…

    -Ah eccoti qua povera Cara! Vieni non ti fa bene stare qua!-

    -Io…-

    -Su alzati, vieni cosi’ ti faccio fare qualcosa! Sto andando a fare pilates in soggiorno se non ti dispiace, avrei bisogno di qualcuno che mi tenga i piedi…-

    -C-come?-

    Un’immagine si formo’ in testa nella testa di Sarah… potente e ipnotica… poi qualcosa, in lei, si spense.

    Obbediente la giovane moglie si alzo’ e segui’ la Matrona in salotto.

    -Inginocchiati.-

    -Si…-

    Magda con un sorriso malizioso, ancora una volta torreggiando sopra di lei si sfilo’ le ballerine lasciando che l’odore rancido e pungente invadesse la stanza, la mente e il cuore di Sarah.
    Poi si sedette sulle sue natiche morbide e poso’ i piedi in grembo a una boccheggiante Sarah incapace di capire piu’ nulla.

    La giovane senti’ le lacrime calde scenderle di nuovo lungo le guance.
    Non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle piante forti, incrostate di calli giallognoli e rughe profonde e rosate che tanto meravigliosamente contrastavano con il dorso bronzeo dei piedi.
    Se quello era uno scontro fra menti: la l’educazione e la dignita’ contro la scaltrezza e la spudoratezza… beh la sconfitta era chiara!

    Piu’ fissava quelle spregevoli e divine estremita’ e piu’ avrebbe dovuto dare spiegazioni!
    Pero’…
    Proprio non ci riusciva.
    Non…
    Riusciva…

    -Che succede Cara?-

    -Io… io… scusa… non…-

    -E’ tutto okay-
    Disse sorridente e trionfante Magda.
    -Credimi, E’ normale… lascia che il tuo sguardo si perda…-

    -Ma… come…-

    -Shhhhh… Guarda… quando ero giovane, ho avuto il dispiacere di avere un paio di ragazzi come il tuo Marco…

    Sarah boccheggiava e si limitava ad annuire mentre gli occhi umidi erano catturati dai piedi larghi della Matrona.

    -Mezzeseghe… di quelle che se gli dondoli la scarpa sotto il naso sono pronti a dirti “ti amo”… e tu…-

    Il cuore di Sarah fece un tuffo.
    -Io…?-

    -Tu… Cara d’ora in poi cambieranno molte cose qui…-
    Rise sfacciata e bellissima.
    -Eh si’! Tante cose…-

    “Che donna schifosa…” penso’ la ragazza avvilita e confusa, inalando passivamente i vapori di piede.
    “Schifosa e Divina.”

    CONTINUA!

  • mikes09

    Member
    Settembre 10, 2021 at 8:59 am in reply to: Mi presento🔥

    Benvenuta padrona

  • mikes09

    Member
    Settembre 1, 2021 at 10:46 pm in reply to: LA MIA RAGAZZA HA UN PADRONE!

    Capitolo Secondo:
    NON TUTTO IL MALE VIENE PER NUOCERE… FORSE

    Quella sera Matteo e Samanta cenarono in silenzio.

    Nella mente del ragazzo albergava la confusione, cosi’ come nel suo cuore:
    Per tutto il pomeriggio aveva avuto la sensazione che un liquido acido e denso si stesse raccogliendo nel suo stomaco, un liquido che cominciava a solidificarsi diventando un blocco doloroso e opprimente e che sapeva essere il principio di tutti quei sentimenti negativi che portano al litigio.

    Quando guardava Samanta, seduta davanti a lui, nei suoi pensieri il corpo massiccio e nero di Omar si sovrapponeva alla visione della compagna, mentre sorridendogli sfacciato ne stringeva con forza il piede pallido, violando, forse per sempre, una parte della ragazza di cui era tanto innamorato.

    Fece un profondo respiro tento’ di calmarsi.
    Sentendosi la fronte calda cerco’ Di ripetere a se stesso, che nulla di malizioso era davvero successo.
    Che Samanta sbattendo si era fatta male e il nero le aveva solo offerto conforto non essendoci nessun altro in vista…

    D’accordo! Omar era stato viscido e fin troppo palese nel suo zelo di affondare i pollici fra suole della ragazza.

    Ma questo era, purtroppo, fuori dal suo controllo e certo non colpa di Samanta, che anzi, all’arrivo del giovane lo avrebbe fermato se solo Matteo avesse palesato il suo fastidio.
    E Matteo questo lo sapeva anche.

    “Come sempre mi sto perdendo in elucubrazioni irrazionali” si disse.

    E al di la di una visione romantica, era assurdo che fosse proprio da un individuo panciuto e maleodorante come Mohamed, di posizione sociale infima, portargli via una compagna come Samanta.
    O portare via, realisticamente, qualunque tipo compagna… a chiunque.

    La sua gelosia era totalmente infondata.

    Eppure Matteo, pur assimilando ciò a livello razionale, si sentiva estremamente teso.
    Era arrabbiato con se stesso e la sua impotenza, e suo malgrado stava permettendo a ciò di influenzare il rapporto con la ragazza che amava.

    Più tardi, a letto, sorprendentemente fu il ragazzo a prendere l’iniziativa.
    Salto’ coccole e preliminari, che come il resto delle loro interazioni quella sera era stato ridotto al minimo, e in compenso la penetro’ in una maniera che non aveva mai fatto prima di allora.

    Anzi’ sarebbe meglio dire con una voglia, una passione, un’intensità che non aveva mai avuto.
    Passione, frustrazione e rabbia si unirono in un’unica sensazione indescrivibile che mai avrebbe immaginato, pur avendo vissuto singolarmente ciascuno di quei sentimenti più e più volte:

    Fu tutto naturale.
    Spontaneo sarebbe stata la parola giusta:
    Per una volta, la prima, non ci furono pensieri, premure, ingegni o quei piccoli artifici che si attuano esclusivamente per il beneficio del partner.

    lascio’ che il suo bacino si muovesse assecondando la mente e il cuore.
    Entrambi gli organi, erano stati come avvolti da una coltre che a visualizzarla sarebbe stata semi trasparente e di consistenza lattiginosa.
    Soffocava i sentimenti, ricopriva i ricordi degli avvenimenti di quel pomeriggio distorcendone la natura, offuscando le forme esatte e ingigantendo cio’ che più Matteo aveva trovato odioso, facendo della realtà negativi distorti e grotteschi:

    Poteva vedere avvertire la sua palese impotenza davanti alle frecciatine di Omar.
    La sensazione di inadeguatezza nel furgone, con loro a dargli le spalle mentre lui stava nel retro a farsi sballottare, e successivamente sulle scale, a guardare la sua compagna e il corpulento africano, determinati ed efficienti, che con coordinazione e silenzio caricavano le scatole mentre inevitabilmente finivano per condividere stanchezza, sudore e le esalazioni derivate da tale affanno.

    Quando poi si presento’ la scena madre in cui tutto era culminato, del rosticcere grosso, scuro, e sudato chino sul corpo languido di Samantha che aveva piede nudo e sofferente fra le sue dita scure e forti, Matteo come se assecondasse un istinto spontaneo e recondito, afferro’ il polpaccio della compagna con bramosia e mentre il suo sesso penetrava in quello di lei con crescente desiderio, porto’ alle labbra proprio quella parte che era stata violata e che sentiva che mai gli sarebbe appartenuta più completamente.

    La bacio’.
    Anzi, nella maniera in cui le sue labbra premettero nell’incavo sinuoso di quel piede, con insistenza, ma delicatezza, con rabbia ma rispetto, sarebbe meglio dire che la adoro’.

    Venne provando un qualcosa che trovava gratificante su un piano tanto quanto su uno spirituale, e a giudicare dai gemiti di lei e le sue piccole grida, che avevano fatto da sottofondo cosi’ efficace ai suoi pensieri torbidi, fu cosa reciproca.

    Samanta lo copri’ di baci beandosi del risultato e oscura al processo, poi andò a farsi una doccia, offrendo a Matteo l’incantevole visione delle sue natiche d’avorio ancora arrossate, elevarsi in sincronia con gli splendidi talloni prima di scomparire oltre lo stipite della camera da bagno.

    Mentre ascoltava il suono degli schizzi d’acqua ruggire contro il rivestimento della doccia, Matteo senti’ finalmente che la sua rabbia evaporava e con lei, la tensione emotiva che lo aveva accompagnato per tutto il pomeriggio, rinfrancato da quella dimostrazione di virilità e possanza sessuale.

    Quando lei torno’ a coricarsi al suo fianco, tutto sembrava essere stato dimenticato e dormirono tenendosi stretti l’uno all’altro.

    I giorni che seguirono il fatto, furono per Matteo fra quelli più sessualmente attivi della sua vita:
    Ogni due, tre giorni al massimo, i due fidanzati erano sempre stati soliti ritagliarsi del tempo fra le coperte.
    Ma dopo quella notte, il cambiamento era stato nella natura dei rapporti.

    Prima non era neanche detto che ci fossero dei veri e propri intercorsi e spesso i preliminari… rimanevano tali.
    Non per pochezza, ma semplicemente perché per loro si trattava di gesti d’affetto reciproci, in cui la priorità era nel significato dell’effusione reciproca, e romanticamente nel suo sfoggio più che nella ricerca personale del piacere.

    Invece dopo, da parte di Matteo sopratutto, comincio’ una sorta di ricerca compulsiva, monopolizzante ed esasperata.
    L’affetto era lasciato ai baci, alle strette diurne, ai piccoli gesti continui nella normale quotidianità e in quei momenti, passava in secondo piano per lasciar posto all’esigenza di assecondare un bisogno che ancora Matteo non riusciva a capire.
    Non era il piacere fisico, che cresceva naturalmente con la pratica e la ricerca appunto di quella sensazione, intangibile e subliminale…
    Sentiva che la spiegazione era li’, sulla punta della lingua o meglio al limite del subconscio e che ancora poco serviva per portarla alla luce della ragione rivelandola.

    Comunque nel pratico, quegli amplessi forti, di cui anche Samanta godeva molto, ma generati da una matrice egoista e consapevole, portarono la gelosia e il senso di inadeguatezza del ragazzo a scendere a livelli più accettabili:
    Quando accadde un fatto particolare neanche una settimana dopo, che riguardava il vicino africano e avente come catalizzatore la sua compagna, Matteo prese la cosa con autocontrollo e curiosità:
    Anche Troppo…

  • mikes09

    Member
    Settembre 1, 2021 at 7:25 pm in reply to: Mi presento

    Benvenuta Miss Bianca!!

  • mikes09

    Member
    Marzo 27, 2021 at 6:26 pm in reply to: Chi è Lady T?

    Benvenuta padrona!

  • mikes09

    Member
    Marzo 10, 2021 at 5:10 pm in reply to: Miss Clarissa

    Benvenuta e complimenti Miss Clarissa!

  • mikes09

    Member
    Marzo 10, 2021 at 3:40 pm in reply to: Diabolica

    Benvenuta Dea! 🙏

  • mikes09

    Member
    Marzo 20, 2021 at 1:22 pm in reply to: Presentazione

    Grazie a voi